NON PIÙ COLOMBE, ORA GLI ALFANIANI SI CHIAMANO “CLARISSI”! - ALMENO 30 SENATORI E 26 DEPUTATI SEGUIRANNO ANGELINO NEI GRUPPI PARLAMENTARI DEL “NUOVO CENTRODESTRA”

Francesco Bei per "la Repubblica"

La scissione dei "Clarissi" si consuma nel palazzo di Santa Chiara. Quanti di quei 56 parlamentari alfaniani sanno che in quella stessa sala don Sturzo lanciò l'appello «ai liberi e forti» del Partito popolare? I"Clarissi" di Alfano ieri erano così suddivisi: trenta senatori e ventisei deputati, pronti a dar vita in parlamento alla formazione del «Nuovo Centrodestra».

Numeri in crescita, assicurano: Formigoni arriva persino a dichiarare 37 senatori. Anche il logo con il tricolore è pronto, c'ha lavorato da giorni un'agenzia specializzata. Per i gruppi dei «clarissi» già si fanno i nomi di chi dovrà guidarli. A Montecitorio il capogruppo sarà il giovane maratoneta Enrico Costa, esperto di giustizia, figlio dell'ex ministro della Sanità. Al Senato, dove Renato Schifani ha già dato le dimissioni da capogruppo Pdl, a guidare i rivoltosi arriverà invece una donna, finora appartenente a Gal: la romagnola Laura Bianconi.

Tra i 26 deputati, sei più del numero necessario a formare un gruppo, oltre ad Alfano figurano altri tre ministri: Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin e Maurizio Lupi. La squadra del neocentrodestra, in ordine alfabetico schiera: Gioacchino Alfano, Paolo Alli, Maurizio Bernardo, Dorina Bianchi, Antonino Bosco, Raffaele Calabrò, Giuseppe Castiglione, Fabrizio Cicchitto, Enrico Costa (capogruppo), Riccardo Gallo, Vincenzo Garofalo, Dore Misuraca, Antonino Minardo, Alessandro Pagano, Filippo Piccone, Vincenzo Piso, Sergio Pizzolante, Eugenia Roccella, Barbara Saltamartini, Rosanna Scopelliti, Paolo Tancredi, Raffaello Vignali.

Più incerta la composizione al Senato, dove comunque spiccano nomi pesanti come appunto l'ex capogruppo Renato Schifani, il ministro Quagliariello, Maurizio Sacconi, Andrea Augello e poi Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni, Paolo Naccarato, il gruppone calabro-siculo che è il vero zoccolo duro alfaniano.

Nell'ordine arrivano poi Luigi Compagna, Piero Aiello, Laura Bianconi (capogruppo), Giovanni Bilardi, Antonio Stefano Caridi, Federica Chiavaroli, Francesco Colucci, Nico D'Ascola, Antonio Gentile, Marcello Gualdani, Giuseppe Marinello, Bruno Mancuso, Giuseppe Pagano, Luciano Rossi, Francesco Scoma, Salvatore Torrisi, Guido Viceconte, Claudio Fazzone, Franco Cardiello, Antonio D'Alì e Antonio Azzolini.

Gli scissionisti in Parlamento per ora sono questi. È forte la componente democristiana e teocon, quelli che un tempo erano i paladini ratzingeriani e ruiniani come Quagliariello, Sacconi e Roccella. Da fuori li guarda benevolo Cesare Previti, ancora molto ascoltato nel Lazio. Mentre in Calabria è alfaniano il governatore Giuseppe Scopelliti. Ma soprattutto tutti si chiedono cosa farà ora Gianni Letta.

Pur non essendosi mai iscritto al Pdl, potrà restare al fianco del Cavaliere insieme a Santanché e agli altri falchi? La voce clamorosa che circolava ieri sera è che anche lo storico collaboratore di Berlusconi, sconfitto su tutta la linea, potrebbe mollare la spugna. Ieri sera il premier Enrico Letta ha chiamato Alfano per sapere su quale cifra si sarebbe fermata la conta finale, chiedendo garanzie al vicepremier: «Angelino, cerca di portare a casa numeri certi e forti. Perché dopo l'otto dicembre Renzi ci farà ballare».

Un'altra partita che rischia di aprirsi presto è quella del rimpasto di governo. Quelli di Scelta Civica, anche se spaccati, hanno infatti un solo ministro, Mario Mauro, potendo contare su quasi 70 parlamentari. La sproporzione con i cinque ministri del «Nuovo Centrodestra » è evidente. Anche sul fronte dei sottosegretari andrà rivisto qualcosa, dato che l'unico a lasciare il governo sarà Gianfranco Micciché.

 

GOVERNO LETTA ALFANO MOAVERO LUPI BONINO BRUNETTALupi D e il vicepremier e ministro degli Interni Angelino Alfano LETTA E ALFANO FESTEGGIANO IN SENATO Andrea Augello LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI ROBERTO FORMIGONI