DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Non mi ricordo il giorno, non mi ricordo il posto, me ne sono andata con le mie gambe perché lui era troppo ubriaco e imbranato per combinare qualcosa, ho taciuto per 36 anni, e anche ora non intendo venire in Senato a raccontare la mia storia, ma lui non deve diventare giudice della Corte suprema” .
Più o meno si può sintetizzare così la storia surreale che agita in questi giorni Washington e dintorni.
Sembra impossibile, eppure il "me too" un po’ di insano timore lo mette persino a Donald Trump, che però tenta di chiudere la partita: “Se la signora si presenta e ci dà una spiegazione credibile, allora io sono pronto a riconsiderare la mia scelta. Ma se non lo fa, sbrighiamoci e andiamo avanti”..
Parla non tanto ai democratici, che hanno armato il casino, ma ai repubblicani tremebondi. Come dargli torto? Eppure, quando arriva il momento del “me too”, tutti tremano, è una vera arma impropria, costata nel corso dell'ultimo anno carriere prestigiose a personaggi ritenuti per decenni al di sopra di ogni sospetto, popolari, stimati, rispettati, spesso senza uno straccio di prova, spesso per accuse di molestie che risalivano a decenni prima, spesso da parte di donne che non sono state in grado di spiegare un silenzio così lungo, che in qualche caso con i loro presunti carnefici sì sono accompagnate e hanno ricevuto soldi e prebende.
kavanaugh e blasey ford ai tempi del liceo
Se una simile carneficina fosse avvenuta per rendere giustizia a tutte le donne malmenate, molestate, stuprate ogni giorno, il prezzo pagato sarebbe giusto, ma potrebbe avvenire proprio il contrario, e il dubbio che “me too” sia solo un grande imbroglio politically correct è troppo forte. Un imbroglio, un modo per ricattare e compiere vendette sommarie, mescolando accuse autentiche, come nel caso di Weinstein, che però vengono fuori solo nel momento della disgrazia del super potente, ad altre mai dimostrate, ma prontamente sostenute gonfiate dai media.
In questo caso, l'accusa mossa a Brett Kavanaugh fuori tempo massimo, dopo giornate di audizioni da lui brillantemente superate nonostante lo avessero grigliato a dovere, servirebbe a sporcargli momentaneamente l'immagine e guadagnare tempo, finché non sia troppo tardi per votare la sua nomina ma anche per trovare un altro candidato, perché si arriva a ridosso delle elezioni del 6 novembre di midterm.
E la speranza dei democratici e’ che cambino i rapporti di forza al Senato, i repubblicani non abbiano più la maggioranza, e addio giudice conservatore alla Corte Suprema. Anzi ultraconservatore, come dal corrispondente collettivo unico, nonostante un curriculum di applicazione rigorosa della Costituzione, viene etichettato il giudice Brett Kavanaugh.
Le accuse rese note dalla senatrice repubblicana Dianne Feinstein e provvidenzialmente consegnate al Washington Post, sono le seguenti.
36 anni fa, i tre protagonisti - avevano rispettivamente 17 anni il giudice, 15 l'accusatrice e pure 15 il giovane amico del giudice testimone della vicenda - sono a una festa di liceali e si ubriacano. L'accusatrice non ricorda il giorno né il mese né il luogo. Kavanaugh cerca goffamente di toccare e spogliare la ragazza, che non ci vuole stare, il tutto finisce rapidamente non solo perché lui è tanto inesperto quanto ubriaco, ma perché si mette in mezzo anche il terzo quindicenne e lei nella confusione si alza e se ne va.
Kavanaugh dice oggi che non è vero niente, e un congruo numero, circa 65, di sue compagne di liceo e università, più due con le quali ha avuto flirt in quegli anni, confermano la sua correttezza di comportamento. Ma se fosse vero? Che cos'è accaduto di così terribile da far dire oggi, dopo 36 anni, alla professoressa Ford, che per 36 anni ha taciuto, che la sua vita sessuale è stata rovinata da quell'episodio?
Come mai appena ha saputo della nomina di Kavanaugh, ha chiamato un avvocato e si è fatta anche fare un test della verità al poligrafo? La risposta è che non ha potuto tollerare che un uomo così arrivasse a un posto tanto importante. Ma Kavanaugh è importante da decenni, e’ stato alla Casa Bianca con W. Bush, è il giudice federale di uno dei circuiti più importanti. Ecco, sta proprio nel non poter dire di fronte a questo genere di accuse, “se anche fosse vero chissenefrega”, la trappola, il ricatto del “me too.”
Forse però il pericoloso momento "me too" nella contrastata approvazione della nomina del giudice Kavanaugh alla Corte Suprema si sta sgonfiando. L'accusatrice del giudice, la professoressa californiana di 51 anni Christine Ford, rifiuta di presentarsi lunedì a testimoniare al Senato. Come mai?
christine blasey ford kavanaugh come clarence thomas e anita hill
Dice il suo avvocato, nota militante del partito democratico, ma lo è anche la professoressa, che si presenterà solo dopo una accurata indagine da parte dell'FBI. Ma un alto dirigente del bureau ha già risposto che non è una cosa possibile. Non solo, che si tratta di una richiesta inappropriata. Come pensano che sia possibile svolgere un'indagine Dopo 35 anni e senza alcuna prova e senza che colei che muove le accuse ricordi quando e dove tutto ciò sarebbe avvenuto?
Un numero sempre più alto di senatori repubblicani dichiara che questa è l'ultima possibilità, che non ci saranno ulteriori rinvii, e che o si presenta o si vota.
Il Senatore Lindsey Graham, membro della commissione Giustizia del Senato è più chiaro: “Non vogliono sapere la verità, vogliono solo rinviare l'elezione fino a dopo il voto di midterm”. Ma va?
Interviene nel dibattito anche l'ex presidente Bush, che di solito non si espone a favore di Donald Trump, presidente che è detestato dal clan dei Bush.
“ Laura e io conosciamo da decenni Brett Kavanaugh e lo rispettiamo. Confermiamo la nostra dichiarazione fatta la sera che è stato nominato. È uno straordinario marito, padre e amico, un uomo di altissima integrità. Sarà un superbo giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti”. Il messaggio è naturalmente inviato al nocciolo duro anti Trump dei senatori repubblicani, che appena venute fuori le accuse della Ford, si erano tirati indietro e avevano cominciato sottili distinguo.
Può essere utile sapere chi sia l’ agguerrito avvocato dell'accusatrice del giudice. Debra Katz è dirigente di POGO, un'associazione per tagli massicci alla Difesa, ma soprattutto una delle tante organizzazioni di George Soros. È anche una democratica fervente, nel marzo 2017 ha dichiarato che i sostenitori di Trump sono "miscreants", canaglie, criminali, che il termine “basket of deplorables”, mucchio di miserabili, utilizzato da Hillary Clinton, era troppo tenero e generoso.
Non aveva tuttavia fino ad oggi un record di femminista senza macchia e senza paura, visto che all'epoca partecipo’ a numerosi talk show della televisione per difendere Bill Clinton dalle accuse di stupro di Paula Jones.
Disse testualmente. "Clearly a one-time incident that took place in 10 to 12 minutes, she was not forced to have sex, she left on her own volition, the courts increasingly are finding that that is not enough to create a sexually hostile work environment claim.". Chiaramente è un incidente avvenuto una sola volta, è durato in tutto 10 12 minuti nel quale lei non è stata obbligata a fare sesso, se n'è andata liberamente, i tribunali stanno provando che non si tratta di un episodio abbastanza grave da aver creato come lei sostiene un ambiente di lavoro ostile”’.
Capito? È un'altra caratteristica delle campionesse odierne del me too, quando si tratto’ di difendere le donne che accusavano Bill Clinton, si schierarono tutte col maschietto; due anni fa volevano presidente la donna che ha sempre coperto le malefatte di quel maschietto, minacciando e pagando ogni volta che si è reso necessario le donne che si presentavano per accusarlo.
Un altro piccolo dettaglio. Il fratello di Christine Ford, l'accusatrice di Brett Kavanaugh, ha lavorato per 15 anni nello studio legale che rappresenta la Fusion GPS, quella che ha prodotto il falso dossier su Trump e i russi.
Ora siamo alle frattaglie. L'avvocato della Ford accusa i senatori di volerla far sedere vicino al suo carnefice, perché dovrebbero testimoniare in una pubblica seduta con tanto di televisioni, e comparire nella stessa seduta lei e Kavanaugh, il quale ha accettato senza alcuna obiezione. I senatori rispondono che questo non è vero, perché hanno offerto alla signora anche la possibilità di un'audizione totalmente privata.
I democratici Chuck Schumer e Dianne Feinstein, quella che ha sollevato l'intera vicenda, insistono che una indagine deve essere possibile, ma poi a domanda diretta, lei ammette che non è in grado di garantire che tutte le accuse avanzate da Christine Ford rispondano a verità.
christine blasey ford al liceo
I talk della sera, esaurite le testimonianze di compagne di classe e vicine di casa, tirano fuori dal cassetto Anita Hill, che 27 anni fa provò a fermare la nomina a giudice della Corte Suprema di Clarence Thomas.
Ben altra storia, lei era stata l'assistente del giudice e sosteneva di essere stata a lungo molestata e poi danneggiata nella carriera per i suoi rifiuti. Si confrontarono le due testimonianze, quella della giovane assistente e quella del brillante giudice nero. Vinse lui, e persuase anche alcuni senatori e senatrici del partito Democratico, che non furono convinti dei modi e delle prove di quell’accusa e di quella donna. Era un'altra epoca.
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