“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
1 – LA PORTAVOCE DEL MINISTRO TRIA CON DUE IDENTITÀ E UN PASSATO OSCURO: ''SE AVESSI COLLABORATO CON UN SERVIZIO SEGRETO NON SAREBBE STATO CERTO QUELLO BULGARO MA DI UN PAESE PIÙ IMPORTANTE'' - RENATA PAVLOV È A CAPO DELLA SEGRETERIA DEL MINISTRO DEL TESORO, È NATA NEL 1966 IN SLOVACCHIA MA INTORNO ALLA CADUTA DEL MURO USAVA ALTRE IDENTITÀ (ARTICOLO DEL 4 OTTOBRE 2018)
2 – I CONSULENTI DEL CAMBIAMENTO: DAL GABINETTO FOTOCOPIA DI MOAVERO AL COLLABORATORE DI TRIA CHE VIENE DA BANCA ETRURIA
Michele Sasso e Raphaël Zanotti per “la Stampa”
Il governo gialloverde, come tutti i governi precedenti, si avvale di collaboratori e consulenti. Persone competenti che lavorano gomito a gomito con i vari ministri. Alcuni sono nomi nuovi, che devono imparare a interfacciarsi con la macchina statale. Altri sono vecchie conoscenze, burocrati scelti spesso non per appartenenza politica ma perché conoscono a menadito gli anfratti della pubblica amministrazione. Quanto costano? In tutto circa 7 milioni di euro. Il governo del cambiamento non ha cambiato poi molto rispetto agli 8 milioni del precedente governo Gentiloni.
luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria
Dopo la prima puntata dedicata ai due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, prosegue l’inchiesta de La Stampa sugli uomini che oggi siedono nei posti di potere. Come sono stati nominati? Qual è la loro storia? I loro curriculum sono all’altezza del compito che sono chiamati a svolgere?
In questa seconda puntata è la volta del ministro dell’Economia Giovanni Tria, di quello agli Esteri Enzo Moavero Milanesi e della Giustizia Alfonso Bonafede. Buona lettura
Banca Etruria non spaventa Tria
Spulciando tra i collaboratori più stretti del ministro del Tesoro tutto ti aspetteresti tranne di veder spuntare fuori il nome Banca Etruria. E invece, nel ruolo di consigliere del ministro per l’organizzazione e lo sviluppo, c’è Claudia Bugno, ex membro del consiglio di amministrazione del famoso istituto all’epoca della sua gestione disinvolta. Il suo incarico ha avuto inizio il 7 agosto scorso, percepisce 75.561 euro l’anno.
All’epoca dello scandalo della banca si scoprì che i 13 ex amministratori e i 5 ex sindaci revisori avevano cumulato 198 posizioni di fido per ben 185 milioni di euro. Un piatto ghiotto per il Movimento 5 Stelle che aveva aspramente criticato il governo Renzi e il ministro Maria Elena Boschi che aveva il padre Pierluigi prima come consigliere e poi come vicepresidente. Poi, però, ritroviamo proprio Claudia Bugno con Tria: il ministero dell’economia lo devi pur fare andare avanti.
Il vero centro gravitazionale del ministero, tuttavia, è Renata Pavlov. Il capo della segreteria del ministro per un certo periodo ha mantenuto anche l’incarico di portavoce, fino a quando non è subentrata, nell’ottobre scorso, Adriana Cerretelli. Pavlov guadagna 160.000 euro l’anno. Ha un curriculum di tutto rispetto. Tria l’ha conosciuta quando entrambi lavoravano per Brunetta. Di padre slovacco e madre tedesca, Pavlov era l’assistente di Tria quando quest’ultimo era presidente della Scuola nazionale di pubblica amministrazione. Una volta diventato ministro, è stato naturale sceglierla come la sua più stretta collaboratrice.
renata pavlov alla scuola superiore della pubblica amministrazione con giovanni tria
Una curiosità: dopo 17 anni in via XX Settembre alla guida dello strategico ufficio che gestiva il debito pubblico italiano (una montagna arrivata a circa 2.300 miliardi di euro) la funzionaria Maria Cannata a inizio 2018 sembrava essere uscita di scena complice il raggiungimento dell’età pensionabile. E in effetti in quel periodo ha lasciato al suo braccio destro, Davide Iacovoni, la strategica direzione che si occupa proprio di debito pubblico.
Uscita dalla porta è però rientrata dalla finestra. Cannata, appena un mese dopo il pensionamento, è stata nominata (fino alla fine del 2018) componente del Collegio degli esperti di supporto al Dipartimento nelle attività connesse alla reportistica sulla gestione del debito pubblico. Incarico arrivato prima dell’assoluzione per il caso dei contratti derivati stipulati dal Tesoro nel 2011 con Morgan Stanley. Dopo sette anni di processo, i contratti sono stati considerati legittimi dalla Corte dei Conti anche se sono costati oltre 3 miliardi di euro alle casse pubbliche.
Da Alfano a Moavero nulla cambia
Per Enzo Moavero Milanesi, invece, squadra che vince non si cambia. E così agli Esteri ha portato gran parte dei collaboratori che aveva al tempo del governo Monti, da Cristiana Maria Menè (sua segretaria particolare, 68mila euro circa) a Nadia Ceretti (addetta ai rapporti tra il Gabinetto e la segreteria particolare, 35mila euro).
Moavero ha inoltre ereditato in pratica l’intero ufficio di Gabinetto che fu di Angelino Alfano: Maria Adriana Pancamo, Valeria Olivieri, Tiziana Santini, Rosa Maria Padolecchia, Laura Veltroni, Roberta Pasquini. L’acquisto, però, è stato meno conveniente: se la squadra costava 118mila euro ai tempi del governo Gentiloni, oggi il loro costo è salito a 215mila. A gestire l’organizzazione degli eventi istituzionali sarà sempre Pancamo, grazie alla sua precedente vita lavorativa come responsabile commerciale e di show room per i marchi Polo Ralph Lauren, Gucci e Valentino.
Da “Calciatori Brutti” alla Giustizia
Alla Giustizia il ministro Alfonso Bonafede si è portato Gioele Brandi come «dirigente social manager» a capo di un team che coordina gli interventi sui siti web, organizza campagne online e cura tutti i canali di comunicazione come Twitter, Facebook e Instagram.
Per comprendere l’importanza che per il ministro riveste l’area social network basti pensare che Brandi è il terzo collaboratore meglio pagato dello staff: 83mila euro tra trattamento economico fondamentale e accessorio. Lo supera di poco solo il capo della segreteria Tommaso Salvadori e il segretario particolare Daniele Longo, entrambi a 85.000.
Prima di arrivare alla corte del ministro Bonafede insieme alla sorella Flavia, Brandi ha creato la start-up di Content Marketing Web Side Story che ha come principale cliente il Movimento 5 Stelle. Come si legge dal resoconto delle spese della camera per il 2016 il M5S ha versato 435 mila alla Web side story per «migliorare ed accrescere la comunicazione all’esterno all’attività del gruppo, aspetto fondamentale nel rapporto con i cittadini, attraverso i social media come Facebook, Twitter e Instagram».
Anche Daniele Caporale, social media strategist di Luigi Di Maio alla Presidenza del consiglio, ha lavorato alla Web Side Story ma il suo trattamento economico è ancora in via di definizione. Si legge nel suo curriculum che, prima del prestigioso incarico, Caporale era editor a «Calciatori Brutti», sito con 1,5 milioni di follower.
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