MANI IN ALTO, QUESTA E’ L’IMU! – SALASSO DI NATALE: PER LE CASE SFITTE L’ALIQUOTA SCHIZZA FINO A +240% - NIENTE PROROGHE, SCADENZA IL 17 DICEMBRE - A MILANO CHI HA GIA’ PAGATO 1.100 EURO DI PRIMA RATA AVRA’ UNA BATOSTA DI 2.043 EURO - ADDIO TREDICESIME, MA CHI STA PEGGIO SI RITROVERA’ CON LA SECONDA CASA CON L’INCUBO-PIGNORAMENTO - 20 MILIARDI DI GETTITO PER IL 2012…

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Antonio Castro per "Libero"

Fino al 240% in più per saldare il conto dell'Imposta municipale sugli immobili per una seconda casa lasciata sfitta. Che sarebbe stata una mazzata micidiale si intuiva. Ora - che metà dicembre si avvicina - gli italiani scoprono che è anche peggio di come avevano subodorato. Con nelle orecchie l'eco delle bonarie rassicurazioni («con l'Imu non cambierà niente...»), ci si avvicina prudentemente ai dolorosi conteggi per incassare la legnata e sborsare il dovuto.

C'è tempo fino al 17 dicembre per pagare e, visto che molti hanno saltato la prima rata di giugno, c'è da crederci quando il ministero del Tesoro sbandiera la certezza che non verrà concessa una proroga. Anche perché se non si incassano i quasi 20 miliardi nel 2012 il bilancio dello Stato avrà un profondo rosso difficile da giustificare con Bruxelles.

Libero ha chiesto all'Ufficio Studi di Arpe Federproprietà di stimare quanto andranno a pagare gli italiani che possiedono oltre alla prima casa dove vivono una casetta che lasciano sfitta. Se per caso la nonna di Milano vi ha lasciato una dignitosa casa, magari in centro, (di 100 metriquadri), certo non avrete da lamentarvi.

Però prima di Natale dovrete tirar fuori almeno 2.043 euro. Che vanno a sommarsi alla prima rata di giugno (per chi l'ha pagata) di 1.142 euro. In tutto fanno oltre 3.185 euro e spiccioli. Considerando che con la vecchia Ici si pagavano "solo" 939 euro dovrete sperare che l'amabile vecchietta vi abbia lasciato in eredità anche qualche soldino in contanti, altrimenti altro che Tredicesima.

Ci sarà da attingere anche allo stipendio (o alla pensione) e a quei quattro risparmi che ancora non avete speso per campare e pagare le bollette. «Per simili iniqui aumenti », commenta sconsolato il presidente di Federproprietà Massimo Anderson, «gli italiani saranno costretti a consegnare allo Stato le loro tredicesime. E quelli che non ce l'hanno (cassintegrati, disoccupati, lavoratori autonomi), dovranno intaccare i loro ultimi risparmi. Con questi metodi il Paese marcia rapidamente verso la deflazione».

Non vanno tanto meglio le cose a Napoli, Roma, Bologna e Torino. L'incremento rispetto a quanto si pagava di Ici per una casa sfitta è mediamente del 142%. I pochi esempi che riportiamo in pagina - per necessità di spazio e chiarezza - offrono uno spaccato devastante della portata reale della patrimoniale sugli immobili. Analizzando infatti - dal particolare al macroscopico - l'impatto della tassa sul mattone si scopre che, tra il 2012 e il 2012, le tasse sugli immobili sono cresciute di circa 9 miliardi per effetto dell'introduzione dell'Imu. E non si tratta di stime o di qualche pericoloso sovversivo che lancia l'allarme.

La stima è riportata dal nell'ultima fatica statistica del Dipartimento delle Finanze in collaborazione con l'Agenzia del Territorio. Nel dettaglio: «Nell'ultimo triennio il prelievo sugli immobili è cresciuto di circa 9 miliardi di euro (circa il 3%), soprattutto per effetto dell'introduzione dell'Imu, ed è inoltre significativamente mutato nella sua composizione».

E di questo gli italiani se ne erano accorti anche senza bisogno delle Finanze. Ciò che sconvolge, forse, è che quasi il 55% dei versamenti Imu arriva dal Nord mentre solo il 18% dal Sud. Il gettito, spiega il Rapporto, «non è equidistribuito a livello territoriale: l'imposta versata al Nord è pari al 54,8% del gettito complessivo mentre le quote del Centro e del Sud sono rispettivamente pari al 27,1% e al 18,1%. L'imposta media versata è invece maggiore al Centro (circa 746 euro) rispetto al Nord (circa 682 euro) e al Sud (circa 441 euro)». Per gli amanti delle statistiche sarà interessante sapere che l'importo medio dell'Imu è di circa 761 euro, valore che scende a 206 euro sull'abitazione principale.

Infine un dato aggregato, vale a dire la massa di quattrini prelevati con questa nuova tassa rivista (ampliata) e corretta: secondo le proiezioni, il gettito su base annua, escludendo l'imposta versata sulle aree fabbricabili e sui terreni, ammonta a 18,1 miliardi di cui oltre 3,3 miliardi derivano da versamenti sulle abitazioni principali.

Il totale Imu proiettato a fine anno si compone per il 18,4% del prelievo sulle abitazioni principali e per l'81,6% del prelievo sugli altri immobili. Inoltre dal rapporto emerge che il 68% dei contribuenti hanno effettuato versamenti Imu sull'abitazione principale e il 62% su altri immobili. Il confronto tra i dati Ici 2007 e Imu 2012, spiegano Agenzia del Territorio e Dipartimento delle Finanze, «mostra che, anche per effetto delle diverse detrazioni, l'incidenza dell'Imu è inferiore a quella dell'Ici per rendite catastali basse (fino a circa 660 euro), mentre per rendite superiori l'Imu risulta più elevata dell'Ici».

 

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