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UNA NUOVA SCIAGURA SI ABBATTE SU ROMA! DOPO L’ASSOLUZIONE ‘DISGRAZIO’ MARINO RIACCENDE I MOTORI: “ORA POTREI TORNARE IN CAMPO. HO SBAGLIATO A DIMETTERMI MA MI ARRIVARONO DUE BUSTE CON DEI PROIETTILI, IN UNA C' ERANO LE CARTUCCE DI UNA P38 SPECIAL. RENZI? NON MI HA CHIAMATO. MA MI HA TELEFONATO D’ALEMA...”

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Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

ignazio marinoignazio marino

“Daje sindaco!» gli ha gridato una signora con i capelli rossi mentre lui attraversava piazza Montecitorio. Inseguito dai reporter, Ignazio Marino è rimasto muto mentre camminava a passo svelto, con il solito zainetto nero sulle spalle, verso il portone di casa. Quello che doveva e voleva dire, l' ha detto nella conferenza stampa. E lì s' è tolto due sassolini dalle scarpe. Il primo era per Matteo Renzi: «Ognuno deve guardarsi allo specchio e vedere se ha davvero la statura dello statista oppure no. Le scuse? Bisogna avere umiltà e onestà intellettuale». Poi, quando gli hanno chiesto del commento di Matteo Orfini, non ha saputo trattenersi.

 

IGNAZIO MARINO 1IGNAZIO MARINO 1

PRIMA ha domandato "Chi?», come fece il premier con Fassina, poi ha parlato di «quei 26 accoltellatori con un unico mandante» che lo costrinsero a lasciare il Campidoglio. Adesso, sul divano beige della sua casa vicino al Pantheon, racconta come ha vissuto il giorno che poteva cambiare la sua vita - il pm aveva chiesto per lui tre anni, un mese e dieci giorni di carcere - e cosa succederà dopo il proscioglimento che ha segnato la sua rivincita.

 

GIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINOGIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINO

Cosa ha provato, mentre aspettava la sentenza? Ha pensato a quello che sarebbe successo se fosse stato condannato, come chiedeva il pm?

«Io ho sempre avuto una grandissima fiducia nella magistratura. In Senato, ogni volta che arrivava una richiesta da una Procura, io votavo a favore, anche in dissenso dal mio partito».

 

La sentenza chiude il capitolo giudiziario. Ma questa inchiesta ha segnato la sua vicenda politica: lei è stato prosciolto, ma non è più il sindaco di Roma. Il tempo non torna indietro.

«Ci sono cose che non potranno mai essere sanate del tutto. È come quando uno viene operato: anche se guarisce, la cicatrice rimane. E io ho subìto molte ferite, dalla Panda rossa alle accuse sugli scontrini, che però mi hanno permesso di riflettere, di capire i miei limiti e di guardare avanti con maggiore forza».

maria elena boschi ignazio marinomaria elena boschi ignazio marino

 

La ferita più dolorosa?

«Vedere il partito di cui sono stato orgoglioso fondatore che si riunisce insieme agli eletti della lista di Alemanno da un notaio per destituire il sindaco democraticamente eletto. Una delle scene più cupe della democrazia. In quel momento, insieme a me sono stati violentati 700 mila romane e romani».

 

Dunque la cicatrice con il Pd non si richiuderà mai più?

«Ma il Pd è fatto anche da quelle persone che stasera manifestavano sotto casa mia, donne e uomini di sinistra».

 

ignazio marino er piu mattoignazio marino er piu matto

Li ho visti. Gridavano: «Non siamo grillini, non siamo renziani, siamo marziani». E ho visto anche quella signora dai capelli bianchi che, abbracciandola, le ha detto: "La vogliamo segretario del Pd". Dunque le chiedo: vuol fondare un suo movimento o è possibile un suo ritorno nel Pd?

«Su questo non mi sono interrogato. Finora ho pensato soprattutto a ristabilire la verità.

Avevo detto che mi prendevo un anno di riflessione, e lo farò. Io non sono proprio, di indole, un capopartito. Non lo sarò mai. Posso produrre idee e studiare. E certo sento il dovere morale di continuare a impegnarmi per il mio Paese e per la mia città».

 

È passato un anno esatto dall' 8 ottobre 2015, il giorno in cui lei gettò la spugna. Col senno del poi, qual è stato l' errore più grande che vorrebbe non aver commesso?

IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO     IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

«Forse non mi sarei dovuto dimettere. Ma è vero che io subivo un' enorme pressione. Non solo io, ma anche la mia famiglia. Mi arrivarono due buste con dei proiettili, in una c' erano le cartucce di una P38 special con questo messaggio: "I prossimi proiettili serviranno per bucare te, tua moglie e tua figlia. E sappiamo dove vive tua figlia". Poi, certo, ci fu l'assedio politico e l' aggressione mediatica…».

 

Nella conferenza stampa lei ha detto che «qualcuno disse che era stato organizzato un golpe». Un anno dopo, cosa rimprovera a Matteo Renzi?

«Non ho davvero nulla da dire a Renzi. Solo che sono sbigottito, come tutti i romani, per quello che è accaduto a Roma. La cosa peggiore che può capitare a una città è che qualcuno ne determini l'instabilità. E purtroppo Roma dall' estate del 2015 vive in una grande instabilità amministrativa».

IGNAZIO MARINO PRIMA DELLA TINTAIGNAZIO MARINO PRIMA DELLA TINTA

 

Renzi l' ha chiamata, oggi?

Marino sorride. «No. Mi hanno chiamato Graziano Delrio, Giancarlo Caselli, Leoluca Orlando, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, Massimo D' Alema, Walter Veltroni, Pier Luigi Bersani…».

 

Cosa le hanno detto D' Alema e Veltroni?

«Con Massimo abbiamo un vero rapporto di amicizia, nato quando ancora non avevo nulla a che fare con la politica. "Finalmente la verità emerge" è stato il suo commento. Walter mi ha mandato un affettuoso sms scrivendomi di essere molto contento. Ho parlato anche con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che era il prefetto di Roma quando ero sindaco. "Giustizia è fatta", mi ha detto».

 

IGNAZIO MARINO PARRUCCHIERE ROCCOIGNAZIO MARINO PARRUCCHIERE ROCCO

La sindaca Raggi è intervenuta nel suo processo per chiederle 600 mila euro per il danno d' immagine che la città avrebbe subìto per colpa sua. Che effetto le ha fatto, sentirsi chiedere i danni dal Campidoglio?

«Mi aspetto che la sindaca si impegni con la stessa determinazione con cui io ho trovato 13 milioni di euro di finanziamenti, grazie ai quali lei ha potuto inaugurare con la fascia tricolore la scalinata di piazza di Spagna restaurata».