luciano pellicani

LA VERSIONE DI MUGHINI - ADDIO, AMICO LEALE E CORAGGIOSISSIMO. MI ARRIVA ADESSO LA NOTIZIA TRISTISSIMA DI LUCIANO PELLICANI, UN NOME CHE PROBABILMENTE DICE POCO AGLI ODIERNI FREQUENTATORI DEI SOCIAL. PER TUTTA LA VITA HA AFFRONTATO DI PETTO A SCIABOLA SGUAINATA LO STRADOMINIO DELLA CULTURA COMUNISTA, COSA CHE GLI COSTÒ SOLITUDINE INTELLETTUALE E PROFESSIONALE

 

giampiero mughini

Giampiero Mughini per Dagospia

 

Caro Dago, e a proposito di quel che è stato davvero e quanto sia stato dimenticato quell’italosocialismo “revisionista” degli anni Sessanta/Settanta che pure è all’origine della migliore cultura riformista del nostro Paese, mi arriva adesso la notizia tristissima della morte di Luciano Pellicani, un nome che probabilmente dice poco agli odierni frequentatori dei social et similia.

 

Poco più che ottantenne, Luciano tutta la sua vita è stato essenzialmente un professore e uno studioso che affrontava di petto a sciabola sguainata lo stradominio della cultura comunista sulla sinistra possibile in Italia. Lo ha fatto con una energia indomita fin dai suoi primi libri, apparsi a cavallo fra gli anni Sessanta e i Settanta e che non erano sfuggiti all’attenzione di un giovane e ambizioso dirigente socialista di nome Bettino Craxi di cui Pellicani divenne amico e consigliori intellettuale.

luciano pellicani massimo bordin

 

E’ farina del sacco di Pellicani la gran parte del famoso saggio a firma Craxi su Joseph Proudhon, un saggio di cui era importante il fatto che tracciasse una linea culturale e politica “altra” rispetto all’ammorbante marxismo/leninismo/stalinismo di cui erano andati fieri i partiti comunisti in tutto il mondo, e seppure il Partito comunista italiano meno di altri.

 

A scrivere quello che scriveva Pellicani a quel tempo prendevi colpi in faccia dagli intellettuali comunisti per i quali il nome di Lenin era sacro. Da amico che gli ero, conoscevo la sua solitudine intellettuale e professionale, una solitudine che si era accentuata dopo la rottura del matrimonio con una sua ex allieva.

LUCIANO PELLICANI GIANNI DE MICHELIS

 

E poi c’era che Luciano dopo la metà degli anni Ottanta continuava a dirigere il “Mondoperaio” che negli anni Settanta era stato la più bella rivista politica italiana, e mentre molti di noi s’erano allontanati dalla casa socialista pur senza immigrare altrove. Le nostre ridpettive strade si erano allontanate, non che questo diminuisse di un ette la stima e il rispetto che gli portavo.

 

Pellicani aveva dato molto alla storia del socialismo “revisionista” senza mai chiedere nulla. Rarissime le sue apparizioni in televisione, salvo qualche rara volta da Giovanni Floris di cui leggo su “Wikipedia” che era stato un suo allievo all’università della Luiss.

 

I suoi libri quando venivano riediti lo erano da editori minori o semiclandestini. Un’amica che gli è stata vicino fino all’ultimo mi ha raccontato che avevano fatto una colletta per pagare le spese della casa di cura dove Luciano era ricoverato. Addio, amico leale e coraggiosissimo.

massimo bordin luciano pellicani massimo teodori lorenzo strikliers gianfranco spadaccia

 

 

 

GIAMPIERO MUGHINI

LUCIANO PELLICANI