FLASH! – PER DARE SOLO UN’IDEA ALLE SORELLE MELONI DI COSA VUOL DIRE IL POTERE DEI FRATELLI LA…
MELONI RICORRE A UN TRUCCHETTO PER DISINNESCARE LA “MINA” SALVINI (ALMENO PER ORA) – DOPO LUNGHE TRATTATIVE IL GOVERNO HA TROVATO UN COMPROMESSO SUL DECRETO PER GLI AIUTI ALL’UCRAINA, CHE ARRIVERÀ OGGI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI: LA LEGA OTTIENE IL CAMBIO DEL TITOLO DEL PROVVEDIMENTO, DA CUI SCOMPARE L'AGGETTIVO “MILITARE” – IL CARROCCIO PUÒ COSÌ GRIDARE VITTORIA E LA DUCETTA, FAZZOLARI E CROSETTO POTRANNO DIRE CHE SI TRATTA DI UNA QUESTIONE LESSICALE. L’ITALIA CONTINUERÀ A MANDARE (POCHE) ARMI COME PRIMA, SENZA ABBANDONARE ZELENSKY – RESTA IRRISOLTO IL NODO DEL FILO-PUTINIANO SALVINI, PRONTO A METTERSI DI TRAVERSO ALLA PROSSIMA OCCASIONE...
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN
La bozza di decreto Ucraina rimbalza da ieri pomeriggio nelle chat dei ministri, in attesa del varo nella seduta di oggi alle 15, l'ultima prima di San Silvestro. È un compromesso, frutto di settimane di trattative sottobanco, frecciate in pubblico, riunioni per limare le virgole.
Alla fine strappa alcune modifiche il partito di Matteo Salvini, mentre l'ala più atlantista e filo-Kiev del governo potrà sempre dire: si tratta di ritocchi lessicali, continueremo a mandare armi come prima, senza abbandonare Zelensky. Questione di angolature. Giorgia Meloni perlomeno evita tribolazioni a capodanno, visto che la Lega fino a qualche settimana fa minacciava una fragorosa astensione su uno degli atti clou di politica estera del governo.
Il Carroccio per prima cosa ottiene il cambio del titolo del provvedimento: scompare l'aggettivo «militare». Nello schema visionato da Repubblica, il decreto riguarda infatti la «cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti in favore delle autorità governative e della popolazione dell'Ucraina». Nei decreti precedenti, si parlava nel titolo di «materiali ed equipaggiamenti militari». Stavolta no. [...]
guido crosetto giorgia meloni matteo salvini
Le armi comunque ci sono, anche se appunto il governo ha scelto di riscrivere questo paragrafo, mentre i provvedimenti degli anni passati erano quasi un copia e incolla del primo decreto, sfornato dal governo Draghi allo scoppio del conflitto. «Fino al 31 dicembre 2026, previo atto di indirizzo delle Camere» il governo continuerà a fornire sostegno al paese di Volodymyr Zelensky.
Nello specifico, si legge nel decreto, si tratta della cessione di «mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari», come negli anni scorsi. Ma con questa aggiunta, chiesta da via Bellerio: «Con priorità per quelli logistici, sanitari, ad uso civile e di protezione dagli attacchi aerei, missilistici, con droni e cibernetici».
giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari a kiev
[...] La Lega pretendeva che venisse messo per iscritto che gli aiuti italiani d'ora in poi sarebbero stati «prioritariamente» di tipo civile. Il titolare della Difesa, Guido Crosetto, insieme al potente sottosegretario di Palazzo Chigi, Giovanbattista Fazzolari, ha continuato a difendere in queste settimane l'importanza strategica del supporto militare a un paese invaso, che perfino a Natale ha dovuto fronteggiare le bombe e le angherie di Mosca.
Ecco allora la formula definitiva: priorità agli aiuti «logistici», termine lasco, e «ad uso civile», sì, ma anche a tutto ciò che serve alla protezione dei civili. Dunque mezzi militari, come gli strumenti per gli scudi aerei, i droni, marchingegni per la guerra cibernetica.
Al comma 2 del primo articolo, vengono rinnovati fino al 4 marzo 2027 «i permessi di soggiorno per protezione speciale» concessi ai cittadini ucraini già presenti in Italia prima dello scoppio della guerra e per quelli sfollati dopo l'incursione russa.
All'articolo 2, altra novità, c'è una forma di assistenza assicurativa per i cronisti freelance che seguono la guerra sul campo: gli editori potranno chiedere un contributo al dipartimento per l'Editoria di Palazzo Chigi. Il budget ammonta a 600mila euro e ogni giornale potrà chiedere una quota fino a 60mila. Le risorse, c'è scritto, arriveranno dal Fondo unico per il pluralismo. Oggi il pacchetto finirà sotto l'albero di Palazzo Chigi.
Seduta lampo del Cdm, perché come annunciava ieri proprio Crosetto «l'accordo c'è». Entro due mesi i parlamentari dovranno metterci il timbro a Camera e Senato. Dal Carroccio giurano con spirito natalizio: non ci saranno defezioni.
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
GIOVANBATTISTA FAZZOLARI AL SENATO - FOTO LAPRESSE
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