DELIRIO CAPITALE – IL FIGLIO DEL BOSS DIOTALLEVI VOLEVA ENTRARE NELLA SICUREZZA VATICANA – IL FASCINO PER LE TONACHE: “FACCIAMO AFFARI IMMOBILIARI, FACCIAMO PICCOLE COSE CARINE”

Davide Vecchi per “il Fatto Quotidiano

  

ROMA VISTA SUL CUPOLONE DI SAN PIETRO ROMA VISTA SUL CUPOLONE DI SAN PIETRO

Dobbiamo andare da don Angelo Comastri”. Il 22 dicembre 2012 a bordo di una Fiat 500 Mario Diotallevi, figlio del boss settantenne Ernesto (indagato come referente di Cosa Nostra a Roma), si presenta all'ingresso del Vaticano e agli uomini della Gendarmeria annuncia di avere un appuntamento con don Comastri, vicario generale di Sua Santità nonché presidente della Fabbrica di San Pietro, ente appositamente creato per la gestione di tutto l'insieme delle opere necessarie per la realizzazione edile e artistica della Basilica.

 

Ad accompagnarlo c'è E. S. che è riuscito ad ottenere di essere ricevuti dal monsignore. Diotallevi, contattato telefonicamente, non ha spiegato il motivo della visita: “Sì, ho incontrato Comaschi o almeno credo fosse lui, magari era un altro monsignore; ci ha dato la benedizione e poi siamo andati a visitare i giardini”.

 

   IL FASCINO DELLA TONACA: “FACCIAMO PICCOLE COSE CARINE”

 

Ernesto DiotalleviErnesto Diotallevi

   Il giovane Diotallevi subisce il fascino del Vaticano. L'anno successivo, sempre a bordo della sua Fiat 500, parla con il padre Ernesto e gli racconta di come a breve riuscirà anche lui a entrare nella città del Papa e coronare quello che sembra un suo sogno: lavorare nella sicurezza. È il 21 febbraio 2013. Mario illustra al padre Ernesto la possibilità di un investimento immobiliare da operare su Firenze grazie all'interessamento di “Paolo”, annotano gli inquirenti, un “colonnello della Finanza”, futuro “capo della sicurezza al Vaticano” descritto come “mitomane”, “corrotto ” e appartenente ai servizi segreti che subiva “er fascino” del boss Diotallevi, quindi del padre.

 

Paolo, prosegue Mario, spiega di voler “concludere affari immobiliari ritenuti sicuri e remunerativi” con lui. “Facciamo piccole cose carine” nella speranza, dice Mario, di entrare nelle grazie di Paolo così da essere poi cooptato nella sicurezza vaticana: “'Me pii a lavorà co tè...', 'aspetta che vado in Vaticano', m'ha detto”.

 

   È un Colonnello “della Finanza – prosegue - finisce l'incarico a và a fare il capo della sicurezza al Vaticano, perché lui stà bene con questi anche religiosi che stanno dentro”. Papà, prosegue il figlio entusiasta, “questo è uno di quelli di un pratico... si chiama Paolo, è pratico da morì... c'ha quarantott'anni nè un pischello. C'ha cinquant'anni, c'ha na figlia di vent'anni, e non è stupido”. Ancora: “Mi ha accompagnato con la macchina, nà pezza de piede, in ufficio... con l'autista, con la Delta veramente”.

Ernesto DiotalleviErnesto Diotallevi

 

   “CACCIANO VIA PURE ER PAPA, TU TI IMMAGINI ENTRARE NELLA SICUREZZA”

 

   Il fascino del potere colpisce anche il padre. “Bella la Delta eh?”, chiede Ernesto. “A me .. dovevi vedè come ce stavo dietro”. Il padre: “Te lo stò a dì a mejo machina”. Mario: “Ce credo ce credo... perchè davanti c'avevamo tutta la radio... e cose... i lampeggianti... m'hanno portato sotto l’ufficio me sentivo stò cazzo”. “Mamma mia... cacciano via pure er Papa... tu t'immagini entri a far parte da sicurezza ar Vaticano... Mario: lui diventa er capo della sicurezza, è come quello là...

 

   Ernesto: eh quello che hanno intervistato

vaticanovaticano

   Mario: si ma quello è robba de guardie svizzere...

   Ernesto: quello sà tutti i segreti sà

   Mario: quello è un paraculo... quello è un matto... visto che faccia dà schizzato serio

 

  Ernesto: così ti stavo dicendo, stavo pensando... dann'ammene ...

Mario: me frega un cazzo... però nà volta sistemato... se compramo er maserati quattro porte, oh sai che famo... lo famo impazzì Leonardo ... je mettemo pure nà piatta sur conto... così c'hai Maris fai come cazzo... però da questo momento in poi fai come cazzo te pare proprio...

 

Ernesto: allora quello che vojo fa... Mario: lo chiamamo, famo i clienti, preparace a barca... capito Mario: mo io m'accosto .. s'accostamo insieme a quello, ar Colonnello...

Ernesto: ma quello con me ce se accosta patà?

Mario: si... è un corrotto papà...

Ernesto: ma lo sà chi sò?

 

Mario: ti conosce benissimo...

VATICANO CUPOLA DI SAN PIETRO GUARDIE SVIZZERE jpegVATICANO CUPOLA DI SAN PIETRO GUARDIE SVIZZERE jpeg

Ernesto: diventamo miliardari... se quello c'ha una mossa per questi prelati... cose... (...) Ernesto: ma io faccio il pensionato... te stò dietro soltanto per quello che pò esse...

Mario: lui... abbastanza mitomane, pur essendo un Colonnello, è mitomane...

 

   Il Paolo di cui parlano è stato individuato dagli inquirenti in Paolo Oliverio, faccendiere vicino ad ambienti religiosi, che vanta legami con servizi segreti e Finanza. Oliverio è finito in carcere a novembre 2013 per la truffa all'Ordine dei Camilliani. Nonostante l'impegno profuso però Mario non riuscirà a entrare in Vaticano e soprattutto non comprerà la tanto desiderata “Maserati quattro porte”, continuando a girare sulla sua intercettata Fiat 500.