RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Da "la Stampa"
"Sto con il movimento ma attenzione ai leader da salotto": pubblichiamo l'intervista di Simonetta Robiony a Beppe Grillo uscita su “La Stampa” il 24 agosto 2001, in cui il comico e futuro leader dei Cinquestelle commentava le violenze durante il G8 di Genova
Grillo alla protesta anti G8 non ha voluto partecipare: «L'ho seguita dalle finestre di casa mia e mi sono vergognato. Ma come si fa a blindare il vuoto e a lasciare che fuori del vuoto succeda quel che è successo? Anche mio figlio Ciro, che ha un anno e che interpello continuamente su ogni argomento serio, ha capito che dividere la città in zone rosse, zone gialle e zone un po' così e così era una mossa sbagliata. La violenza era prevedibile».
Ma i temi che stanno dietro quella protesta Grillo li condivide tutti. Non da oggi ma da anni. Da quando ha scoperto che uno yogurt prima di esser mangiato faceva settemila chilometri e una patata girava l'intera Europa prima di essere fritta, che quindi la globalizzazione era già arrivata e arrivata nel modo peggiore, senza che la gente ne fosse stata avvisata.
Da allora i suoi spettacoli sono diventati un'invettiva contro una economia sempre più intrusiva, un monologo di contro-informazione «sanitaria» con dati e notizie presi da studi di premi Nobel come da riviste alternative. Ed è di questo che, riprendendo il suo show «La grande trasformazione», riveduto e corretto dopo i fatti di Genova, Beppe Grillo ha intenzione di parlare.
vincenzo vecchi al g8 di genova
Perché, proprio lei, non è voluto scendere in strada a sfilare con il popolo del No-global?
«Io avevo una mia idea. Volevo riproporre nelle giornate del G8 il gioco che facevamo da ragazzi con gli amici di San Fruttuoso, il quartiere dove sono cresciuto. Si chiamava "La rovina". Quando arrivava uno da fuori, che voleva "intortarci" con le sue idee, contavamo fino a tre e poi scappavamo via lasciandolo da solo.
Qualcuno gridava, qualcuno si incazzava, qualcun altro ci inseguiva, pur di continuare a sproloquiare. Avrei voluto che quelli del Social Forum avessero fatto altrettanto: fingere di andare a Genova a manifestare e poi trasferirci tutti al mare, lasciando migliaia di poliziotti schierati a controllare strade e piazze vuote. Ma io sono un privilegiato: guardo a distanza. Gli altri, e sono ormai centinaia di migliaia di persone, hanno bisogno di rendersi visibili. E hanno ragione. Però c'è una cosa che mi fa paura».
Quale?
«Sa in che cosa consiste la differenza tra oggi e il '68? La differenza è che questo è un movimento che ha mille anime: Greenpeace, Lilliput, il commercio equo-solidale, i cattolici, le tute bianche. La sua forza sta nella frammentazione. E nel volere cambiare qualcosa subito, non tutto domani. Per questo temo molto che qualcuno possa mettersi alla sua testa e modificarlo imponendo una strategia comune. Ho paura di un leader. E ne ho più paura ancora, se va a parlare da Costanzo».
Come mai questa protesta sta esplodendo proprio adesso nel ricco mondo occidentale?
«Credo sia un merito dell'informazione. Prima tenevano tutto segreto, adesso, se qualcosa non va ,si viene a sapere. Perciò qualsiasi riunione dei cosiddetti Grandi della Terra verrà posta in stato d'assedio. Perché è demente in se stessa. Ma come si fa a non inserire tra i grandi la Cina o l'India, che sono Paesi immensi e quindi mercati immensi? Come si fa a ragionare ancora in termini di dollari americani e non in dollari internazionali? Come si fa a pretendere che il Pil cresca all'infinito, altrimenti non c'è progresso? Io non ce l'ho con il libero mercato di Adam Smith, ce l'ho con il libero mercato dei cretini».
Anche gli scienziati, a suo avviso, sono dei cretini?
«Sì, perché non sono scienziati. I veri scienziati sono curiosi, questi sono avidi. Gli Ogm, le biotecnologie, l'ingegneria genetica, per ora, non sono una scienza».
Che dice, Grillo?
«Lei se la farebbe costruire una casa da un ingegnere che ha fatto 499 case crollate con la prima pioggia e solo una che ancora sta in piedi? Ecco, questa è la clonazione. Centinaia di pecore morte per una che, forse, vive. Più che la mappatura genetica questa attuale mi pare una mappatura finanziaria. E poi a che serve un peco-ragno? A filare un tessuto buono per i giubbotti anti-proiettile dei vigili di New York?».
Vede un futuro nero.
«Io vedo nero il presente. La democrazia agonizza. Al suo posto c'è il marketing sociale. Lo ha dimostrato la vittoria di Berlusconi. Invece degli articoli della Costituzione che stabiliscono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, avremo un numero verde al quale telefonare per dire se siamo soddisfatti o se vogliamo esser rimborsati.
L'uomo, oggi, viene definito una risorsa umana: ma non era il carbone a esser definito una risorsa? Si fa il ministero delle Infrastrutture, quando a mancare sono ancora le strutture. Suvvia, un po' di serietà, un po' di credibilità. Penso che ci vorrebbe il maestro Manzi, quello di "Non è mai troppo tardi". Lui sì che saprebbe insegnare l'abbiccì a questo governo».
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