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Francesco Bonazzi per Dagospia
Non hanno siglato la pace solo perché' l'avevano già ' fatto in privato, due giorni dopo le primarie, grazie a una lettera personale mandata dal più' anziano al più' giovane. Oggi Massimo D'Alema e Matteo Renzi sono andati oltre. Hanno archiviato tre anni di attacchi reciproci a mezzo stampa con la promessa del premier di impegnarsi a fondo perché' l'Italia sia rappresentata "da persone del massimo livello" nelle istituzioni europee.
Tradotto dalla scaramanzia e dalla prudenza renziana: il governo tenterà ' di piazzare il mago Dalemix in una poltrona del Consiglio o della Commissione di Bruxelles. Ma non lo candiderà ' alle elezioni, per dare spazio "a leader e amministratori rappresentativi". Per restare alla Puglia ex dalemiana, largo a gente come Michele Emiliano, sindaco di Bari che e' ancora una macchina da voti.
L'occasione della pace pubblica tra il Rottamatore e uno dei rottamati eccellenti e' la presentazione del libro di Baffino sull'Europa (Rubbettino Editore) nella vecchia borsa romana di piazza di Pietra. Il premier e il leader Massimo arrivano insieme, posano sorridenti per i fotografi. In prima fila ci sono le teste candide di Franco Marini, Gaetano Gifuni e perfino Uolter Veltroni. Non mancano boiardi con poltrona in scadenza come Vito Riggio (Enav) e Paolo Andrea Colombo, presidente Enel.
Si parla di Europa della moneta, di Europa dei popoli e di Europa dei troppi vincoli finanziari. Si vola alto. Inizia il presidente del Consiglio e Dalemix si gira per studiarlo meglio, con l'attenzione di un entomologo. Pittibimbo ha dimenticato la cravatta a casa, ma lui lo perdona e lo ringrazia per l'onore della sua presenza. E non si accorge che il giovane segretario del partito ogni tanto giocherella con il telefonino.
Il primo sussulto arriva dopo mezz'ora, quando l'ex Migliore di Gallipoli accenna soddisfatto, ma con grande pudore, che in passato "c'e' stata qualche incomprensione", ma adesso sono qui insieme a progettare il futuro del Continente. Renzie lo interrompe e svela la storia della lettera di chiarimenti che ha ricevuto dopo le ultime primarie vinte.
Il siparietto non e' preparato e a D'Alema viene un mezzo colpo. Non sia mai che Matteuccio adesso la tira fuori. C'e' pure Veltroni, li' in prima fila, con gli occhialoni da regista della Derniere Vague che già ' luccicano speranzosi.
Il direttore del Tg1, Mario Orfeo, chiamato a moderare la pax renziana, si immola, arraffa il microfono e ammonisce con garbo: "No, sms e lettere personali sono private...". Renzi si gode la scena e poi rincula con eleganza: la sostanza e' che si sono gia' chiariti e "ci siamo sempre parlati tra noi, anche quando i dalemiani e i dalemini non mi parlavano perché' attaccavo D'Alema".
Si va avanti ancora un'ora dibattendo sugli ultimi vent'anni, con Dalemix costretto a vantare i successi di Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi in Europa. E Renzie, generoso, a ricordare che i governi di centrosinistra si fecero onore anche nei Balcani. Un modo elegante per ricordare anche la presidenza D'Alema. Insomma, adesso che ha rottamato tutti, e' perfino il momento di qualche ringraziamento.
Ma sono i titoli di coda. Il segno della resa, se vogliamo della pantofola baciata, e' una piccola concessione linguistica. Quella di Dalemix che definisce l'idea grillina di un referendum sull'euro "una bischerata". Per la prima volta, il sindaco di Firenze lo guarda con sincero stupore.
Poi, proprio alla fine, la domanda concordata di Orfeo al premier in pieno stile Bruno Vespa. "Alle europee candidate D'Alema, che ha scritto un libro che le e' piaciuto così' tanto?" Renzie dice che no, verranno candidate "le figure più' forti che abbiamo, specialmente sul territorio, perché' se il Pd diventerà ' il secondo partito nel Pse conteremo di piu', mentre come governo faremo del nostro meglio per sostenere candidature forti e autorevoli nelle istituzioni europee". D'Alema, con gli occhi fissi sul tavolo, incassa l'endorsement pubblico, indiretto ma inequivocabile.
Mesi fa, quando ancora se le davano di santa ragione, Renzie una volta disse che "la grande intelligenza non ha evitato a D'Alema grandi errori". Ma quella letterina segreta e' stato un bel colpo e oggi se ne sono visti i primi frutti.
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