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Alessandra Farkas per "Corriere della Sera"
«Durante il mio incarico come direttore generale della Bbc, non ho mai avuto sentore di accuse o ricevuto alcuna denuncia relativa a Jimmy Savile», aveva dichiarato Mark Thompson in un'intervista concessa al New York Times lo scorso ottobre. Un mese dopo aver lasciato l'emittente travolta dallo scandalo del presentatore pedofilo e dagli sforzi della stessa rete per insabbiare la vicenda. «Se avessi saputo delle imputazioni contro Savile», aveva assicurato, «avrei subito informato la polizia».
La posta in gioco era molto alta per Thompson, che lunedì scorso si è insediato al timone del gruppo editoriale New York Times Company nel ruolo di presidente e amministratore delegato, accolto da un'orda di reporter e paparazzi, soprattutto inglesi, ansiosi di conoscere il suo vero ruolo in uno scandalo che, nelle parole del presidente della Bbc Chris Patten «ha innescato uno tsunami di fango» costato il posto a numerosi dirigenti dell'emittente radiotelevisiva britannica.
Ma a dar retta al New Yorker è solo questione di giorni, forse ore, prima che anche la testa di Thompson cada, vittima, questa volta, della leggendaria integrità e indipendenza di giudizio dello stesso New York Times. Mantenendo la promessa alla redazione («non guarderemo in faccia nessuno nello scrivere sulla vicenda») il primo direttore donna del prestigioso quotidiano Jill Abramson ha pubblicato una lettera inviata al londinese Sunday Times dai legali di Thompson che, di fatto, gli renderà impossibile non rassegnare le dimissioni.
Nella lettera, spedita dieci giorni prima del suo addio alla Bbc, i legali che rappresentavano lui e Helen Boaden, direttore delle news, minacciavano una querela al giornale di Rupert Murdoch se avesse pubblicato un servizio nel quale si sosteneva che Thompson e la Boaden avevano partecipato all'insabbiamento di una inchiesta della Bbc sulla vicenda Savile. «La lettera», precisa il New York Times, «conteneva un elenco dei presunti abusi commessi da Savile, comprese le accuse che alcuni di questi avevano avuto luogo negli studi della Bbc».
«La tempistica e la sostanza dell'epistola è molto significativa», rincara la dose il giornale, «perché mostrano che Thompson era coinvolto in un'azione di contrasto a un articolo di stampa sulla vicenda Savile che avrebbe potuto provocargli un danno di immagine». La lettera fu concepita in un momento cruciale nella carriera di Thompson la cui nomina alla testa del consiglio di amministrazione del New York Times è stata annunciata il 14 agosto. L'articolo del Sunday Times avrebbe dovuto essere pubblicato tra la fine di settembre e i primi di ottobre, mentre il dirigente stava per trasferirsi a New York.
Ma invece di accoglierlo a braccia aperte, giornalisti e commentatori del quotidiano hanno aperto un dibattito sulle pagine dello stesso New York Times sull'opportunità di affidargli la guida del gruppo. «Com'è possibile che non sapesse niente?», si è chiesta la public editor del giornale Margaret Sullivan in un articolo pubblicato a fine ottobre.
In una email inviata allo staff lo scorso 25 ottobre l'editore Arthur Sulzberger insiste che «Thompson possiede elevati standard etici ed è la persona ideale per guidare la nostra compagnia». Ma la Abramson la pensava diversamente ed è per questo che ha inviato a Londra un gruppo di segugi doc ad indagare.
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