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Curiosità dai giornali
REFERENDUM SULL’AMA I SINDACATI NON CI STANNO “MARINO VUOLE LA GUERRA”
«Hanno finalmente detto la verità: il sindaco vuole privatizzare tutto lo spazzamento. Sono voluti arrivare allo scontro aperto». Le parole di Natale Di Cola, segretario di Filt Cgil Roma e Lazio, interpretano il sentire di tutti i sindacati. Cgil, Cisl, UIl e Fiadel hanno avuto un primo incontro con gli assessori Estella Marino e Marco Causi venerdì notte, dopo l’approvazione in giunta della delibera sull’affidamento del servizio per 15 anni ad Ama.
Un nuovo confronto ci sarà, ma le asce di guerra sono già state dissotterrate: la mobilitazione continua, sempre domani attivo straordinario con i delegati sindacali per decidere la strategia e da giovedì assemblee tra i dipendenti dell’azienda nelle 72 sedi di lavoro. Lo sciopero è ancora previsto, ma non più il 28 settembre. Perché mancano i tempi tecnici per la proclamazione, ma anche perché i sindacati sperano nel dibattimento della delibera in Aula e nella possibilità di modificare quella parte sul monitoraggio del servizio e l’affidamento dello spazzamento ai privati che proprio non digeriscono.
«Hanno semplicemente fatto slittare la privatizzazione al 31 luglio 2016 — accusa Alessandro Bonfigli, segretario della Fit Cisl Lazio — Un modo per far svolgere il Giubileo senza contrasti sociali e poi partire con l’affondo. Il monitoraggio di cui parla il sindaco è una scusa, perché il suo obiettivo è chiaro: arrivare alla privatizzazione».
ignazio marino spazzino 568187
«Non crediamo che l’apertura ai privati, laddove il pubblico non ce la fa, sia un’eresia», ribatte a distanza il sindaco. «Abbiamo dato ad Ama una grande prova di fiducia — dice ancora — l’affidamento per 15 anni ha un valore finanziario di 10 miliardi, cifre davvero molto importanti».
I sindacati obiettano che, a fronte di questo investimento, quello che manca è l’investimento sul progetto di efficientamento che andavano costruendo con l’azienda. «Che senso hanno gli accordi dell’8 agosto se il nostro lavoro è a tempo? — protesta Bonfigli — Quasi a voler aspettare di verificarne il fallimento sul campo il 31 luglio 2016».
Venerdì, parlando con i giornalisti, il sindaco ha fornito i numeri di addetti all’igiene urbana nelle varie capitali europee. A Roma un addetto ogni 367 abitanti, a Londra uno ogni 569, a Berlino uno ogni 621. Nelle 28 capitali europee la media è di un addetto ogni 449 abitanti. «Anche di questi numeri dovremo tener conto», ha sottolineato Marino. «Quei numeri hanno un limite — dice Di Cola — Sono i numeri dei dipendenti pubblici, ma solo a Roma gli operatori ecologici sono tutti pubblici. Nelle altre capitali bisogna aggiungerci il personale delle cooperative e delle imprese private».
Intanto l’Ama sta avviando il licenziamento dei 41 dipendenti assunti a chiamata diretta per motivi clientelari sotto Parentopoli. Gli avvocati stanno studiando la sentenza del tribunale penale. «Sono contento della decisione di Ama», commenta il sindaco.
ANCHE SEL DICE NO E IL PD SI DIVIDE CAOS MAGGIORANZA
Il pacchetto di delibere su Ama rischia di diventare il vero banco di prova della “fase 2” inaugurata dal sindaco Marino a fine luglio con la nascita della terza giunta di centrosinistra nell’arco di due anni.
ROMA MONNEZZA E PICCIONI ALL ARCO DI TRIONFO
Un banco che però già così è assai traballante, per via dell’appoggio esterno proclamato da Sel due mesi fa, e che da martedì — giorno in cui l’assemblea capitolina sarà chiamata a pronunciarsi sulle linee guida dell’Ama, il contratto di servizio e l’affidamento dello spazzamento per 15 anni — potrebbe addirittura schiantarsi. Aprendo l’ennesima crisi politica di un’amministrazione senza pace.
A dirlo sono i numeri: senza i vendoliani, che hanno subito espresso la loro contrarietà, il resto della maggioranza raggiungerebbe a stento 24 voti, ossia la metà esatta dell’aula. Poiché però le posizioni nel Pd sono piuttosto variegate, preda di un malumore che travalica il merito della questione, il rischio che si vada sotto è molto alto: quasi una certezza.
Tanti i consiglieri sul piede di guerra per l’ennesima decisione della giunta di mettere l’assemblea davanti al fatto compiuto, «senza neppure fare un passaggio con il principale partito, che poi sarebbe anche il loro partito: la verità è che siamo al buio, nessuno sa niente, leggeremo le delibere direttamente in aula». Forti i mal di pancia per la fuga in avanti del sindaco che, senza consultarsi, prima ha proposto la privatizzazione dello spazzamento in almeno due municipi e poi ha fatto una mezza marcia indietro, parlando di referendum, presto tramutato in una generica verifica dei cittadini sulla qualità del servizio. Se a questo si aggiunge l’annullamento dell’incontro che Marino aveva fissato l’altro ieri coi capigruppo di centrosinistra prima della giunta, il quadro dell’insofferenza è completo.
monnezza a roma dal sito romafaschifo
Risultato? «Insistere sulla privatizzazione di Ama non migliora la qualità del servizio, penalizza i lavoratori, rende più opaca la gestione. Questa scelta è peraltro fuori dal programma e da qualsiasi accordo di maggioranza in Campidoglio: per questo i nostri voti non ci saranno. Il sindaco, la giunta e il Pd dicano con chiarezza se vogliono il confronto con Sel o andare avanti da soli », hanno tuonato ieri Peciola e Cento.
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Subito convocati dall’assessore Estella Marino per tentare di rimettere insieme i cocci. Il fatto è che i problemi più grandi stanno tutti dentro i Democratici. E anche se il capogruppo Panecaldo ostenta ottimismo — «Chi è contro non ha letto bene la delibera, noi affidiamo il servizio per 15 anni ad Ama e la verifica sull’efficienza ai cittadini: sono fiducioso che anche Sel alla fine ci starà, altrimenti in seconda convocazione (con il quorum più basso, ndr ) ce lo approveremo da soli» — molti dei suoi rumoreggiano. Tra questi, Palumbo, Stampete, Piccolo e Fannunza.
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«Non si può continuare così», denuncia apertamente il renziano Orlando Corsetti, «ci mettono sempre nelle condizioni di votare atti in scadenza, eppure si sa da mesi che il 27 settembre il contratto di servizio sarebbe cessato e che senza il nostro ok l’Ama si paralizza, precipitando Roma nell’emergenza. Nessuno di noi vuole assumersi la responsabilità di trovarsi con la città invasa dai rifiuti, ma bisogna trovare una soluzione. Anche se sarà davvero complicato: le opinioni, tra di noi, sono molto diverse. Certo è che così com’è la delibera io non la voto». Manca solo una settimana. Il disastro è alle porte.
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