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IL MONDO È IN FIAMME E I LEADER EUROPEI CHE FANNO? QUELLO CHE FANNO SEMPRE: LITIGANO – LA LINEA DELLA GERMANIA, CHE SI È SCHIERATA CONVINTAMENTE CON ISRAELE (“FA IL LAVORO SPORCO PER TUTTI NOI”, HA DETTO IL CANCELLIERE MERZ, MENTRE URSULA VON DER LEYEN HA INVOCATO IL DIRITTO ALL’AUTODIFESA DI NETANYAHU), NON È AFFATTO CONDIVISA TRA I 27. COME DIMOSTRA LA SPARATA DELL’ALTO RAPPRESENTANTE KALLAS, CHE HA DETTO DI ESSERE FAVOREVOLE ALLE SANZIONI A ISRAELE (“MA SERVE L’UNANIMITÀ”)
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
Il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza aveva gradualmente assottigliato il fronte dei governi Ue schierati al fianco di Israele, ma l'esplosione del conflitto con l'Iran ha […] fatto riemergere tutte le contraddizioni interne all'Unione Europea sulla questione mediorientale.
Se per il cancelliere tedesco Friedrich Merz il governo di Tel Aviv «sta facendo il lavoro sporco per tutti noi», dal Servizio per l'azione esterna dell'Ue rispondono con un «no comment» e chiariscono che «un cambio di regime (a Teheran, ndr) non rientra nella posizione concordata dall'Ue».
URSULA VON DER LEYEN BENJAMIN NETANYAHU
Se Ursula von der Leyen sottolinea il «diritto all'autodifesa di Israele», l'Alto Rappresentante per la politica estera Kaja Kallas mette l'accento sul fatto che «bisogna rispettare il diritto internazionale» e che «l'unica soluzione possibile è quella diplomatica».
Su una cosa sembra consolidarsi il consenso tra i Ventisette: un eventuale intervento degli Stati Uniti rischia di peggiorare drasticamente la situazione. «Noi siamo per la de-escalation – questa la linea concordata a livello Ue – perché la sicurezza duratura si costruisce attraverso la diplomazia».
KAJA KALLAS - AUDIZIONE PARLAMENTO EUROPEO
L'altro giorno, spiegando di aver parlato di questo con il segretario di Stato americano, Marco Rubio, Kallas aveva riconosciuto che un intervento Usa «trascinerebbe sicuramente la regione in un conflitto più ampio».
Nella confusione europea, Emmanuel Macron cerca di prendere in mano la soluzione: il presidente francese ha esortato Israele ha interrompere «con urgenza» gli attacchi non strettamente legati ai siti militari e ha preannunciato «una iniziativa» con i partner europei.
E infatti secondo la Reuters i ministri degli esteri di Germania, Francia, Gran Bretagna e Kallas domani terranno a Ginevra vedranno, presso il consolato tedesco, il ministro degli esteri iraniano. Un piano, questo, che sarebbe stato concordato con gli Usa.
Ma c'è anche un altro aspetto che preoccupa particolarmente l'Ue: «L'escalation a cui stiamo assistendo – ha avvertito Kallas – è estremamente pericolosa per molte ragioni, tra cui le vittime civili e il rischio di fughe radioattive». […]
Secondo diverse fonti diplomatiche, nel corso della videoconferenza di martedì, alcuni ministri degli Esteri si sono lamentati per la mossa di Ursula von der Leyen che – dopo l'attacco all'Iran – ha chiamato il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ha pubblicato un messaggio per rivendicare «il diritto all'autodifesa di Israele».
Il concetto di autodifesa non ha trovato posto nella sintesi fatta da Kallas dopo il vertice a 27 perché non condiviso da tutti, anche se alcuni ministri hanno espresso una posizione in linea con quella della presidente della Commissione. […]
Le divisioni tra i ministri sono destinate a emergere nuovamente al Consiglio di lunedì, quando Kallas presenterà la sua valutazione sull'accordo di associazione Ue-Israele e in particolare sul rispetto dell'articolo 2 che prevede la tutela dei diritti umani. Teoricamente, l'Ue avrebbe le basi legali per sospendere l'intesa. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo la difficoltà a trovare un consenso.
Dieci Paesi non avevano appoggiato la richiesta di avviare la revisione dell'accordo, tra cui l'Italia, la Germania e l'Ungheria, e restano contrari a qualsiasi misura di ritorsione nei confronti di Israele.
L'Alto Rappresentante Kaja Kallas ieri è finita nel mirino degli eurodeputati proprio a causa dell'inazione Ue, ma l'ex premier estone ha ammesso che l'intesa sulle sanzioni è un miraggio. «Mi parlate come se io fossi l'unica responsabile di quel che succede in Palestina – ha reagito Kallas –. Se fosse per me, personalmente, io prenderei questa decisione, ma non rappresento me stessa, bensì 27 Stati e questa è la mia frustrazione».
Kallas ha ricordato che le sanzioni «hanno bisogno dell'unanimità: io potrei anche prendere il comando, ma non funzionerebbe e mostrerebbe soltanto che non siamo uniti». […]
LANCIO DI MISSILI IRANIANI VISTO DA UN AEREO 2
attacco missilistico iraniano su tel aviv
attacco missilistico iraniano su tel aviv
base aerea iran dopo l attacco di israele
lancio missile iran
raid israeliani contro i lancia missile iraniani
benjamin netanyahu
israeliani nei rifugi durante gli attacchi iraniani 1
base aerea iran prima dell attacco di israele
LANCIO DI MISSILI IRANIANI VISTO DA UN AEREO
ospedale Soroka in israele colpito da un missile iraniano
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