DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica
Non passerà solo dai « temi » , l' alleanza di governo che il Movimento 5 Stelle è pronto a fare dopo le elezioni pur di guidare il Paese. Non sarà solo il programma - come Luigi Di Maio ha detto ieri a In mezz' ora - a essere messo al centro di future intese per la formazione di un esecutivo. È infatti da settimane, da quando il Quirinale ha fatto capire chiaramente che non darà il via libera a un governo che non abbia già una maggioranza sulla carta ( i contatti informali ci sono da tempo) - che i 5 stelle hanno intensificato la ricerca di nomi « terzi » e « inattaccabili » da mettere in campo per poter convincere tanto Sergio Mattarella che le forze politiche di cui serviranno i voti.
«Non so rispondere tra Lega e Liberi e Uguali - ha detto il deputato a Lucia Annunziata, che lo intervistava con Matteo Salvini - perché non so quale sarà la consistenza di questo o quel gruppo parlamentare » . Dipende dai numeri, quindi. Solo da quelli.
Il vicepresidente della Camera è stato per la prima volta molto chiaro. «Il nostro obiettivo è arrivare al 40% e governare da soli - ha spiegato - ma se non sarà così ci assumeremo comunque la responsabilità di governare. La sera delle elezioni faremo un appello. E incontreremo alla luce del sole chi vorrà rispondere». A quel punto, non offrirà solo temi come il reddito di cittadinanza (al centrosinistra) o gli sgravi «shock» alle piccole e medie imprese ( alla Lega), ma nomi che lo stesso Di Maio definisce « patrimonio del Paese, non dei 5 stelle».
Sono finiti i tempi in cui il candidato premier M5S diceva di diffidare dei governi " tecnici". Quelli in cui la senatrice Barbara Lezzi ( secondo cui l' aumento del pil era dovuto al caldo e ai condizionatori) ambiva al ruolo di ministro dello Sviluppo. I nomi che Di Maio sta cercando sono di tutt' altro tipo. E vanno dal procuratore anti 'ndrangheta Nicola Gratteri (che allarga il campo più di quanto non faccia il siciliano Nino Di Matteo) al magistrato ambientalista Raffaele Guariniello, passando per l' ormai noto sociologo Domenico De Masi ( che ieri era con lui a Milano a un evento sulla robotica) fino agli ex commissari alla spending review, Carlo Cottarelli e Roberto Perotti, con cui il candidato premier M5S vorrebbe avviare una collaborazione.
E a Diego Piacentini, l' ex vicepresidente di Amazon chiamato da Matteo Renzi all' Agenda digitale. In più, per strizzare l' occhio al centrodestra, si stanno cercando « uomini di Stato » sul modello " legge e ordine" per i ruoli di ministri dell' Interno e della Difesa.
Lo scouting è affidato a tre figure fondamentali: Vincenzo Spadafora, ex garante per l' Infanzia ora responsabile relazioni istituzionali del vicepresidente della Camera e sua ombra, insieme al portavoce Rocco Casalino. Luca Lanzalone, il presidente di Acea che aveva aiutato i cinquestelle nella trattativa per lo stadio della Roma e che fa ora da tramite, attraverso i suoi incontri, con il mondo dell' economia e della finanza.
E Riccardo Fraccaro, il deputato trentino fedelissimo della prima ora messo negli ultimi tempi « a caccia di ministri » . Strategia del tutto nuova, quindi. Anche per questo, non è il momento di cambiare regole come quella del limite dei due mandati. Al sindaco di Pomezia Fabio Fucci che vuole ricandidarsi dopo averli superati (uno era interrotto) Di Maio dice chiaro: «Ti sei messo fuori dal Movimento».
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