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Alessandro Arachi per “il Corriere della Sera”
Angelino Alfano, vicepremier e ministro dell’Interno, non si cura delle disobbedienze dei sindaci d’Italia: «Non c’è una legge e dunque non si può fare quello che alcuni sindaci hanno fatto, ovvero registrare in Italia nozze tra persone dello stesso sesso contratte all’estero». Ma le polemiche non si placano e il braccio di ferro continua.
Era cominciato martedì scorso, il braccio di ferro: il ministro Alfano ha scritto ai prefetti per far sparire dai registri comunali i matrimoni gay, contratti all’estero. Da tanti Comuni è arrivato un deciso «non ci stiamo».
E ieri il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, è passato dalle parole ai fatti: «Ho firmato personalmente la trascrizione di sette matrimoni fra persone dello stesso sesso che si sono celebrati all’estero». Così Milano si aggiudica il record di nozze omosessuali registrate in Comune, mentre al coro dei sindaci dissidenti si aggiunge Filippo Nogarin, primo cittadino pentastellato di Livorno. Il sindaco di Grosseto intanto sta esaminando la questione: ad aprile, era stato il primo a trascrivere le nozze gay celebrate all’estero su ordine del Tribunale, che aveva accettato il ricorso di una coppia di sposi, Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci (giornalista del Corriere ). Poi però in secondo grado i giudici hanno annullato l’ordinanza per vizio di forma.
Un guazzabuglio, insomma. Perché la verità è che questo scontro sta mettendo in luce la voragine legislativa italiana. Ed è quello che Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, ha scritto ieri in una lettera al premier Matteo Renzi, invitandolo ad intervenire. «Appare evidente come sulla questione delle trascrizioni dei matrimoni sia indispensabile un quadro legislativo nazionale, colmando un vuoto normativo», ha scritto Fassino, rilevando che «il tema è infatti troppo delicato per essere lasciato al caso per caso, né si può affidarlo alle ordinanze prefettizie».
E lontano dai Comuni il dibattito si accende. Ieri alla Camera si sono incontrati Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme del Pd, e Mara Carfagna, responsabile del dipartimento dei diritti di Forza Italia. Era stata proprio Carfagna ad invocare «un Nazareno dei diritti», intendendo con ciò un’alleanza fra Pd e Forza Italia sui temi etici.
«Ma questo patto è già finito ancor prima di cominciare», fa rilevare Eugenia Roccella, parlamentare del Ncd. La verità è che il Pd e Forza Italia, al di là dei patti, su questi temi etici sembrerebbero già abbondantemente allineati, non sulla stessa linea del vicepremier. E persino la Lega, che pure è nettamente contraria ai matrimoni gay, non risparmia critiche ad Alfano. Dice infatti il segretario leghista Matteo Salvini: «Alfano si è messo a parlare delle trascrizioni perché ha visto i sondaggi».
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