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MEJO DI MONTI! – RENZI INFILA IL DECRETO SALVA-POPOLARI (E SALVA BOSCHI SENIOR) NELLA LEGGE DI STABILITÀ – VISTO CHE CI SONO 100 MILA OBBLIGAZIONISTI CHE LA PRENDONO NELLA GIACCA, IL PREMIER CAZZARO BLINDA LA LEGGINA CON IL VOTO DI FIDUCIA E PREVIENE L’OSTRUZIONISMO DI LEGA E GRILLINI

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1. RENZI INFILA I CRAC BANCARI NELLA MANOVRA

Francesco De Dominicis per “Libero Quotidiano

 

Con le opposizioni agguerrite e pronte a dare battaglia, magari pure con qualche gioco sporco, il governo decide di mettere al sicuro il decreto sui crac bancari. A palazzo Chigi temono l' ostruzionismo, in particolare della Lega e del Movimento 5 Stelle, sulle norme che hanno dato il via al salvataggio di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria. Norme assai discutibili che anticipano, di fatto, il cosiddetto bail in, vale a dire il meccanismo europeo che chiama in causa azionisti, obbligazionisti e correntisti (quelli con depositi maggiori a 100mila euro, ma in questo caso sono stati «graziati») per ripianare i «buchi» degli istituti prossimi al fallimento.

RENZI PADOAN RENZI PADOAN


Il premier Matteo Renzi sta seguendo il caso in prima persona. La questione è delicatissima e il treno, partito al fotofinish, non deve deragliare. Fatto sta che il provvedimento d' urgenza approvato domenica pomeriggio dal consiglio dei ministri, a mercati finanziari chiusi, potrebbe confluire dentro la legge di stabilità. L' ex finanziaria, licenziata dal Senato la scorsa settimana, ora è all' esame della Camera e qualche correzione è già prevista.


In mezzo al solito pacchetto di emendamenti, dunque, potrebbe finire anche tutto il decreto sulle banche. Una mossa che lascia intravedere la richiesta del voto di fiducia, da parte del governo, sia a Montecitorio sia a palazzo Madama, dove il testo della manovra sui conti pubblici dovrà tornare per la «seconda lettura». La legge di stabilità gode di una serie di privilegi nell' iter parlamentare ed è un veicolo blindatissimo, capace di resistere a qualsiasi tipo di bastone fra le ruote.

banca marchebanca marche

 

E poco importa se il decreto sulle banche nulla ha a che vedere (in teoria) con la finanza pubblica (in realtà, come spiegato ieri su queste colonne, l' impatto sui conti statali è pari a 1,5 miliardi di euro, tra sgravi fiscali alle banche e garanzia della Cassa depositi e prestiti).

lauro costa massimo bianconi banca marchelauro costa massimo bianconi banca marche


Proprio ieri è arrivata una buona notizia per gli istituti di credito: tra gli emendamenti alla manovra, troverà spazio la misura volta a correggere un «errore» sui tagli Ires previsti per tutte le imprese. Per una serie di ragioni tecnico-contabili, quei tagli avrebbero cagionato un inasprimento dei versamenti per 4-5 miliardi a carico delle banche. La sforbiciata da 2 miliardi, tuttavia, verrà rinviata al 2017 per lasciare spazio alla spesa per la sicurezza e per la scuola.


La polemica sul salvataggio dei Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria è destinata a crescere ancora. Il piano, disegnato dalla Banca d' Italia con i grandi gruppi creditizi del Paese e portato sul tavolo di palazzo Chigi a scatola chiusa, ha scatenato le polemiche fra chi ha pagato il conto delle perdite, cioè azionisti e titolari di bond subordinati. Titoli che da lunedì mattina sono letteralmente carta straccia: valore «zero». Per quanto riguarda le «subordinate», che hanno un rendimento maggiore e scontano, pertanto, un rischio più alto di altri bond, sono stati azzerati in tutto 728 milioni.

BANCA ETRURIABANCA ETRURIA

 

Nei forum finanziari in giro sul web, si leggono storie incredibili (tra pensionati e risparmiatori del tutto inesperti) che lasciano intravedere una valanga di azioni legali i cui esiti, al momento, non sono semplici da pronosticare. In tutto oltre 100 mila soggetti coinvolti. Le associazioni dei consumatori, tra cui Adusbef e Adiconsum, affilano le armi.

 

Nel mirino gli ex manager. Le previsioni giuridiche sono complesse, ma la sensazione è che il bail in in salsa italiana (avallato dal governo forse con poca consapevolezza) aprirà le porte a un altro capitolo del «risparmio tradito».

 

2. E LE FONDAZIONI DA SOLE SI SONO FUMATE 800 MILIONI DI EURO

F.D.D. per “Libero Quotidiano

 

PIER LUIGI BOSCHIPIER LUIGI BOSCHI

Anche le Fondazioni bancarie si leccano le ferite dopo il mega salvataggio bancario made in Italy. Il tratto di penna della Banca d' Italia non solo ha ridotto dell' 80% il valore delle sofferenze di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopSpoleto. Con la discesa in campo del Fondo di risoluzione di via Nazionale sono stati azzerati, contemporaneamente, sia il valore delle obbligazioni subordinate sia quello delle azioni. Quest' ultime in mano per buona parte proprio agli enti creditizi. In totale sono state bruciate azioni delle Fondazioni bancarie per circa 800 milioni.

 

CASSA RISPARMIO FERRARACASSA RISPARMIO FERRARA

Solo per la «vecchia» Banca Marche gli enti creditizi ex proprietari (Macerata, Pesaro e Jesi) hanno stimato perdite secche per 500 milioni di euro. L' ente di Jesi ha preannunciato le carte bollate, forse un' azione di responsabilità contro gli ex I vertici della banca. La Fondazione ritiene «doveroso, a tutela del valore dei propri investimenti, formulare ogni più ampia riserva di esercizio di tutte le prerogative». Si stima «una perdita netta di oltre 48 milioni di euro per le 137.369.354 azioni in portafoglio e di 15 milioni di euro di obbligazioni subordinate.

salvatore rossi ignazio viscosalvatore rossi ignazio visco

 

Altri 300 milioni di capitale andati in fumo, poi, sono quelli relativi alla vecchia Cassa di risparmio di Chieti (100 milioni di capitale) e della vecchia Cassa di risparmio di Ferrara (200 milioni). I conti, in ogni caso, ancora al vaglio degli esperti bancari sono suscettibili di revisione. Pesano, oltre agli aspetti squisitamente finanziari, quelli «politici».

 

PADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLIPADOAN VISCO GUZZETTI PATUELLI

Perché l' azzeramento del capitale delle Fondazioni (anche se in questi tre casi si tratta di realtà piccole) sembra un altro colpo al settore, al quale lo stesso governo Renzi ha già imposto di scendere sotto il 33% nel capitale delle banche (che vuol dire meno potere e meno soldi da gestire). Per gli addetti ai lavori non siamo troppo lontani dalla spallata finale.

GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIGIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI