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Vittorio Feltri per "Il Giornale"
Peer Steinbrück, candidato socialdemocratico alla cancelleria tedesca, nel giorno in cui avrebbe dovuto incontrare a cena, in quel di Berlino, il presidente Giorgio Napolitano, se n'è uscito con un giudizio poco lusinghiero sull'esito delle consultazioni politiche svoltesi domenica e lunedì scorsi nella penisola: «Gli italiani hanno eletto due clown». Che sarebbero poi Beppe Grillo e Silvio Berlusconi.
La risposta facile (e difficile da trattenere) sarebbe una sola: meglio due clown che un imbianchino. Ma non insistiamo su questo punto. Ci limitiamo a rinfrescare la memoria all'insolente tognino.
Al quale facciamo presente, inoltre, che dare dei buffoni ai leader del Movimento 5 stelle e del Pdl non significa offendere solo loro - del che ci importa relativamente - bensì i milioni di italiani che li hanno votati (per passione o disperazione, a seconda dei casi). E questa, amico del Kaiser, non è stata una bella iniziativa, utile esclusivamente a guastare i rapporti fra due popoli che, tra alti e bassi, hanno sempre avuto buone relazioni.
Una volta si diceva che i tedeschi non stimano gli italiani, ma li amano; e che gli italiani non amano i tedeschi, ma li stimano. Finché le battute si mantengono su questo livello sono accettabili; se, invece, sprofondano nei fanghi della volgarità e dell'impudenza, vanno rispedite al mittente: non per un malinteso orgoglio nazionale, bensì per salvaguardare almeno la dignità . Cosicché ha ben agito Napolitano disdicendo l'appuntamento conviviale con il tracotante crucco.
Non aveva alternativa: sedersi a tavola accanto a un cafone comporta il rischio di fare il paio con lui. Meglio starne alla larga, nella speranza di marcare il confine tra legittima polemica politica e disputa da birreria.
à pur vero che al Cavaliere, tempo fa, fu attribuita una gag imbarazzante su Angela Merkel, «culona inchiavabile». Ma è altrettanto vero che si trattava di una (non verificata) intercettazione telefonica, quindi di una conversazione privata e non di una dichiarazione pubblica come, viceversa, è stata quella di Steinbrück.
Il quale ha il diritto di non avere grande considerazione di Grillo e Berlusconi, ma non quello di ingiuriarli (ripeto: in pubblico), specialmente alcune ore prima di incontrare il capo dello Stato italiano. à una manifestazione di arroganza intollerabile: rischia di accendere la miccia di una lite pericolosa tra due Paesi già divisi sul modo di interpretare l'Unione europea e di gestirne gli affari.
Non è una novità che la Germania ha fin qui imposto (non soltanto a noi) una linea di rigore amministrativo contrastante con l'esigenza di crescita economica. E si sa che ciò ha creato (e crea) frizioni tra i due governi nazionali, i cui interessi sono inconciliabili. Ma non è un motivo sufficiente per esasperare i toni della discussione con espressioni che minacciano di provocare incidenti più gravi di quello appena accaduto.
Probabilmente, da parte tedesca c'è il timore - giustificato - che l'ascesa di Grillo e la conferma di Berlusconi a capo di un partito di dimensioni non trascurabili determinino di fatto, nel nostro Paese, una maggioranza antieuropea, soprattutto ostile all'euro, notoriamente vantaggioso per la Germania e penalizzante per l'Italia.
Un nostro distacco dalla moneta unica aprirebbe una crisi dagli esiti imprevedibili nella Ue a dominio teutonico: proprio ciò che la Merkel vuole evitare per continuare a sognare il Quarto Reich in versione democratica. Un sogno che piace anche a Steinbrück, evidentemente, e per la cui realizzazione c'è bisogno della collaborazione (servile?) di Mario Monti e di chi la pensa come questi. Grillo e Berlusconi non sono omogenei a simile progetto? Vanno liquidati così: clown.
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