donald trump maschera

PRIMARIE FATTE A MAGLIE - VOLETE SAPERE TUTTE LE MAGAGNE DI TRUMP? CHIEDETELO AI RUSSI, CHE HANNO HACKERATO IL PARTITO DEMOCRATICO E SI SONO PORTATI VIA TUTTO IL MATERIALE SEGRETO FATICOSAMENTE RACCOLTO SUL RIVALE: RAZZISMO, CAUSE DI LAVORO, SOLDI ALL'ESTERO, EVASIONE FISCALE. BASTERÀ PER UN CANDIDATO CHE NON CONOSCE VERGOGNA?

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Le magagne, i punti deboli, i vizi privati le proprietà nascoste al fisco? Chiedetelo ai russi, che hanno violato i sistemi del Comitato Nazionale Democratico e si sono portati via tutto il materiale segreto e faticosamente raccolto a suon di dollari da sofisticati e proibitivi investigatori sull'avversario e candidato repubblicano in pectore, Donald Trump. Non sono stati hacker fai da te, ma proprio agenti del governo russo, secondo le prime indagini, e hanno avuto accesso a tutto, anche i commenti e le mail.

 

donald trump bayock inchiesta del telegraph  10donald trump bayock inchiesta del telegraph 10

Che ci fanno? Tradizionalmente è interesse russo arrivare a informazioni riservate sul sistema politico, le caratteristiche, i punti di forza e le debolezze di un possibile futuro presidente, diciamo che lo fanno sempre e non solo con gli americani. Oggi il web fa risparmiare agenti sul campo e forse anche morti sul campo.

 

Ma con Donald Trump che piace molto a Vladimir Putin, perché ha dichiarato che la Nato è aggressiva con la Russia, e che con Mosca bisogna tornare a relazioni più amichevoli, c'è la curiosità per il neofita. I russi su Hillary Clinton hanno materiale a casse, Trump è in politica da dieci mesi scarsi, conoscerne tutti gli investimenti esteri è fondamentale per capire come gestirebbe o cambierebbe alcune alleanze, con chi è n relazioni di affari ma anche politiche.

 

donald trump   donald trump

Ma da tempo gli addetti ai lavori, e quella strano ibrido tra esperti di comunicazione e investigatori che lavora dietro le campagne elettorali, sostiene che bombe da tirare su Trump non ce ne sarebbero, solo un lungo e costante martellante logorio sulle falle del carattere, sull'inappropriatezza del personaggio.

 

Non è un lavoro facile per il candidato Clinton; intanto Trump è stato preso sul serio tardi da tutti, i repubblicani erano partiti in 17, i favoriti erano Marco Rubio e Jeb Bush; inoltre Donald Trump è il villain di sé stesso, tutto è dichiarato, dal lusso alla personalità stravagante, dal disdegno per Washington al rifiuto del politically correct.

 

Infine ci si è messa di mezzo la strage di Orlando, e la campagna democratica deve rimodulare l'attacco furibondo che aveva preparato per il presunto razzismo verso i musulmani. Che resta? Anzitutto la speranza che in cinque mesi più o meno, tanti ne restano fino al voto, il ricordo di Orlando si affievolisca, poi la capacità di Hillary di essere più persuasiva una volta che la sua nomination è sicura, e anche il sostanzioso appoggio dei media nel dipingere un personaggio pericoloso e oscuro.

bill clinton hillary e donald trumpbill clinton hillary e donald trump

 

L'accusa pesante, che spaventa ed evoca tragedie, ripetuta dall'inizio dell'affermazione di Trump alle primarie, è quella del pericolo dell'uomo forte, come se non fossero tutti forti i presidenti degli Stati Uniti, forniti di formidabile potere, sia pur con contrappunto del sistema, come se Queen Hillary non intendesse, una volta eletta, essere forte. Dietro all'evocazione estemporanea del pericolo dell'uomo forte si nasconde, neanche tanto, ché il termine è stato usato in questa campagna, e non solo dai democratici, quella del fascismo. Scriveva Hannah Arendt che si evoca spesso la notte buia del fascismo che starebbe per calare sull'America, ma poi atterra sembra in Europa.

donald trump  in nevadadonald trump in nevada

 

O per dirla con the American Spectator, vecchio glorioso magazine conservatore un po' snob, anche se oggi i crisi, sul quale scriveva Tom Wolfe. gli americani non producono fascismo, figurati un tizio nato nel Queens, sono molto più intolleranti i suoi nemici di #NeverTrump, cresciuti in lussuosi college. Ma la parola fascismo echeggerà di qui all'8 novembre.

 

Naturalmente le affermazioni sessiste del candidato si contrappongono all'idea innovativa del primo presidente donna. Sul tema ha influito recentemente anche l'inchiesta del New York Times, un resoconto senza contraddittorio e senza dubbi sulle avance subite da collaboratrici e dalle donne frequentate dal tycoon. Non si va oltre un complimento spinto e una toccata di culo, rivolta a signorine che aspiravano a qualche titolo di miss, e che si sono risentite tutte assieme, alcune dopo venticinque anni; per Hillary il tema dell'uomo politico sessuomane è insidioso, ma il dossier è sul tavolo.

 

donald  trump caccia una donna musulmana dal suo rallydonald trump caccia una donna musulmana dal suo rally

Secondo i democratici, e non solo loro, la principale debolezza di Trump è la sua tendenza a fare uscite inappropriate per un presidente degli Stati Uniti, l' “inadeguatezza”. Grazie a quella, all'aver tratteggiato un personaggio da “Oltre il giardino”, il magnate è arrivato così lontano nella campagna elettorale. Va trattata quindi con grande cautela, i sondaggi dicono alla Clinton che il piombo nelle ali le viene dall'essere considerata una cinica politica di professione, sempre appropriata.

 

Le famose minoranze che minacciano l'uomo bianco. Dal muro con il Messico al bando dei musulmani, Trump è riuscito a risvegliare, rappresentare un'America esclusa dalla ripresa con argomenti che saranno anche di facile presa sull'elettorato bianco più arrabbiato, ma che nessuno avrebbe avuto il coraggio di utilizzare.

 

donald  trump  caccia una donna musulmana dal suo rallydonald trump caccia una donna musulmana dal suo rally

Si tratta ora di convincere tutti gli altri che sono le ragioni di una minoranza, non della nazione. La Clinton, al contrario, ha dimostrato di piacere a tutti gli altri, alle ex tradizionali minoranze, fondamentale in una elezione nella quale il 31% dei voti arriverà dagli ispanici, dai neri, dagli asiatici e dagli altri gruppi etnici più piccoli. Vincerà chi porta più gente al voto.

 

Uno degli obiettivi di Hillary è ritrarre Trump come un businessman spietato, che ha lavorato per tutta la sua vita difendendo solo interessi personali senza curarsi di quelli dei lavoratori, che ha in piedi centinaia di cause di lavoro, che, insomma, non paga il dovuto. Un egocentrico senza pudore, che non a caso ha avuto grande successo televisivo con The apprentice.

 

donald trump mangia tacos per il cinco de mayodonald trump mangia tacos per il cinco de mayo

Infine, i clintoniani lavorano a trovare prove di truffe ed evasioni fiscali. Il Daily Telegraph accusa Donald Trump di aver sottratto al fisco Usa 50 milioni di dollari attraverso un investimento «mascherato» da prestito, manovra dimostrata da un documento che Trump ha firmato nel 2007 . Durante un'azione legale degli ex dipendenti di Bayrock Group, società immobiliare partner di Trump, che ha compiuto con la islandese FL Group l’accordo, è venuta fuori l'accusa. Ci sarebbero due firme di Donald Trump su due «versioni» del contratto, una come investimento l'altra come prestito, nonostante i dubbi su irregolarità segnalati dai consulenti legali.

 

A New York la vendita di una partecipazione in una partnership obbliga i soggetti al pagamento di oltre il 40% in tasse del guadagno ricavato dalla vendita, ma se l’investimento viene classificato come un prestito, non si paga niente. Qui la ciccia ci sarebbe, ma possibile che quei canacci dell'’Irs, il fisco americano, non abbiano provato senza riuscirci a dimostrare la responsabilità di Trump? Secondo il Daily Telegraph, la furbata è stata nel far fare l’operazione alle due società coinvolte nell’affare.

 

donald trump e il progetto del muro con il messico  donald trump e il progetto del muro con il messico

Lo stesso legale di uno degli ex dipendenti ha dichiarato: «Non posso ancora dire se Trump abbia una responsabilità legale. Ma come cittadino americano so no preoccupato dall’idea di essere governato da un presidente che può essere stato così negligente o forse aver volontariamente ignorato».

 

E' materiale da approfondire, al pari delle accuse di mancati pagamenti alle maestranze, ebanisti, falegnami, idraulici, fornitori, delle sue imprese immobiliari, denunciate da Usa today. Lui risponde sprezzante: ”Non pago chi lavora male”. E' proprio qui il problema con Trump, che non conosce vergogna.