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Carmelo Lopapa per "la Repubblica"
Rullano i tamburi elettorali e il Pdl precipita nel caos. Primarie impallinate dallo spettro della crisi politica, una decina di deputati in fuga verso il centro, Berlusconi che scalda i motori e nuovi "barbari" alla Samorì intenti a scalare il partito.
Con il Cavaliere pronto a staccare la spina al governo e a innescare il voto anticipato, le consultazioni interne sognate da Angelino Alfano rischiano di naufragare prima di salpare. L'ex premier è apparso «motivatissimo» sulle ragioni di un'eventuale crisi e pronto a giocare la partita comunque in prima persona, durante il "gabinetto di guerra" a Palazzo Grazioli con Verdini, Letta e lo stesso Alfano.
Tutto è in bilico, al punto da aver indotto Berlusconi a rinunciare all'invito di Vespa per domani sera. E in queste stesse ore, sui capannelli pidiellini in Transatlantico è tornato ad aleggiare con insistenza il fattore "M", destinato a destabilizzare ancor più il quartier generale di via dell'Umiltà . Il tam-tam rimbalza da giorni, non a caso dopo l'ultimo fine settimana.
«Ci vorrebbe un Berlusconi del '94», ha spiazzato tutti il capo durante l'ultimo Ufficio di presidenza. A tutti è stato chiaro come il leader pensi a se stesso, in prima battuta, per un ritorno in grande stile. Soprattutto se il 25 novembre a vincere le primarie del Pd dovesse essere Bersani e non Renzi. Ma nel chiuso di Arcore - e lo scorso week end nella stretta cerchia volata in Kenya - è un'altra la pista presa in seria considerazione. E porterebbe appunto alla casella "M", come la figlia Marina.
Se il "titolare" rinunciasse, sarebbe lei il «dinosauro» promesso qualche giorno fa come arma finale. Pur sempre un «Berlusconi in stile â94» sognato dal patriarca. «Ma se la convincessi a fare questo enorme sacrificio, sarebbe per qualcosa di totalmente nuovo e rivoluzionario, niente a che fare con il Pdl» sostiene il Cavaliere coi pochi con cui ha sondato il progetto. Una sorta di "piano B", già tracciato nelle coordinate di massima.
E che prevede l'eventuale lancio in gennaio (salvo elezioni anticipate), proprio come avvenne 17 anni fa, a ridosso della campagna. Un battage imponente affidato alla macchina da guerra di Publitalia nelle 20 regioni. E infine liste e nomi in squadra mai visti e sentiti prima, stuoli di imprenditori e manager. Gli stessi che Silvio Berlusconi ha incontrato a Villa Gernetto e ad Arcore in questi ultimi mesi, costruendo una rete pronta all'uso. In fondo un replay, per modalità e anonima «freschezza» dei protagonisti, di quanto accaduto nel 1994.
E anche il nome evocherebbe il "miracolo" di Forza Italia di allora. Con Berlusconi padre «nobile» che correrebbe da capolista al Senato. Il «sondaggio » molto interno alla famiglia e ai vertici dell'impero mediatico è in corso. La presidentessa Fininvest e della Mondadori è volata a Malindi dal padre nel fine settimana. Per parlare di affari, per lo più. Ma in quell'occasione, raccontano, il pressing di Berlusconi senior si sarebbe fatto più serrato. Ma le resistenze sono parecchie. I sodali più ascoltati osteggiano l'operazione.
A cominciare da Fedele Confalonieri. E così, dicono, anche Dell'Utri e soprattutto Gianni Letta. Il presidente Mediaset, come sempre, per ragioni molto spicce e concrete. I conti del gruppo navigano in pessime acque e la figura di Marina sarebbe strategica per condurre in porto la delicata partita aperta con i fondi sovrani del Qatar per immettere denaro fresco nei bilanci che arrancano.
Ed è probabile che alla fine questo argomento sia ancora una volta decisivo anche nella strategia politica del padre. Certo è che la prospettiva di una successione familiare ha contribuito in queste ore a far lievitare ancor più la tensione nei gruppi parlamentari. Dove per altro tanti sono già in uscita.
«Daremo vita a un gruppo nel Misto la prossima settimana, dopo aver ascoltato Montezemolo sabato» spiega Giorgio Stracquadanio, tra gli sponsor dell'operazione fuga per la sopravvivenza con la Bertolini, Tortoli e altri. Obiettivo, gruppo autonomo di 20 nei prossimi giorni, quando altri colleghi li dovrebbero raggiungere «per sostenere le ragioni di un Monti dopo Monti» ragiona l'ormai ex berlusconiano. Alfano è concentrato ancora sulle primarie, ma consapevole che le chance di tenerle si sono ridotte.
Con sommo sconforto anche della Santanché, che a questo punto si era immedesimata nel ruolo della sfidante, come aveva avuto modo di dire a Berlusconi nell'ora di colloquio a Grazioli. Anche la Meloni starebbe sciogliendo la riserva per candidarsi.
«Ma io vi avevo avvertito che le primarie non si sarebbero dovute tenere, inutili e dannose» continua a ripetere il Cav agli interlocutori. Chi non si ferma più ormai è l'imprenditore modenese a lui vicino Gianpiero Samorì. Primarie o no, sabato e domenica a Chianciano terrà la convention dei "Moderati in rivoluzione", quasi 4 mila sarebbero gli accreditati del volto nuovo che intanto stasera sbarca nel salotto di Porta a Porta.
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