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Paolo Levi per La Stampa
In Francia si sgretola il fronte dei ministri del MoDem, il partito centrista oggetto di un’inchiesta preliminare sulle condizioni di impiego di alcuni assistenti al Parlamento europeo. Oggi, la ministra della Difesa, Sylvie Goulard, ha annunciato a sorpresa di non voler essere riconfermata nell’ambito dell’imminente rimpasto di governo post-elezioni.
«Ho chiesto al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, in accordo col primo ministro Edouard Philippe, di non fare più parte dell’esecutivo. Nell’ipotesi in cui l’inchiesta preliminare che investe il MoDem dovesse verificare le condizioni di impiego dei miei assistenti al Parlamento europeo, voglio essere in grado di dimostrare liberamente la mia buona fede», afferma in una nota l’ex europarlamentare del MoDem, spiegando che la «missione della difesa impone esigenze particolari».
In bilico anche la collega agli Affari europei Marielle De Sarnez. Intervistata da Le Parisien, ha lasciato intendere che potrebbe non entrare nella nuova compagine, magari assumendo la presidenza del gruppo MoDem all’Assemblea Nazionale: «Per me tutte le ipotesi restano aperte». Ieri, a lasciare, era stato un altro ministro, l’ex socialista di Richard Ferrand, che rischia di finire sotto inchiesta per conflitto di interessi dopo i sospetti di favoritismo alla compagna.
Nelle elezioni legislative di domenica lo tsunami La Republique en Marche (Lrem), il partito di Macron, non c’è stato, ma la maggioranza assoluta sì. Con 308 deputati sui 577 dell’Assemblée Nationale, il movimento nato solo un anno fa è in grado di stare in piedi anche senza gli alleati del MoDem.
Ora tutti gli sguardi volgono al leader del partito centrista, ministro della Giustizia e padre della nuova legge sulla moralizzazione della politica, Francois Bayrou. Lascerà? Non lascerà? Dagli uffici del Guardasigilli in Place Vendome tutto tace. Fonti vicine al potere fanno sapere che il MoDem ha ancora «il suo posto» nell’esecutivo.
A sostituire la Goulard nell’imminente rimpasto potrebbero essere Arnaud Danjean o Jean-Jacques Bridey. Per lei, l’aspirazione di Macron di «ripristinare la fiducia nell’azione pubblica, riformare la Francia e rilanciare l’Europa» deve prevalere su «ogni considerazione di tipo personale». «L’onore dell’esercito e degli uomini e donne che sono al suo servizio, spesso rischiando la vita, non va mischiata a polemiche che non dipendono da loro».
Nota poliglotta - parla perfettamente l’italiano, il tedesco e l’inglese - Sylvie Goulard fu consigliera di Romano Prodi alla Commissione europea dal 2001 al 2004 . Il 9 giugno scorso, la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare sul caso degli assistenti del MoDem all’Europarlamento. Un ex dipendente del partito ha effettuato una segnalazione alla procura: affermava di aver beneficiato di un contratto dell’Assemblea Ue mentre in realtà lavorava nella sede del partito in Francia.
Un caso simile a quello che coinvolge il Front National di Marine Le Pen. Secondo rivelazioni pubblicate dal Canard Enchainé, anche la segretaria dello stesso Bayrou in Francia sarebbe stata in parte remunerata con i soldi del contribuente europeo «senza aver mai lavorato per l’Europa».
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