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Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Le dichiarazioni di fedeltà al governo sono continue e un po' rituali, perché ogni tanto Emmanuel Macron lascia comunque partire qualche missile: «Il fatto che in autunno si terranno le primarie della destra e della sinistra dimostra quanto le leadership di entrambi i campi siano deboli», ha detto pochi giorni fa, osservazione sacrosanta ma poco lusinghiera nei confronti del presidente della Repubblica.
Il 38enne ministro dell' Economia da mesi cerca di sfuggire all' accusa di tradimento nei confronti di Hollande, che lo chiamò all' Eliseo come consigliere e vicesegretario e poi lo ha fatto entrare nel governo, ma il momento dello strappo potrebbe arrivare presto. Martedì 12 luglio Macron terrà a Parigi il primo grande comizio del suo nuovo movimento politico «En marche!», e secondo molte voci parigine - a cominciare dal Canard enchaîné - quella potrebbe essere l' occasione decisiva.
I suoi sostenitori e finanziatori, molti dei quali nel settore digitale come Jacques-Antoine Granjon (Vente privée) e Marc Simoncini (Meetic), cominciano a interrogarsi su una prudenza che sconfina nell' indecisione. Un ministro giovane, brillante e popolare come Macron non fonda una formazione politica «né di destra né di sinistra» a neanche un anno dalle elezioni presidenziali così, per amore della riflessione politica. «En marche!» è lo strumento chiamato a riportarlo all' Eliseo da presidente della Repubblica.
Allora, tanto vale rompere con la finzione e cominciare la corsa prima possibile.
Questo è quello che lascia intendere anche il sindaco di Lione e alto esponente socialista Gérard Collomb, che è molto vicino a Macron e ha senza dubbio ottenuto il suo via libera prima di dire a Le Point frasi molto impegnative: «Macron entra in campagna elettorale. Perché pensa che le forze progressiste abbiano bisogno di lui. Macron è utile a tutti».
Collomb traccia un calendario delle prossime settimane: il primo meeting di martedì alla Mutualité, una delle sale storiche della sinistra francese, ha già raccolto 5.500 iscritti. Poi tournée in provincia durante l' estate, grande evento a Bordeaux a fine agosto, e il 23 e 24 settembre un colloquio internazionale a Lione con i think tank francesi, tedeschi, inglesi, italiani e personalità dell' entourage di Hillary Clinton.
Senza nascondere l' ambizione di prendere il potere, anche perché non c' è più molto tempo. Fino a metà maggio «En marche!» ha raccolto circa 400 mila euro, non male per una cifra raggiunta in qualche giorno, malissimo in senso assoluto: secondo il consulente Edouard Tétreau citato da Libération in Francia servono 18 milioni di euro per una vera campagna presidenziale con buone chance di successo.
Nei giorni delle manifestazioni contro la riforma del lavoro e dell' estrema sinistra in piazza, Macron si prepara alla corsa incontrando storiche personalità di centro come Jean-Louis Borloo: non è certo tentato dalla vecchia strategia di Mitterrand (e Hollande) del «nessun nemico a sinistra», impraticabile per un ex banchiere di Rotschild. «Faremo le primarie - dice Collomb -, e se come è probabile Hollande continuerà a non decollare nei sondaggi, Emmanuel avrà davanti a lui un boulevard per le elezioni presidenziali».
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