DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
1. NOTTATE DI GUERRIGLIA IN AULA CONTRO LA AZZOLINA
Ludovica Bulian per ''Il Giornale''
Visiere, mascherine, e forse plexiglass tra i banchi per tornare a scuola in sicurezza. Polemiche in Aula.
Sciopero dei sindacati. E un decreto, quello che contiene il piano del governo per riaprire le classi a settembre, che rischia di finire nel nulla mentre scorre la clessidra per la conversione in legge pena la decadenza del provvedimento. Entro domani va approvato, il voto finale è previsto per le 11.30 di oggi, ma Lega e Fratelli d' Italia, accusate di «ostruzionismo», combattono alla Camera dove è in corso una seduta fiume contro il tempo.
Ieri sera la Lega ha srotolato lo striscione «Azzolina bocciata», costringendo il presidente di turno, Ettore Rosato, a sospendere la seduta. Solo le opposizioni hanno presentato da sole 150 ordini del giorno, mentre altri 172 deputati si sono iscritti a parlare, tanto che la maggioranza ha deciso di proseguire in notturna. «La Lega è scesa in campo intervenendo in Aula fino le sei di questa mattina per opporsi in tutti modi al decreto scuola», scrive il Carroccio in una nota.
È battaglia. Il capo politico del M5s Vito Crimi accusa: «I cittadini devono sapere quali danni Lega e Fdi fanno a milioni di famiglie italiane. Se si arrivasse all' 8 giugno senza la conversione in legge alla Camera del decreto, il ministero dovrebbe far rientrare a scuola, per gli esami di Stato che tornerebbero a prevedere scritto e orale, un milione di studentesse e studenti e altri 3 milioni di persone tra docenti e personale scolastico. È da incoscienti».
Ma i malumori non sono solo interni alle forze politiche. La ministra Azzolina paventa la possibilità di barriere in plexiglass, visiere al posto di mascherine per chi ha problemi respiratori, ed esclude classi dimezzate o doppi turni. Il comitato tecnico scientifico ha dato finora indicazioni generiche da seguire per far tornare gli studenti in classe: distanza di un metro, mascherine, igiene personale, ma le Regioni chiedono un piano dettagliato e linee guida precise:
«Spetta al governo dare una strategia di rientro a scuola. Queste linee guida sono urgenti, le scuole non possono essere lasciate da sole e nemmeno le Regioni. Abbiamo poco tempo», ha detto il presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini. I sindacati di categoria Cgil Cisl e Uil vogliono «certezza sugli organici».
Il concorsone per assumere 32mila insegnanti non basta. E nemmeno i soldi stanziati, 1,5 miliardi. Per questo, nonostante il confronto col governo, resta confermato lo sciopero di lunedì: «Servono più risorse e più persone. Lo sciopero ha l' obiettivo di sollecitare il governo a fare le scelte necessarie non solo per la riapertura ma per rimettere la scuola al centro delle priorità del Paese».
Anche il presidente dell' Anci Antonio Decaro, chiede «lo sblocco dell' assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta». La ministra dell' Istruzione Azzolina assicura che «si seguirà l' andamento del rischio di contagio. Siamo tutti d' accordo che l' obiettivo di riapertura a settembre è complesso ma raggiungibile se ci mettiamo tutti attorno a tavolo».
Ma è polemica anche sulle barriere ipotizzate tra i banchi: «Pensare di chiudere i bimbi in classi differenziate e distanziati con il plexiglass è follia» per Matteo Salvini. «Prima di acquistare i plexiglass per separare gli alunni ricorderei al ministro Azzolina che nelle nostre scuole mancano i docenti, le connessioni wifi, le biblioteche. Ripartiamo dalle basi Scolastiche», scrive il presidente della Liguria Giovanni Toti.
2. L'ISTRUZIONE HA LE REGOLE PIÙ OTTUSE D'EUROPA
Massimo Arcangeli per ''il Giornale''
La doppia manovra, la riapertura a settembre e le draconiane misure di contenimento prospettate (28 maggio) dal comitato tecnico-scientifico del Miur (alunni e insegnanti costretti a indossare le mascherine per quasi tutto il tempo che passeranno a scuola), non ha quasi equivalenti in Europa.
A Malta, in Ucraina e in Bulgaria la situazione è simile a quella italiana per la riapertura, ma non per le previsioni sulle restrizioni da adottare agli esami di maturità (per la Bulgaria) o alla ripresa, mentre in Albania le scuole potrebbero riaprire a luglio. Anche in Romania si riaprirà a settembre, ma dal 2 giugno si svolgono attività di preparazione agli esami per gli studenti delle classi finali, tenuti a indossare le mascherine (come i loro insegnanti).
In Russia, anche se la maggior parte delle regioni non le ha poi fatte riaprire (le stesse regioni decideranno se far indossare le mascherine agli studenti durante l' esame di maturità), le scuole sono rimaste chiuse solo dal 23 marzo al 12 aprile.
In Islanda le scuole sono riaperte dal 4 maggio: niente mascherine in aula per gli alunni. In Irlanda nessun obbligo di mascherine neanche qui, nemmeno per gli insegnanti il governo ha stilato una road map in cinque fasi (la prima si è avviata il 18 maggio).
Le scuole sono ancora chiuse in Galles, Scozia e Irlanda del Nord. In Inghilterra, dov' è perlopiù sconsigliato l' uso delle mascherine nelle scuole, il rientro (graduale) è stato avviato il 1° giugno.
In Portogallo, dove i bambini in età prescolare hanno fatto rientro in aula il 1° giugno (gli studenti degli ultimi due anni delle superiori il 18 maggio), le mascherine sono obbligatorie sia per gli studenti di età superiore ai 6 anni sia per gli insegnanti. In Spagna dal 21 maggio la mascherina è obbligatoria, per i maggiori di 6 anni, solo se non si mantiene la distanza di sicurezza. Il 1° giugno il 70% del territorio spagnolo è entrato nella fase due dell' emergenza sanitaria. Il piano per il graduale ritorno alla normalità prevede, per questa fase, il rientro ufficiale a scuola in settembre ma, prima di allora, la possibilità di predisporre attività di rinforzo.
studenti con le mascherine in corea del nord
Il primo paese europeo a riaprire le scuole è stata la Danimarca: a rientrare per primi nelle aule (15 aprile) gli alunni di materne ed elementari, il 18 maggio è stato il turno dei maturandi (niente mascherine). In Lussemburgo gli studenti sono già tutti a scuola (ultimi i bambini delle elementari, in aula dal 25 maggio e a settimane alterne), in Norvegia la scuola dell' infanzia ha riaperto il 20 aprile, seguita da elementari e medie, in Finlandia l' emergenza è cessata il 13 maggio.
Dal 14 maggio le scuole finlandesi hanno riaperto per gradi, col rientro delle primarie e della secondaria inferiore. Le mascherine non sono obbligatorie, e neanche consigliate, né per gli alunni né per gli insegnanti, mentre la Svezia (come la Bielorussia) ha adottato misure molto blande per contenere il virus. Niente mascherine, e le scuole, per chi ha meno di 16 anni, sono state tenute aperte per aiutare i genitori degli alunni che lavorano nei settori più delicati.
In Belgio le scuole hanno riaperto dal 18 maggio (alcune, specie in area fiamminga, tre giorni prima). I primi a rientrare, due giorni a settimana, sono stati gli alunni delle primarie e secondarie impegnati nell' esame di Stato (i bambini della primaria torneranno tutti in aula l' 8 giugno). Una circolare del Ministero dell' Educazione (27 maggio) ha chiesto agli insegnanti delle elementari di mettersi d' impegno nel far osservare la distanza di sicurezza, raccomandando loro di portare la mascherina in aula se parlano a voce alta dalla cattedra o non sono distanziati dagli alunni.
La Francia, divenuta quasi ovunque zona verde, ha riaperto dal 2 giugno (gradualmente) tutte le scuole. Qui i bambini della primaria non devono indossare le mascherine, vietate nelle materne e obbligatorie per gli alunni delle medie solo quando si spostano o non possano rispettare il distanziamento; gli studenti tedeschi, coi loro insegnanti, sono invece tenuti a portarle (o a coprire naso e bocca). La Germania è ripartita il 4 maggio col ritorno in classe dei diplomandi (ma sulla riapertura ogni Land ha deciso in autonomia); l' obiettivo del governo federale è di far ritornare tutti in aula, almeno per un giorno, prima della fine dell' anno scolastico.
In Polonia, dal 25 maggio, sono riprese le attività educative, ma non in forma di lezioni, per le prime tre classi delle elementari, e dal 1° giugno sono possibili «consultazioni in presenza» a vantaggio degli studenti degli ultimi anni. Anche in Ungheria, dove la didattica a distanza proseguirà fino al termine dell' anno scolastico (15 giugno), si possono utilizzare i locali scolastici, dal 2 giugno, per consultazioni.
In Repubblica Ceca, dove sono gli insegnanti a valutare se fare indossare le mascherine agli studenti durante le lezioni, il rientro in aula è avvenuto anche qui su base facoltativa (11 maggio), oppure rinviato a settembre (per gli studenti delle superiori, con l' eccezione dell' ultima classe). In Croazia, dove le mascherine in aula sono solo raccomandate, dal 3 giugno, per i primi quattro anni delle elementari (riaperte l' 11 maggio), il rientro è divenuto obbligatorio; prima decidevano i genitori se far tornare i figli a scuola. Anche in Slovacchia, dove le materne e (in parte) le elementari sono ripartite il 1° giugno sempre facoltativamente le mascherine in aula non sono obbligatorie. Consigliate in Grecia e, per gli studenti a rischio, in Estonia, non sono obbligatorie nemmeno nelle scuole svizzere, mentre in Lituania le deve indossare il solo personale amministrativo.
Nelle scuole slovene, quando sono state riaperte (il rientro dei primi alunni è iniziato il 18 maggio), già non era più obbligatorio indossare le mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico. In Austria, dove il ritorno a scuola si è completato il 29 maggio, le mascherine non saranno più portate a partire dal 15 giugno. Da questa data cesserà quasi ovunque l' obbligo di indossarle.
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