COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Fabrizio Roncone per ''Sette - Corriere della Sera''
matteo renzi antonella manzione
Non è vero che tutti i renziani se la passano male. Certo, ci sono quelli coinvolti nell'inchiesta giudiziaria Open. Ci sono quelli come Marattin e Bonetti che, lette certe pagine dell'inchiesta, tolgono il saluto alla Boschi, la quale però casomai sarebbe parte lesa (comunque la Boschi, giustamente, se ne frega). Poi ci sono almeno una trentina di parlamentari che dell'inchiesta non sanno che farsene, già disperati di loro davanti ai sondaggi in cui Italia Viva è inchiodata tra il 2 e il 3% (quindi siamo ai parenti stretti, ma nemmeno tutti) e maledicono perciò il giorno in cui decisero di lasciare il Pd.
Quindi c'è il tesoriere Bonifazi, tristissimo perché d'inverno non può più farsi fotografare mezzo nudo con i suoi due barboncini sul petto. E naturalmente poi, com'è ovvio, c'è lui, il capo, Matteo Renzi: che si agita molto, ma per adesso di uscire dalla totale marginalità politica, non se ne parla. Insomma: ad un primo colpo d'occhio stanno messi un po' tutti davvero maluccio. Tutti, tranne Antonella Manzione, mitologica figura del renzismo. La donna che, nel 2014, poche ore dopo l'incoronazione di Renzi a Premier, si presentò al portone di Palazzo Chigi vestita da comandante dei vigili urbani di Firenze e, con un giglio in mano, disse: «Sono il nuovo capo del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi».
Quelli del corpo di guardia si misero a ridere, pensando di stare su Scherzi a parte. E invece no: Renzi sul serio l'aveva tolta dai semafori di Lungarno per affidarle il più delicato ruolo amministrativo del governo. Così delicato che, due anni dopo, quando la Boschi - appena nominata sottosegretario alla Presidenza del nuovo esecutivo guidato da Gentiloni - se la ritrovò in corridoio, decise saggiamente che andava allontanata. A Firenze attesero invano il ritorno della Manzione con paletta e fischietto. Lei invece si presentò a Palazzo Spada. «Sono il nuovo consigliere di Stato».
Altre risate (il ruolo è di solito ricoperto da professori universitari e magistrati). E invece niente: la Manzione davvero s'era riuscita a far sistemare anche lì. E ora, tenetevi: mantenendo il posto, l'altro giorno s'è pure fatta nominare consigliere giuridico della ministra renziana Bellanova. Francamente, applausi (e poi pena, tanta, per questo Paese).
teresa bellanova foto di bacco (2)MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE
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