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Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"
Alberto Zangrillo, da oltre 10 anni medico di fiducia di Silvio Berlusconi, è partito per l'ennesima crociata su Twitter in difesa del Cavaliere: «Trovo insopportabili le alchimie politiche e le faide interne - si giustifica al telefono -. Ma non spetta a me esprimermi sugli affari del Pdl».
Il sito Dagospia l'ha appena definito lo «Zangrillo parlante»: ogni volta che l'ex premier è in difficoltà il dottore, 55 anni, una carriera prestigiosa all'ospedale San Raffaele di Milano (direttore della Scuola di anestesia e rianimazione e prorettore dell'ateneo Vita Salute), corre in suo aiuto. Tra mille polemiche: spesso la risposta più gentile che riceve è «Vergogna». L'hanno anche accusato di essere stato compiacente nei confronti dell'ex premier e di averlo fatto ricoverare per bloccare i processi. «Ma io sono un uomo libero, con un mestiere - dice -. Non mi devo vergognare di nulla».
L'altro giorno Zangrillo è tornato alla ribalta con il tweet in difesa di Marina Berlusconi, appena invitata a presentarsi a eventuali primarie: «Marina continuerà a fare il suo mestiere anche se il suo quid la lancerebbe al 90 x 100 in caso di primarie. Tempo perso».
Ma è impossibile limitarsi a fare il medico (di fiducia)? Perché intervenire contro l'onorevole Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, convinta solo che la leadership non si eredita, ma si guadagna sul campo? «Io non voglio dire cose che non mi competono - ribadisce lui -. Ma Berlusconi, uomo di una generosità rara, ha cambiato la vita a onorevoli, senatori e ministri».
Bisogna arrivare al punto, inutile girarci intorno: «à arrivato il momento in cui tutti devono rispettare Berlusconi e parlare di lui come ha sempre fatto Marina, capace di esprimersi poco ma di volare alto». Di fronte all'osservazione che Marina è la figlia del «capo» mentre gli altri sono politici in carriera, Zangrillo rincara la dose: «Ma tutti devono essere pronti a sacrificarsi per salvaguardare un leader che ha fatto una battaglia in nome del Paese. à l'ora della responsabilità ».
Zangrillo è stato al fianco di Berlusconi nel momento del verdetto della Cassazione che lo ha condannato a quattro anni per frode fiscale (e, di conseguenza, agli arresti domiciliari o ai servizi sociali). «Ma non l'ho fatto per motivi di salute - chiarisce -. Solo per amicizia».
E ieri, dopo che il segretario del Pd Guglielmo Epifani si è espresso in nome della legalità («Per Berlusconi non c'è via d'uscita»), il medico di fiducia ha avuto un nuovo sussulto: «Tutti sanno che il leader è lui e che senza Berlusconi nulla potrà essere come prima - scandisce -. à il motivo per cui non bisogna fare polemiche inutili». à Marina, dunque, l'erede alla leadership? «Lo deciderà Berlusconi. Certo è che se si dovesse arrivare al sacrificio, tutti dovranno serrare i ranghi. E vincere le elezioni».
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