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L’OPINIONE PUBBLICA È MORTA – LUCA RICOLFI E LA SCOMPARSA DEL DIBATTITO: “OGNUNO FA IL SUO DISCORSETTO NELL’INDIFFERENZA GENERALE, IGNORATO DA CHIUNQUE NON SIA DELLA MEDESIMA PARROCCHIA” – “I CONDUTTORI DI TALK SHOW HANNO UNA GRANDISSIMA RESPONSABILITÀ NELLA DEGENERAZIONE DELLA POLITICA” – “I CONCETTI DI ‘SOVRANISMO’ E ‘POPULISMO’ SONO FRUTTO DELLA PIGRIZIA INTELLETTUALE DEGLI STUDIOSI DI POLITICA, SEMPRE PRONTI AD ETICHETTARE, MA INCAPACI DI INTENDERE. I GRANDI RICCHI STANNO CON L’ESTABLISHMENT, DUNQUE IERI CON BIDEN, OGGI CON TRUMP…”

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Estratto dell’articolo di Antonello Caporale per “il Fatto quotidiano”

 

LUCA RICOLFI - QUARTA REPUBBLICA

Luca Ricolfi, l’opinione pubblica sembra scomparsa. È un effetto ottico?

No, ma non è un fatto recente. Circa trent'anni fa, Eugenio Scalfari mi disse una frase che allora non capii: “Stiamo diventando tutti dei monologhi ambulanti”.

 

Credo si fosse accorto che stavamo perdendo il piacere di dibattere in pubblico […] le grandi questioni, e di farlo fra persone pensanti, che si rispettano reciprocamente.

 

Oggi ognuno fa il suo discorsetto nell’indifferenza generale, ignorato da chiunque non sia della medesima parrocchia.  Il trionfo dei social è anche conseguenza della chiusura autoreferenziale dei media tradizionali.

 

eugenio scalfari

Il dibattito pubblico è praticamente inesistente, l’interesse alla politica è confinato ai talk show anch’essi però ristretti dentro un circuito super minoritario. La democrazia vive se è partecipata, altrimenti rotola verso un dolce autoritarismo.

Ma partecipazione significa anche essere informati, volontà di sapere come le cose stanno effettivamente. I conduttori di talk show hanno una grande, grandissima responsabilità nella degenerazione della politica.

 

la prima puntata di dimartedi di floris 2

Quasi tutti commettono i quattro delitti del cattivo conduttore: invitare persone impreparate, inflazionare le trasmissioni di colleghi giornalisti, aizzare i contendenti, consentire che ci si parli sopra. E, in alcuni casi, il delitto n. 5: interrompere aggressivamente chi non la pensa come il conduttore.

 

La sinistra sembra non avere più parole, la destra comanda senza governare, non mobilita, non alimenta passioni. Lei è un liberal, ma anche il centro dello schieramento politico assomiglia a un luogo della fantasia.

pier paolo pasolini

Non mi sento un liberal, qualsiasi cosa voglia dire, e non amo i partiti di centro. Semmai, sono uno che pensa che la sinistra non sia di sinistra, e che avesse ragione Pasolini: il cosiddetto progresso non è progresso. Quanto alla destra e alla sinistra attuali, mi sembra che quello che le accomuna è la totale mancanza di onestà intellettuale. La paura è radice e destino di questo tempo.

 

La paura della guerra, la paura che la corsa agli armamenti tolga soldi al welfare, la paura degli immigrati, la paura per il cambiamento climatico, la paura per l'intelligenza artificiale.

Aggiungerei: la paura per la criminalità, per l’erosione della privacy, per la burocrazia, per la solitudine, per l’insuccesso. La domanda è: chi si farà carico, a livello politico, di tutte queste paure?

 

Luca Ricolfi

Già, chi capitalizzerà la paura?

In teoria, potrebbero farlo sia formazioni convenzionalmente etichettate come di destra (Afd, ad esempio), sia formazioni etichettate come di sinistra (la BSW di Sahra Wagenknecht).

 

Di fatto, però, sono le formazioni di destra ad avere più chance di offrire uno sbocco politico alla paura. Quasi tutte le paure di oggi sono paure del futuro, e la paura del futuro genera rimpianto per il passato […].

 

La destra è naturalmente predisposta a vedere i limiti del cosiddetto progresso, la sinistra […] è da decenni succube dell’establishment progressista, che ha voluto la globalizzazione, venera la crescita, adora la tecnologia, sogna le frontiere spalancate, e ora si trastulla pure con il riarmo europeo. La critica del progresso, a sinistra, ha voce solo a livello filosofico, con pensatori come Pasolini, Jean Claude Michéa, Slavoj Zizek, Serge Latouche, Costanzo Preve.

 

donald trump in ohio 6

Fino a ieri sembrava che populismo e sovranismo fossero la bandiera dei poveri in canna, dei diseredati, degli incazzati. Con Trump scopriamo inveceche è vessillo dell’élite produttiva, dei grandi ricchi.

In realtà i grandi ricchi semplicemente stanno con l’establishment, dunque ieri con Biden, oggi con Trump. I concetti di “sovranismo” e “populismo” sono […] frutto della pigrizia intellettuale degli studiosi di politica, sempre pronti ad etichettare, ma incapaci di intendere.

ALICE WEIDEL DI AFD SE LA RIDE DOPO IL NO DEL BUNDESTAG A FRIEDRICH MERZ DONALD TRUMP ASSISTE AI RAID CONTRO GLI HOUTHIdonald trump in versione zucca 19CAPPELLO MAKE AMERICA GREAT AGAIN MADE IN CHINA luca ricolfi 1