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Gui. Ruo. Per "la Stampa"
à il giorno delle colombe, dei «lodi» contro i «decreti urgenti», dei tentativi di fermare le lancette del tempo per trovare una via d'uscita. Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, annuncia un estremo tentativo di mediazione lanciando un «lodo», il candidato premier del centrosinistra, Pierluigi Bersani lo fa suo. Il governo è incerto se procedere con un decreto e intanto oggi a Roma il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, anticipa l'incontro con i sindacati (annullando il confronto che si sarebbe dovuto tenere il giorno dopo a Taranto) mentre il gip Patrizia Todisco dovrebbe depositare le sue decisioni sul dissequestro delle merci.
Tutto è appeso a un filo. à domenica sera, e tirando le somme di una giornata segnata da messaggi distensivi, la settimana che si apre oggi potrebbe davvero essere decisiva. Ancora ieri sera lo scenario che si ipotizzava lasciava aperte due radicali alternative: l'Ilva abbandona Taranto perché non ha liquidità per pagare gli stipendi e i lavori per l'Autorizzazione integrazione ambientale, la merce posta sotto sequestro viene svincolata e venduta, facendo tirare un sospiro di sollievo.
Magari oggi, se il gip Patrizia Todisco dovesse depositare le sue decisioni sul dissequestro delle merci scontato è il rigetto della istanza - decidendo di sollevare i profili di incostituzionalità della legge alla Consulta, tutto il lavoro delle «colombe» potrebbe finire al macero. Ma intanto è meglio fissare nella memoria un particolare di una fotografia: il «lodo» Vendola si pone in dialettica con un orientamento della procura.
Dice Vendola: «Al vertice di palazzo Chigi di venerdì la Regione Puglia, gli enti locali e una parte del sindacato si sono espressi contro il decreto legge perché, verosimilmente, il decreto incorrerebbe nella censura di costituzionalità , così come la legge che si vorrebbe applicare. L'Ilva la smetta di diffondere comunicati ostili nei confronti del proprio giudice naturale. Presenti subito una istanza di dissequestro della merce precisando che il ricavato della vendita servirà a pagare gli stipendi e a finanziare i lavori dell'Aia».
In Procura si sta discutendo l'ipotesi autorizzare la vendita della merce che rischia il suo deperimento, anche se poi i proventi verrebbero posti sotto sequestro preventivo. Se dovesse prendere corpo il «lodo» Vendola, insomma se son rose fioriranno. Intanto, il governatore della Puglia incassa il consenso alla sua proposta del candidato premier Pierluigi Bersani: «Credo che il governo farebbe bene ad esplorare l'idea di Vendola. à indispensabile mettere la vicenda in situazione di certezza».
Oggi, i sindacati di categoria incontreranno il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante che voleva far saltare l'appuntamento. Un brutto segnale. Altre ventiquattrore di tempo, prima che martedì il Consiglio dei ministri decida come procedere. Il muro contro muro non può durare a lungo. La campagna elettorale - è il timore del governo - verrebbe condizionata dalla vicenda dell'Ilva.
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