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“LA PACE NON È VICINA” - MOSCA SMENTISCE TRUMP (“NON HA PARLATO CON PUTIN”), DICE NO ALLA TREGUA DI NATALE” E SE LA PRENDE, COME AL SOLITO, CON GLI EUROPEI - DOPO IL VERTICE DI LUNEDÌ IN GERMANIA TRA STATI UNITI E LEADER UE, LA RUSSIA RESPINGE LA NUOVA BOZZA PER CHIUDERE LA GUERRA E FISSA ALCUNE LINEE ROSSE: “NO A FORZE INTERNAZIONALI IN UCRAINA” E NESSUNA CONCESSIONE SUI TERRITORI (IL CREMLINO FA SAPERE CHE SU CRIMEA, DONBASS, KHERSON E ZAPORIZHZHIA NON SI TRATTA) – ZELENSKY: “L’ACCORDO DI PACE MESSO A PUNTO CON I FUNZIONARI USA SARA' FINALIZZATO ENTRO POCHI GIORNI, E POI SARA’ INVIATO AL CREMLINO”. MA PUTIN ATTACCA CON UNA RAFFICA DI DRONI KIEV…

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Da corriere.it

 

Raffica di droni russi contro Kiev

Putin Trump

Forti esplosioni un per attacco con droni sono state avvertite nella tarda serata di ieri a Kiev. Lo riferisce Rbc Ucraina, citando l'amministrazione militare della capitale, secondo cui dopo l'allarme è entrata in azione la difesa aerea. «Le forze di difesa aerea stanno lavorando per eliminare la minaccia nei cieli della capitale. Rimanete nei rifugi fino al segnale ufficiale di cessazione dell'allarme», ha affermato l'amministrazione. Inoltre, l'amministrazione militare regionale di Kiev ha riferito sull'operato della difesa aerea nel territorio. I canali di monitoraggio sostengono che vicino Vyshgorod, nei pressi di Kiev, sarebbero in azione droni russi.

 

Zelensky: «Accordo di pace finalizzato a breve, poi inviato a Mosca»

volodymyr zelensky 1 foto lapresse

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che le proposte negoziate con i funzionari statunitensi su un accordo di pace per porre fine alla guerra della Russia in Ucraina potrebbero essere finalizzate entro pochi giorni, dopodiché gli inviati americani le presenteranno al Cremlino.

 

Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico The Guardian, Zelensky, alla fine della conferenza stampa con il primo ministro olandese Dick Schoof, ha rappresentato che gli Stati Uniti dovrebbero ora portare in Russia i documenti discussi ieri sera a Berlino per discutere delle garanzie di sicurezza proposte, del piano di pace in 20 punti e di un piano di ricostruzione per l'Ucraina.

 

vladimir putin donald trump anchorage, alaska foto lapresse

«Dopo due giorni di lavoro, abbiamo sviluppi rilevanti... Anche i nostri partner americani hanno ricevuto ieri la risposta europea e ora, viste tutte queste reazioni, penso che la parte americana contatterà la parte russa e, successivamente, ci sarà un incontro con l'Ucraina negli Stati Uniti a livello di team negoziali», ha detto Zelensky durante la conferenza stampa. «Credo che ciò accadrà nei prossimi giorni, forse questo fine settimana, forse un po' più tardi, si spera: prima è meglio è», ha aggiunto il presidente ucraino.

 

 

MOSCA SMENTISCE TRUMP

Rosalba Castelletti per la Repubblica - Estratti

 

putin trump

Il Cremlino non si sbilancia. Aspetta di ricevere le proposte di risoluzione del conflitto in Ucraina messe a punto dagli inviati statunitensi Steve Witkoff e Jared Kushner insieme al presidente Volodymyr Zelensky. “Per ora abbiamo visto soltanto le pubblicazioni sui giornali e a queste non reagiremo. Non abbiamo visto il testo. Quando lo vedremo, lo analizzeremo”, fa sapere il portavoce della presidenza russa Dmitrij Peskov.

 

(...) Peskov continua però a respingere ogni ipotesi di tregua, anche per Natale, almeno finché l’Ucraina si concentra su «soluzioni a breve termine e impraticabili» piuttosto che su un accordo duraturo.

 

volodymyr zelensky friedrich merz 3 foto lapresse

“Vogliamo la pace. Non vogliamo una tregua per concedere un po’ di respiro all’Ucraina per prepararsi a continuare la guerra. Vogliamo fermare questa guerra, raggiungere i nostri obiettivi, tutelare i nostri interessi e garantire la pace in Europa per il futuro. Questo è ciò che vogliamo”, dice Peskov. “La domanda ora è se noi, come dice il presidente Donald Trump, raggiungeremo un accordo o meno”.

 

 

A tracciare altre linee rosse, inconciliabili con la proposta europea di una “forza multinazionale per l’Ucraina”, ci pensa anche Sergej Rjabkov. Intervistato dalla tv statunitense Abc, il viceministro degli Esteri russo è perentorio. “In nessun momento sottoscriveremo, accetteremo o sosterremo alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino» o di forze dei Paesi membri della Coalizione dei Volenterosi.

donald trump e vladimir putin video parodia sul summit di anchorage in alaska 2

 

Né la Russia è disposta a fare concessioni sui “nuovi territori” che, per la sua Costituzione, farebbero oramai parte della Federazione anche se le sue truppe li controllano soltanto in parte. Per fugare dubbi, Rjabkov li cita tutti: la Crimea annessa già nel 2014; il Donbass, vale a dire Donetsk e Lugansk; infine, quella che chiama “Novorossija”, ossia anche Kherson e Zaporizhzhia. 

 

(...)

 

Peskov, però, non si fa remore a smentire nientemeno che lo stesso Donald Trump. A colloquio con la stampa, alla domanda se avesse parlato direttamente con Vladimir Putin, il leader della Casa Bianca aveva detto "Sì, l’ho fatto”, senza però specificare come e quando. Peskov puntualizza che tra i due presidenti non ci sarebbe stata nessun’altra conversazione telefonica dopo quella del 16 ottobre. Il nemico numero uno di Mosca, in ogni caso, si affretta a precisare, restano gli europei.

 

La loro partecipazione ai negoziati tra ucraini e statunitensi “non promette nulla di buono, in termini di accettabilità dell’accordo da parte di Mosca”. Il capro espiatorio è pronto.

volodymyr zelensky 10 foto lapresse

 

Non sembra un caso che i commentatori sulla stampa già parlino di “fallimento” dei colloqui. “Trump potrà pure dire di avere trovato il consenso sul 90% dei punti, ma quello che conta per entrambe le parti è il restante 10%”, scrive Fjodor Lukjanov, politologo che suggerisce la politica estera del Cremlino, sull’organo di governo Rossiskaja Gazeta. Mentre il vicedirettore del tabloid Moskovskij Komsomolets, Vadim Poegli, invita tutti a essere “realisti” e a non arrovellarsi troppo sull’esito dei negoziati.

 

“Non ci sarà alcun trattato di pace a breve”, sentenzia. Molto, scrive, dipenderà dagli europei: se rinunceranno a usare i beni russi congelati, “il trattato di pace sarà firmato ad aprile o maggio quando l’Ucraina avrà esaurito i fondi”. Se, invece, persisteranno, “i combattimenti continueranno per un altro anno. E nessun negoziato cambierà nulla. Dovremo continuare a combattere”.

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