DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Ignazio Ingrao per "Panorama"
Dopo la presentazione del piano di risanamento e il deposito della domanda di concordato preventivo, per il San Raffaele si aprirà un nuovo capitolo che fa tremare i vecchi amministratori: banche e fornitori dell'ospedale chiedono infatti che il nuovo management, guidato da Giuseppe Profiti, dia il via ad azioni di responsabilità con possibili conseguenze penali nei confronti di quanti hanno gestito la struttura in passato.
Proprio il timore di questa azione, si scopre ora, avrebbe spinto Mario Cal al suicidio.
Il braccio destro di don Luigi Verzé, morto il 18 luglio scorso, fino all'ultimo avrebbe tentato di proporre ai creditori un accordo di ristrutturazione del debito, con l'aiuto dell'imprenditore sanitario Giuseppe Rotelli. L'obiettivo di Cal, secondo quanto stanno ricostruendo gli inquirenti, era evitare l'azione di responsabilità da parte del nuovo consiglio d'amministrazione e le conseguenze penali per le operazioni finanziarie che aveva compiuto con o senza l'avallo del fondatore del San Raffaele.
Vista l'impossibilità di ristrutturare il debito, per la resistenza dei creditori e la ferma opposizione di don Verzé, Cal avrebbe ceduto alla disperazione vedendo crollare il progetto di una vita e temendo di finire in carcere. Ma ora l'azione di responsabilità potrebbe partire nei confronti degli altri amministratori del San Raffaele. La proporrebbero i soci della newco i quali, in base al piano presentato nei giorni scorsi, si sono offerti di acquistare l'insieme delle attività «core» del San Raffaele (ospedale, centri di ricerca, università ) mettendo sul piatto una prima tranche di 250 milioni di euro dello Ior, per cominciare a fare fronte a 1.500 milioni di euro di debiti del gruppo.
L'azione di responsabilità ha due obiettivi: recuperare risorse attraverso un'eventuale richiesta di risarcimento danni ai vecchi amministratori e, soprattutto, segnare una netta discontinuità operativa e gestionale col passato. Da questa azione sarà tenuto fuori don Verzé, al quale sono state offerte la presidenza della nuova fondazione (con poteri di gran lunga affievoliti rispetto al passato) e la guida dell'università .
La nuova struttura del gruppo prevede la creazione della newco, che avrà la forma giuridica di una società per azioni, e accanto a essa una nuova fondazione che continuerà a raccogliere il 5 per mille. Per questo il nuovo consiglio d'amministrazione ha cominciato a sostituire alcune caselle importanti al vertice dell'ospedale, legate alla passata gestione, come il direttore finanziario Mario Valsecchi e la sovrintendente sanitaria, Gianna Zoppei.
Resta, almeno per il momento, il direttore sanitario Roberto Mazzuconi. Ma la vera domanda in queste ore riguarda chi affiancherà il Vaticano nel piano di salvataggio. Rimangono da trovare almeno altri 200 o 250 milioni di euro oltre a quelli messi dallo Ior.
Per ora sarebbero disponibili a entrare in società con il Vaticano l'imprenditore genovese Vittorio Malacalza (socio di Marco Tronchetti Provera), il finanziere Giuseppe Garofano dell'Opus Dei (ex presidente della Montedison e fondatore della holding Alerion) e, pare, anche la famiglia Moratti. Più una cordata di altri imprenditori interpellati dal presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi. I conferimenti dei nuovi imprenditori potrebbero confluire in un fondo mobiliare che entrerebbe nel consiglio d'amministrazione.
A differenza del precedente piano di salvataggio predisposto da Carlo Salvatori, le banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl, Mps, Bpm e Popolare di Sondrio) non sarebbero più disponibili a entrare nel capitale del San Raffaele e punterebbero solo al recupero dei circa 500 milioni di euro di crediti garantiti che vantano nei confronti del gruppo ospedaliero.
Don Verze' e Mario Calgiuseppe profitiVITTORIO MALACALZAGiuseppe Rotelli ETTORE GOTTI TEDESCHI
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