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ANCHE AL MEETING DI CL, È SEMPRE MELONI CONTRO SALVINI – LA DUCETTA SI È INDISPETTITA E HA MINACCIATO DI NON ANDARE A RIMINI. LA PREMIER, IN MODALITÀ “S-FASCIO TUTTO IO”, SI ASPETTAVA DI ESSERE COLLOCATA IN CHIUSURA DEL MEETING: QUANDO HA SCOPERTO CON FASTIDIO CHE IL MINISTRO DEI TRASPORTI AVREBBE PARLATO DOPO DI LEI, ANCHE SE A UN PANEL SULLE INFRASTRUTTURE, HA SCAPOCCIATO…
Estratto dell’articolo di Francesco Bei per www.repubblica.it
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Alla fine verrà, ma c’è stato un momento in cui Giorgia Meloni ha fatto tremare i vertici di Comunione e liberazione, lasciando filtrare l’ipotesi che potesse solo collegarsi in video anziché mettere piede tra gli stand di Rimini. Verrà, ma la tentazione di dare forfait è stata forte.
Perché la premier, che si aspettava di essere collocata in chiusura del Meeting, con il posto d’onore nell’agenda, ha scoperto con fastidio che a un altro era riservata l’ultima parola.
Uno di Cl? Macché, proprio quel Matteo Salvini che ha passato l’estate a fare da controcanto alla linea pro-Ucraina del governo. Che è stato piazzato al pomeriggio di mercoledì in un panel su strade e autostrade, ma che di fatto sarà l’ultimo esponente di governo a prendere la parola.
MATTEO SALVINI NEL PROGRAMMA DEL MEETING DI RIMINI
Di questi tempi la premier è incline al sospetto e a poco sono valse le spiegazioni che il dibattito, in realtà, non uscirà fuori dai binari strettamente tecnici delle infrastrutture, anche perché a palazzo Chigi sanno bene che a Salvini basta mettergli un microfono davanti e la battuta è assicurata.
C’è poi un’altra ragione a spiegare lo scarso entusiasmo con cui Meloni, alla fine, ha confermato l’appuntamento. Le hanno detto infatti che è prassi di tutti gli ospiti politici fare un giro degli stand per salutare i volontari e affacciarsi alle tante mostre del Meeting. Un rito a cui si è sottoposto di buon grado persino l’algido Draghi. Il problema è che, durante questi tour, i politici sono assediati dai numerosi giornalisti presenti ed è difficile, se non impossibile, sottrarsi alle domande e far finta di non sentirle.
Nel caso di Meloni, non si potrebbero evitare le polemiche intorno al ministro Schillaci o le posizioni anti-francesi di Salvini, su cui la premier vorrebbe continuare a mantenere il suo silenzio.
E proprio Rimini […] è stata la camera dell’eco dove sono risuonate più forti le tensioni dentro il governo. Un paradosso per una manifestazione con il cuore che batte per il centrodestra. Non c’è stato giorno che qualcuno non battibeccasse o smentisse qualche collega.
Ha iniziato il ministro dell’Interno Piantedosi, irritato perché il titolare dei Beni culturali Giuli aveva fatto intendere che Casapound potesse avere una sorta diversa dal Leoncavallo. […] E poi ci si è messo il ministro Giorgetti, con il suo «pizzicotto» da dare alle banche, ree di non trasformare in prestiti per le famiglie i soldi fatti con i tassi di interesse alti. Ed ecco la smentita di Tajani a favore della banche, sia contro Giorgetti sia contro l’anti-Macron Salvini, che se ne stesse al posto suo e lasciasse «la politica estera alla competenza del presidente del consiglio e del ministro degli esteri». E poi la defezione di Schillaci, la Roccella che non viene. Un Meeting da incubo.
GIORGIA MELONI NEL PROGRAMMA DEL MEETING DI RIMINI
GIORGIA MELONI E MANOS NIKOLIDAKIS A LINDOS - ISOLA DI RODI
GIANCARLO GIORGETTI AL MEETING DI RIMINI
i leader dei partiti confabulano al meeting di rimini
SALVINI MELONI LETTA AL MEETING DI RIMINI
mario draghi al meeting di rimini
mario draghi al meeting di rimini 2025
tajani al meeting di rimini 4
antonio tajani al meeting di rimini
antonio tajani al meeting di rimini
antonio tajani al meeting di rimini
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