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Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
E' venuto a presentare la «nuova Italia» ad emiri, principi ereditari e sceicchi che hanno enormi disponibilità finanziarie da investire. Almeno tre gli argomenti chiave: «C'è bisogno di capitali per la crescita», e dunque anche delle risorse dei Paesi del Golfo Persico; «ci sono buone opportunità per acquistare asset e titoli oggi ai minimi, ma destinati a rivalutarsi»; e c'è uno Stato, quello italiano, che dopo aver perso «dieci o quindici anni di crescita ha ora davanti a sé un potenziale maggiore» rispetto agli altri Paesi dell'eurozona.
E' anche una sorta di road show delle riforme fatte quello che ieri il presidente del Consiglio ha iniziato da Kuwait City. Con il fondo sovrano del piccolo Stato, con l'emiro e il principe, ha rilanciato trattative che vedono l'Italia in prima fila per cospicue commesse nel settore della difesa e delle infrastrutture, e soprattutto illustrato il nuovo volto e le prospettive del Paese che governa da un anno esatto.
Nel promuovere l'Italia, l'opera di risanamento e le nuove norme contro quella corruzione che per gli emiri e i fondi sovrani locali è un deterrente all'investimento, Mario Monti ovviamente allarga le braccia di fronte a richieste di garanzie che non può dare. I cronisti a Kuwait city chiedono del futuro, il premier risponde così: «Non posso garantire per il futuro, sarei già contento se potessi migliorare il presente come credo stiamo facendo con lo sforzo di tutti». Parole che fanno subito rimbalzare in Italia la polemica.
«Poteva risparmiarsi questa battuta di cattivo gusto» attacca il leader di Sel Nichi Vendola. «Credo che un presidente del Consiglio non possa lanciare strali sul futuro». Mentre secondo Antonio Di Pietro (Idv) quello di Monti è «un ricatto bello e buono: o rivado io al governo, o agli investitori stranieri dico che non garantisco per l'affidabilità del Paese dopo di me».
«Credo che chiunque abbia in mente un impegno futuro - prosegue il presidente del Consiglio - chiunque governerà deve avere come obiettivo non solo quello di garantire le imprese italiane ma anche quello di continuare a garantire la trasformazione della società italiana in termine di crescita, giustizia, lotta alla corruzione e all'evasione».
Il credito che il premier riscuote si riflette nel primo giorno di colloqui anche con i protagonisti del mercato dei capitali: diverse trattative sono avviate da tempo, se ne discuterà anche oggi con chi amministra la potente Qatar investment authority, che in Italia ha già comprato fra gli altri il gruppo Valentino, il consorzio Costa Smeralda e che detiene una quota del 45% del rigassificatore di Rovigo.
«Ho incontrato qui interlocutori molto attenti e interessati allo scenario italiano e l'evoluzione nella zona euro: li ho rassicurati sugli sforzi messi in campo dal governo sul fronte dei conti pubblici e le riforme, in modo da rendere l'Italia in grado di attrarre maggiormente investimenti dall'estero», dice Monti in conferenza stampa, concetti che probabilmente oggi ripeterà qui in Qatar, di pomeriggio in Oman, e domani a Dubai.
L'accento è sempre sugli effetti che produrranno le riforme fatte in quest'anno di governo: «Sono stati varati una serie di provvedimenti per aumentare la concorrenza e favorire la liberalizzazione dei servizi e delle professioni. Tutto questo - sottolinea il premier - crea una base per rendere il Paese più competitivo e attrattivo per gli investimenti stranieri».
Bisognerà vedere quali frutti concreti produrrà il tour. Non sono previste firme di accordi particolari, ma certamente su molti dossier la spinta che il capo del governo potrà dare non sarà irrilevante: il fondo sovrano del Qatar è interessato a investimenti in Italia sia nel settore bancario che in quello dell'energia, secondo una logica di minimo coinvolgimento nella gestione e massimo ritorno sugli utili.
E in questo quadro l'enfasi sulle nuove norme contro la corruzione è più forte che su altri temi. Il Professore ricorda a chi incontra la legge appena approvata dal Parlamento: «Il mio governo si è impegnato con tutte le sue forze per approvare una legge contro la corruzione, un fattore fondamentale per gli investitori stranieri».
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