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DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRI…
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - MA ANCHE I TASSI BASSI SONO "POPULISMO"?
Euro finalmente più debole, esportazioni avvantaggiate, mutui a tasso variabile meno cari e un po' meno profitti per le banche. Che forse, finalmente, saranno invogliate a concedere più prestiti a imprese e famiglie. Scelta da manuale, quella della Bce di Drago Draghi, che ieri ha abbassato nuovamente il costo del denaro a livelli "giapponesi", ovvero allo 0,25%. Ma anche scelta necessitata, vista la pesante stagnazione ben rappresentata dal binomio claustrofobico inflazione bassa-crescita zero virgola.
La Germania della C.I. Merkel era contraria al cosiddetto denaro facile e c'è da capirli. Hanno un tasso di disoccupazione al 5% (nell'Eurozona è al 15%), una Borsa più alta del 20% rispetto ai livelli pre-crisi, una crescita del Pil robusta e un mercato immobiliare addirittura in rialzo. Alle nostre economie va praticato il massaggio cardiaco. Su quella tedesca bisogna invece buttare secchiate di acqua gelata per evitare che si surriscaldi.
Ancora una volta l'amorale della storia è questa: l'Europa unita non c'è perché le sue economie, i suoi regimi fiscali, pensionistici e scolastici non ci sono. In comune c'è solo la moneta unica, che impedisce aggiustamenti delle bilance commerciali, ma in compenso non assicura un accesso al credito realmente concorrenziale per le imprese del Sud Europa.
Anche la politica monetaria della Bce dimostra in modo lampante che ci sono interessi configgenti, irrimediabilmente confliggenti, tra Nord e Sud e tra Germania e resto d'Europa. E da noi c'è ancora chi, come Re Giorgio o Aspenio Letta, ha il coraggio di preparare il campo alle prossime elezioni europee dicendo che sarà una battaglia tra "populismi" ed europeismo. E' una balla. Una balla grossa come una casa. E come spesso accade a questi personaggi, casualmente è una balla che fa comodo ad altri.
2 - SIAMO UNO STATO DI NECESSITA'
La Repubblica degli Illuminati, quella delle cene tra ottimati a casa Scalfari, stende un tappeto rosso al suo pupillo che andava a scuola dai gesuiti: "Giù i tassi, Draghi spinge la crescita. Il presidente Bce: ‘Potrebbero scendere ancora'. Il costo del denaro a 0,25%, mai così basso" (p.1). "Letta: ‘Grande notizia'. Ma Piazza Affari cede con le banche" (p. 2). "Un taglio contro lo spettro deflazione, in minoranza l'ala tedesca dell'Eurotower. Mercati preoccupati per la vulnerabilità del credito italiano" (p. 3).
Sul Corriere, utile spiegazione di Danilo Taino: "Perché la ricca Germania chiede interessi più alti. L'unico dato comune ai partner Ue è l'inflazione. Berlino è uscita dalla crisi ed è sui livelli del 2008. Il Pil reale della Germania è del 2,5% sopra ai massimi precrisi. In quel che resta dell'eurozona è sotto del 5%" (p. 3).
3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Avendo sbagliato i conti, dopo poche settimane dalla presentazione della legge di Stabilità il governino di Lettanipote deve rifare gli euro compiti. "Via la seconda rata Imu, ma sale l'acconto delle imprese. I due miliardi potrebbero arrivare dall'aumento al 22% del prelievo sulle rendite" (Corriere, p. 3). Ma il Messaggero resta più lettiano dei Letta e titola garrulo: "Aumenti alle pensioni fino a 2.500 euro. La manovra verso una maggiore rivalutazione degli assegni superiori a 5 volte il minimo. Più tasse sopra i 100 mila euro" (p. 5).
Il commissario Ue al fisco, un tizio lituano di nome Algirdas Semeta, viene intervistato con tutte le pompe da Repubblica e detta la linea a Saccomanno Saccomanni: "Meglio per voi se vi tenete l'Imu e detassate di più lavoro e imprese. Sui tributi immobiliari ogni Stato decide come vuole, ma mentre questi non sono un danno per la crescita, quelli sul lavoro lo sono. Personalmente non sono a favore dei condoni fiscali. Non c'è un divieto al concordato ma ci sono paletti da rispettare. Abbiamo chiesto al vostro Paese di fare di più contro l'evasione, e l'Italia ha cominciato a farlo, ma la strada è ancora lunga" (p. 4). Fico ‘sto economista di Vilnius! Ce lo prestate un paio d'anni?
Sulla Stampa, Alessandro Barbera spiega la prossima astuzia dell'astuto Saccomanno: "Un fondo di garanzia statale per il credito delle banche'. Il Tesoro favorevole a un emendamento alla legge di Stabilità . Modello tedesco: da tempo il governo cerca di dotare la Cdp dei poteri della Cassa tedesca" (p. 2). E' una chiara furbata, ma la fanno anche gli altri. Quelli che poi ci danno lezioni.
4 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Commovente pezzo del Corriere dedicato al nuovo super eroe di quel fumetto che chiamiamo "Italia". "Quattro donne nella squadra anti sprechi. La strategia modello Usa di Cottarelli. Il commissario alla spending review ricevuto ieri al Qurinale". Nel pezzo si legge che Super Cottarelli si è ridotto lo stipendio, non usa la macchina blu e si è scelto "una squadra compatta, che lavorerà assieme senza personalismi secondo il metodo sperimentato dal nuovo commissario appunto al Fmi, dove a contare nel lavoro è la somma delle esperienze del team" (p. 5). Jesus, we are very impressed!
5 - RENZIE SGONFIA NONNA PINA (E IL SUO PROTETTORE "PALLE D'ACCIAIO")
Per la serie "Meglio tardi che mai", "Renzi: ‘Cancellieri doveva dimettersi. Epifani ha sbagliato a difenderla. Gli attributi deve averli il Pd" (Repubblica, p. 10). Per la Stampa, "Cancellieri, Renzi duro. Ora mette Letta nel mirino. ‘Poteva chiedere le dimissioni, sbagliato non farlo'. Sospeso il tesseramento del Pd" (p. 4).
Sul Cetriolo Quotidiano, mazzate a un rivale del Rottam'attore: "Pittella Land, la dinastia adesso vuole la Basilicata. Gianni, candidato alla segreteria Dem, vola alto con Assange. Il fratello Marcello, ex sindaco, corre da governatore. Il padre fu senatore tra arresti e latitanze. Dal regno democristiano di Emilio Colombo (100mila preferenze personali a elezione) ai signori di Lauria" (p. 5).
6 - NANO DECADENCE
Come al solito, ecco lo stop&go del Banana, un leader ormai confuso e dietro alle piroette del quale non resta che ridere. Per la Stampa, "Berlusconi pronto a salvare Alfano" (p. 6) "Verdini a fianco del capo raduna le truppe fedeli per la battaglia finale. Al Consiglio nazionale 650 delegati con il Cavaliere, 130 con Alfano" (p. 7).
Su Repubblica, "Guerra dei dossier tra Angelino e il leader. ‘Ci sono voci di una escalation giudiziaria'. I fan del vicepremier e del Cavaliere temono che in vista della resa dei conti possa scattare una battaglia a forza di colpi bassi" (p. 6). Del resto, tra un Verdini, un Fitto e un Alfanayev, alzi la mano chi la notte dorme sonni tranquilli.
E a proposito, ecco l'ultima sulla colombissima Forminchioni, uno che in caso di scioglimento anticipate delle Camere si sparerebbe: "Formigoni in vacanza, sette volte pagò Guarischi. Ai pm la lista dei soggiorni ‘regalati' dall'ex forzista ora in carcere. Tra le mete St. Moritz. Per altri quattro viaggi insieme, tra Oman e Sudafrica, ci sono bonifici dell'ex governatore" (Repubblica, p. 9).
Il Corriere soffia sul fuoco: "Berlusconi cerca ‘giovani bravi' e continua a offrire un ruolo ad Alfano. Organizzata una ‘selezione' con 120 ragazzi a Villa Gernetto. Le parole sulla figlia Barbara: mi ha scatenato l'inferno al Milan ma è brava e tosta" (p. 8).
7 - LE GRANDI DOMANDE DELLA VITA
Ma il giornale al quale il pallido Aspenio Letta ha consegnato le proprie riflessioni sulle "balls of steel" era l'"Irish Time" o l'"Irish Coffee"?
8 - L'AMIANTO, DE BENEDETTI E I PISTAROLI ALL'AMATRICIANA
La Stampa dei Lingotti in fuga rincara la dose: "L'Olivetti sapeva della polvere killer'. L'ipotesi della Procura: controlli e sicurezza insufficienti. De Benedetti: fiducioso, nessuna responsabilità ". Il reportaggio: "Dovevamo scuotere i grembiuli ma ci pareva borotalco'. I parenti degli operai morti nel Canavese: credevamo fosse un lavoro pulito. C'è chi difende la fabbrica: ‘Ci ha consentito di fare studiare i figli" (p. 9). Laureati, ma orfani.
Repubblica riporta in piccolo la notizia, con la posizione "fiduciosa" del suo editore (p. 21). Tace invece AirOne Passera. Come tutti i grandi giornalisti d'inchiesta, sparito dai radar anche Bonini Carlo. Pare che si aggiri per Ivrea con capelli e barba finta, interrogando "qualificate fonti vicine all'inchiesta" per saperne di più su amianto e mesoteliomi. Asportata per sicurezza la vecchia Olivetti sulla quale si ostina a scrivere Eu-genio Barbapapà .
Si voltano dall'altra parte gli altri grandi giornali, con l'ovvia eccezione di Cetriolo Quotidiano (p. 6) e del Giornale (p. 1). La morte per tumore non si presta alla fiction.
9 - ULTIME DALLA BOLDRINMEIER IN GITA
Corsera, pagina 5: "Atene, la polizia sgombera la tv pubblica". Corsera pagina 17: "Boldrini in Grecia: conferenza a Roma per un'altra Europa". Ma non si è accorta di niente? I diritti non la interessano più? Si occupa solo più dei doveri (degli altri verso di lei)?
10 - ALMENO ROMA BATTE MONETA (ATAC BANK, OH YES!)
Repubblica insiste sulla scoperta del decennio: all'Atac non creano solo posti di lavoro per ex picchiatori fascisti, ma anche massa monetaria. "All'Atac un'associazione a delinquere'. Roma, la denuncia nell'inchiesta interna su fondi neri e biglietti clonati. Scoppia la polemica". "La rabbia del sindaco. ‘Hanno tradito la città ma ora si volta pagina'. Marino: ‘peggio di Cosa nostra, chi sa parli'. Poi, la frase roboante che di solito porta sfiga a chi la pronuncia: "Non guarderò in faccia a nessuno" (Repubblica, p. 19). Auguri, caro.
Trattandosi di uno scandalo dei predecessori dell'odiato Marino, e per giunta chiaramente trasversale, il Messaggero ficca la notizia in un taglio basso a pagina 41, in cronaca di Roma. Chapeau!
11 - AVVISI AI NAVIGATI
Non ci sta a finire sul banco degli imputati Giovanni Perissi-rotto, ex amministratore delegato di Generali. E allora, oggi, intervistona alla Stampa per lanciare alcuni messaggi: "Oggi Greco fa plusvalenze grazie ai nostri investimenti passati". L'hanno fatto fuori perché si opponeva a Unipol-Fonsai? Risposta: "All'epoca credo di aver avuto il coraggio di dire che mi sembrava anormale che il nostro principale azionista (Mediobanca, ndr) lavorasse per creare il nostro maggior concorrente. Ma penso che il motivo della mia uscita sia da ricercare nell'andamento del titolo.
Considero legittima la decisione che dovessi lasciare. Ma non ho compreso né approvato il modo in cui è stata gestita la mia uscita".
E i 10 milioni che si è preso di buonuscita, sui quali l'Ivass vuole vederci chiaro? "Ho raggiunto un accordo con la società che ha tenuto conto dei 32 anni da me trascorsi alle Generali. Se poi penso che c'è chi avuto una liquidazione ben superiore stando là un anno senza cariche esecutive...". "I sedici milioni a Cesare Geronzi?". "Sì". Bella gara, non c'è che dire.
12 - IL SENSO DELLA CONSOB PER I REATI
Un colonnino di Luigi Ferrarella sul Corriere alza il velo sull'ennesima storiaccia dell'Autorità governata dall'ondivago Vago Vegas, ex protetto del Banana e del Mago Tremontino. "Consob chiede e ottiene dai pm i tabulati telefonici di due giornalisti" (p. 26). Sono accusati di aggiotaggio? Non pare. Il sospetto è che abbiano rotto le uova nel paniere alla Consob stessa, anticipando elementi veri sullo scandalo Fonsai.
Si cerca dunque di capire chi siano le loro fonti e per farlo Vago Vegas non esita a fare un esposto. E la procura di Milano che fa? Assegna il caso al magistrato "danneggiato" dall'eventuale "fuga di notizie", ovvero il pm Luigi Orsi? Manco per niente. Le indagini vanno a un pm della scuderia di Francesco Greco. Storia stramba davvero.
colinward@autistici.org
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