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GIORGIA, E ORA CHE FAI? – TRUMP TAGLIA FUORI L’EUROPA DAL NEGOZIATO CON PUTIN E MACRON ORGANIZZA UN VERTICE D’EMERGENZA PER CONCORDARE UNA LINEA CON GLI ALLEATI, ALZARE LA VOCE E AVVERTIRE DONALD CHE SENZA IL VECCHIO CONTINENTE OGNI SOLUZIONE SARÀ INACCETTABILE – QUESTA VOLTA MELONI SIEDERÀ AL TAVOLO E NON DISERTERÀ, COME HA FATTO A MONACO. DOPO I BACI E GLI ABBRACCI CON TRUMP, LA DUCETTA-CAMALEONTE STA CORREGGENDO IL TIRO. AVRÀ FORSE CAPITO CHE SENZA L’EUROPA IL SUO GOVERNO TRABALLA…

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Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

https://www.repubblica.it/esteri/2025/02/16/news/macron_europa_zelensky_esercito_guerra_ucraina_russia-424007166/?ref=RHLF-BG-P3-S3-T1

 

donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky

«Non esiste una nuova Jalta senza l’Europa». È questo il concetto alla base del vertice d’emergenza che il presidente francese Emmanuel Macron vuole convocare a Parigi. Nella sua agenda il giorno prescelto è domani. Ma potrebbe anche slittare per verificare le disponibilità di tutti. I tempi, però, stringono. […]

 

L’obiettivo, allora, è concordare una linea sul negoziato “solitario” tra Trump e Putin in relazione all’Ucraina. E soprattutto avvertire che senza il Vecchio Continente ogni soluzione sarà inaccettabile.

 

EMMANUEL MACRON E GIORGIA MELONI DURANTE LE OLIMPIADI DI PARIGI 2024

Non sarà un vero proprio Consiglio europeo. Altrimenti non sarebbe stato l’inquilino dell’Eliseo ad assumere l’iniziativa. Ma si tratta di un formato molto particolare: il cosiddetto “Weimar Plus” – ossia il gruppo composto da Francia, Germania e Polonia – allargato a Italia, Spagna, Gran Bretagna, Ucraina e Ue. […]

 

La tensione, del resto, ormai è altissima. I contatti costanti tra Mosca e Washington, la missione del Segretario di Stato americano Rubio in Arabia Saudita proprio per incontrare gli emissari del Cremlino e di Kiev, hanno consegnato ormai in maniera definitiva il rischio di un’Europa fuori da tutti i giochi.

 

Con il rischio di ritrovarsi un’intesa su un pezzo del Vecchio Continente che passa sopra la testa del Vecchio Continente.

Il tentativo, concordato in primo luogo con Berlino e Varsavia, è allora quello di convincere stabilmente il leader ucraino Zelensky a non accettare negoziati senza gli europei.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO

Come Macron ha già detto nei giorni scorsi, non si può acconsentire ad una «pace che sarebbe una capitolazione ».

Ed in effetti le reazioni avute nelle ultime ore dal capo di Kiev stanno andando in questa direzione. Prima ha bocciato la proposta sulle terre rare avanzata dalla Casa Bianca («Non ho autorizzato i ministri a firmare l’accordo perché non è pronto. A mio parere, non ci protegge»), poi ha definito «non sufficiente» il colloquio con il tycoon al quale ha ribadito la necessità di «parlare prima con me». E infine ha incoraggiato la nascita di un esercito europeo.

 

Come se fosse un membro di fatto della Ue. Al summit parigino, dunque, cui dovrebbero partecipare - oltre a Macron - Scholz, Tusk, Meloni, Sánchez, Starmer, Zelensky, von der Leyen (che sempre lunedì riceverà l’inviato della Casa Bianca, Keith Kellogg) e Costa, si cercherà in primo luogo di concordare un messaggio preciso alla Casa Bianca: qualsiasi patto sull’Ucraina deve essere condiviso. Altrimenti l’Europa lo rifiuterà con almeno una conseguenza: le relazioni con la Cina verranno riaperte.

 

DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI

È l’unica minaccia concreta che può essere brandita contro gli States trumpiani. Il famoso trattato “La via della Seta”, che è stato abbandonato da tutti i Paesi europei, potrebbe quindi ritornare ad essere una formula praticabile.

 

[…]

 

Il punto centrale è che gli europei non possono ammettere la conclusione di una pace in Ucraina senza avere precise garanzie di sicurezza. Il sospetto di Bruxelles e di molte altre capitali è che Putin, dopo aver incassato una vittoria anche incompleta su Kiev, possa tentare un colpo di mano anche altrove: Moldova (la porta verso la Romania) o Paesi baltici.

 

Una prospettiva ancora più praticabile se si connette all’intenzione americana di disimpegnarsi militarmente dall’Europa. Negli ultimi giorni è circolato un report dell’Intelligence danese che confermava un pericolo di questo tipo e lo scadenzava nei prossimi cinque anni. Anche la probabile dislocazione massiccia di truppe russe in Bielorussia viene considerata una prova ulteriore di questo pericolo.

 

giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 3

Senza contare che per una forza di interposizione dopo l’eventuale pace, tutto diventerebbe più complicato. L’Ue avrebbe più di una difficoltà a partecipare ad una missione militare in Ucraina senza una codecisione. E ne avrebbe altrettante ad esserne assente. Ma il nuovo puzzle mondiale si sta componendo in maniera fulminea. E le tessere vanno scelte con altrettanta rapidità.

telefonata tra donald trump vladimir putin - vignetta by osho