DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)
1 - IL BERLUSCONISMO SENZA BERLUSCONI
Franco Cordero: "Non tollera le vie mediate; sceglie d'istinto la più corta, come il caimano quando punta la preda". "Vuol riscrivere la Carta, vestendo poteri imperiali". E ancora, è un "autocrate", un "egoarca". Nanni Moretti: "La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale".
Romano Prodi: "Mi aspetto che vada a fare le telepromozioni. Tra poco venderà tappeti in televisione". Rileggere alcune delle cose che sono state scritte su Silvio Berlusconi in questo triste ventennio è un buon esercizio di memoria. Specie dopo la presa del potere da parte di Renzie e il suo primo discorso al Senato.
Il Rottam'attore ha trattato i senatori come un barattolino di sottaceti che scade tra due giorni e si è rivolto alla tele-nazione promettendo la qualunque, senza degnarsi mai di specificare come e con che soldi. Ha spaziato su tutto il fronte del marketing sentimentale, dalla donna sfigurata con l'acido a Sandro Pertini che torna dalla Spagna con la coppa del mondo, passando per la sicurezza "dei nostri figli nelle scuole". In questi giorni ha ripetuto incessantemente che non ha bisogno della scorta perché lui è amato dalla gente.
Ieri Renzie non ha esposto un programma di governo, semplicemente perché qui "il premier è il programma", come scrive oggi Massimo Giannini sulla Repubblica dei renziani. Chissà se qualcuno, tra i molti chierici e commentatori che in questi anni ci hanno illuminato sulla natura autocratica e populista del potere berlusconiano, avrà il coraggio e la voglia di applicarsi con la medesima lena al primo sindaco d'Italia.
2 - LA PRIMA VOLTA IN QUEST'AULA SORDA E GRIGIA
Mentre tutti i giornaloni si interrogano variamente sul reale significato di quelle mani in tasca quando parlava in Senato (ma è molto semplice, è pure maleducazione), Renzie si prepara alla doppietta a Montecitorio partendo dai 169 voti incamerati a Palazzo Madama. Sono solo otto in più della soglia di sopravvivenza e sono quattro in meno di quelli che aveva Lettanipote. Per sua fortuna, "Il Cavaliere plaude al discorso di Renzi. âHa fatto come me, ha parlato all'Italia. Nessun timore reverenziale verso l'aula'. E Verdini rassicura i colleghi: il patto sull'Italicum tiene" (Repubblica, p. 8).
Il Corriere sorvola con generosità sul nulla del discorso di ieri ("Le parole non contano", è il titolo dell'editoriale in prima) e Massimo Franco osserva giustamente che "politicamente, lo stato di necessità e il paracadute berlusconiano sono una sponda solida, e aprono davvero orizzonti di legislatura". Il problema è nel partito del premier: "Le maggioranze variabili del leader. Ma la vera insidia oggi è nel suo Pd. Il premier e le possibili convergenze con Fi o Sel. I malumori dei bersaniani" (p. 5).
La Stampa, pensando di far cosa gradita, riprende uno degli slogan più compiaciuti del Renzie di giornata: "La scuola in primo piano. âE' il motore dello sviluppo. Interverremo sull'edilizia". Ogni settimana Renzi visiterà un istituto" (p. 2). Nelle stesse ore la ministra Giannini studia come bloccare gli scatti ai professori. Ai prof converrà travestirsi da carpentieri, visti i progetti del premier. Ben disposto anche il Messaggero, che titola a tutta prima: "Fiducia a Renzi, sfida su lavoro e fisco".
Il Giornale strizza l'occhietto a Matteuccio: "Fiducia a Renzi. Premier furfante. Snobba i senatori, parla più di un'ora senza dire nulla, incassa il via libera con soli 169 voti. E prepara lo scherzetto", ovvero mandare subito in Aula l'Italicum ma agganciarlo alle altre riforme (p. 1-3).
3 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Dopo il record mondiale di smentita (dai propri uffici) messo a segno domenica da Delrio, si ragiona ancora su come e quanto spremere i soliti noti: "I dubbi del Tesoro sulla tassazione dei Bot. âFinirebbe per colpire solo le famiglie'. Fuoco di fila contro la proposta. Renzi frena e Delrio smentisce" (Repubblica, p. 10). C'è poco da ridere anche sulla Stampa: "La crescita è sotto le attese. Sul deficit trattative difficili. Oggi le stime della Commissione Ue. Pressing sul governo per le riforme. Per evitare di sfondare il tetto del 3% l'esecutivo può lavorare abbassando il debito" (p. 8).
Invece il Corriere già si esercita sulle magnifiche e progressive sorti del cuneo fiscale annunciate da Renzie in persona personalmente: "Benefici per buste paga, pensioni e aziende. Il taglio a doppia cifra sarà di 10 miliardi" (p. 8). Benissimo, ma come ricorda il Sole 24 Ore in prima pagina, "Le proposte ci sono, non le coperture" (p. 1).
Intanto è bello prendere atto della seguente scoperta: "Italiani sempre più poveri. Il 52% si sente ormai parte della classe medio-bassa. Settimo rapporto dell'Osservatorio europeo sulla sicurezza. Il 73% dichiara di essere preoccupato soprattutto dalla crisi economica" (Repubblica, p. 10). Il secondo dato, nella sua fragilità scientifica, è molto importante perché vuole dire che tre italiani su quattro vivono nella paura. Messo insieme al 40% di astensionismo, ci dice che siamo una nazione pericolosamente esposta all'arrivo dell'Uomo forte, o dell'Uomo della Provvidenza. Forse è già arrivato e stiamo ancora a guardare se tiene le mani in tasca.
4 - I PRIMI MIRACOLI DI SAN MATTEO (E IL RITORNO DI SOROS)
"La rivoluzione fiscale. Solo un click per pagare". Ma si sogna anche con "In campo la Cassa depositi per azzerare i debiti dello Stato. Ossigeno all'economia" (Stampa, p. 5). Ossigeno all'economia o fiato ai tromboni? Ma sarà per questo, perché siamo prossimi all'Eldorado, che Soros "punta sull'Italia ed è pronto a investire nelle banche" (Stampa, p. 9). Come racconta Alessandro Barbera, gli emissari del finanziere sono stati a Roma la scorsa settimana.
E a proposito di banche, ecco il warning di Antonio Patuelli, gran visir dell'Abi: "Aspettiamo i fatti, eliminare l'addizionale Ires sulle banche. Livellare le regole fiscali fra tutti gli istituti europei e favorire gli investimenti provenienti dall'estero" (Messaggero, p. 7). Augh.
5 - AGENZIA MASTIKAZZI
Luciano Violante ex cathedra: "La competenza di Padoan è una garanzia" (Corriere, p. 11). Senza dubbio, ma per chi?
6 - UNA DIVERSA IDEA DI EUROPA
E ora, finalmente, qualcosa di concreto: "Aziende trasferite, Parigi alza il muro. Passa la legge anti-delocalizzazione. Chi lascia la Francia rischia le sanzioni. L'imprenditore obbligato a cercare un compratore. La destra ricorre alla Consulta" (Repubblica, p. 17). Non vi fate illusioni. La legge francese è stata molto edulcorata dalle solite lobby, ma intanto ci dice che non è sacrilegio provare ad affrontare a livello nazionale lo sconcio del dumping fiscale e del dumping sociale all'interno della stessa Unione europea. Certo, per farlo bisogna essere una nazione e non avere la suprema classe dirigente totalmente nelle mani di tecnocrazie aliene, diciamo così.
7 - IL SOR-GENIO DE BENEDETTI, LE BANCHE E IL CAPITALISMO DI RELAZIONE
Pagina da staccare e incorniciare sul Corriere delle banche. "Sorgenia, spunta la conversione in azioni. L'istituto più esposto con il hgruppo che fa capo a De Benedetti è il Monte dei Paschi di Siena. Domani nuovo summit con le banche. L'ipotesi per 500 milioni di euro. La società energetica è esposta per oltre 1,8 miliardi di euro e ha un mese di disponibilità finanziaria".
Dietro agli accorti senesi, ci sono anche Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bpm, Ubi Banca e Banco Popolare. Ma proprio sotto a questo triste articolone il cervello prende aria con "Bazoli: il capitalismo di relazione? Non è questo il problema dell'Italia" (p. 29). Vallo a dire alle piccole e medie imprese che non vengono imbottite di credito così facilmente.
Il Giornale non molla l'osso su Sorgenia e avverte il governo: "Repubblica attacca la Guidi per i debiti di De Benedetti. Dietro l'ostilità del quotidiano contro il ministro dello Sviluppo economico c'è il dossier Sorgenia. Polemica anche su Poletti, da leader delle Coop al Lavoro" (p. 7).
8 - E A TRIESTE HANNO ANCHE UNA PROCURA
Come raccontato e annunciato variamente da questo modesto sito, c'è un giudice perfino a Trieste: "Inchiesta sugli ex vertici Generali. Spariti i dossier su sette operazioni. Perissinotto e Agrusti accusati per alcuni investimenti. L'ipotesi di reato è ostacolo all'attività di vigilanza" (Stampa, p. 21). La notizia vale uno stento colonnino sul Messaggero di Calta-azionista.
A COSA SERVONO I GIORNALI
Imperdibile recensione su Repubblica per "Tubì, tubì", romanzo pubblicato per Sellerio da una giovane e promettente scrittrice. "Quando il destino è un gioco di parole", scrive Daria Galateria. Ma sarebbe stato meglio titolare "Quando il cognome non è un gioco di parole", visto che l'autrice si chiama Neige De Benedetti, figlia di Rodolfo e nipote di Carletto (p. 49)
FRANCO BERNABE LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO FRANCO CORDEROISABELLA FERRARI CON NANNI MORETTI CAOS CALMO MATTEO RENZI ROMANO PRODIMario Monti e Silvio Berlusconi e prodi l medium berlusconi prodiRENZI E DELRIOSoros ha intestato la casa di Manhattan a Tamiko Antonio Patuelli RENZI E PADOAN Nicolais e Luciano Violante HOLLANDE E DAVID CAMERONRodolfo De Benedetti con figlia e moglie EmmannuelleCARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA
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