CAPRI E CAVOLI (AMARI) PER MONTEPREZZEMOLO - NUOVA UDIENZA PER GLI ABUSI EDILIZI DELLA VILLA AD ANACAPRI - L’EX MARESCIALLO DEI VIGILI URBANI: “AVREMMO DOVUTO SEQUESTRARE. IL SINDACO STAIANO DISSE CHE NON DOVEVAMO PROCEDERE PERCHÉ LA PROPRIETÀ ERA DI MONTEZEMOLO” - “IL GEOMETRA MI DISSE CHE PER LE FORTI PRESSIONI SUBITE DAL VICE SINDACO CERROTTA, ERA STATO COSTRETTO A CAMBIARE LA RELAZIONE TECNICA”...

Vincenzo Iurillo per il "Fatto quotidiano"

Udienza flash per il processo Montezemolo a Capri. Dovevano essere sentiti l'ex capo dell'Utc di Anacapri, un ex custode di Villa Caprile e un maresciallo dei vigili urbani in pensione, Ottavio Russo, testimone assistito dall'avvocato Mario Del Savio perché imputato a Napoli in un procedimento connesso che lo vede alla sbarra insieme all'ex sindaco di Anacapri, al comandante della polizia e ad un tecnico dell'Utc, tutti accusati a vario titolo di aver ‘protetto' gli abusi in corso nella dimora anacaprese del presidente della Ferrari.

Ma il pm Milena Cortigiano e l'avvocato Guido Furgiuele si sono accordati per l'acquisizione dei verbali delle indagini preliminari. Due interrogatori e le dichiarazioni spontanee di Russo, firmati tra ottobre e dicembre del 2009 con affermazioni su due sopralluoghi ai lavori della Villa, il 17 gennaio 2006 e il 13 marzo 2007. Il maresciallo era lì.

Sentito il 1 ottobre 2009 in Procura, Russo dice: "Nel 2006 era in corso la realizzazione di una piattaforma, poi immediatamente demolita. Predisponemmo l'informativa 44/06. Doveva essere portata in Procura da un mio collega, ma mentre era in viaggio fu contattato da qualcuno dell'ufficio che gli diceva di non consegnarla più perché doveva essere integrata".

Sull'ispezione dell'anno successivo, che contesta la demolizione di un rudere e la contestuale realizzazione di un basamento, Russo spiega così il mancato sequestro e l'assenza di un'informativa di reato: "E' stata una mia leggerezza, non mi sono reso conto".

Un mese e mezzo dopo, la Procura appone i sigilli in Villa Caprile e da allora le dichiarazioni di Russo cambiano tono. Il 29 novembre si reca in commissariato: "Sulla scorta dell'ispezione, avremmo dovuto sequestrare. Ma mentre ne discutevo col comandante, giunse il sindaco Staiano che interferì dicendo che non dovevamo procedere perché la proprietà era riconducibile a Montezemolo, per motivi di opportunità". E aggiunge: "Il geometra mi disse che per le forti pressioni subite, era stato costretto a cambiare la relazione tecnica".

E da chi? "Dal vice sindaco Cerrotta". Che finirà indagato, ma prosciolto. Il pm legge e decide di riconvocare Russo. Nel verbale del 10 dicembre 2009, il maresciallo precisa, ma conferma la sostanza. "Il sindaco ci ha chiesto di non effettuare il sequestro e ci ha suggerito di trovare un modo amichevole per non procedere con una denuncia penale, e la discussione si è animata".

Conclusioni: "Ho subito delle pressioni, che non so meglio spiegare. Ricordo però che nel corso del sopralluogo il custode telefonò a una persona chiamandola ‘avvocato'. Il custode poi disse a me e al geometra che secondo l'avvocato non doveva farci entrare perché eravamo privi di un decreto di ispezione. Abbiamo proseguito lo stesso. Ma quest'estate, parlando col fratello del custode, ho appreso che lui si rivolgeva al presidente Montezemolo chiamandolo ‘avvocato'".

 

montezemolo a capricompleanno di montezemolo alla taverna Anema e core di Capricompleanno di montezemolo alla taverna Anema e core di CapriMontezemolo nudo in barca