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Marco Gorra per ''Libero Quotidiano''
maria elena boschi legge unita'
Di buono c' è che, avanti così, la vecchia Unità paludata e dove anche le virgole andavano in stampa solo se approvate dal Partito sembrerà un' oasi di libertà e di pensiero critico.
Tutto merito dell' Unità nuova, quella appositamente riportata alla luce per cantare le glorie del renzismo trionfante. Nuova Unità che, da un po', ha iniziato a toccare vette di ridicolo cui nemmeno il Togliatti più in forma avrebbe mai ordinato di arrivare.
la nuova unita di guido veneziani by daxest
Per farsi un' idea delle proporzioni del fenomeno soccorre il numero di ieri ed il secco uno-due in esso contenuto alla voce mozione di sfiducia contro Maria Elena Boschi.
Tocco di classe numero uno: l' integrale del ministro con la censura. Accade infatti che, nella obbligatoria pubblicazione dello sbobinato dell' intervento del ministro - sobrio già nel titolo: "La realtà dei fatti è più forte di ogni demagogia" - siano stati espunti due paragrafetti in apertura di discorso. Incidentalmente, si tratta proprio di quelli in cui la Boschi ammette che sì, insomma, suo padre nel cda di quella banca c' era (per i patiti della materia, si tratta del passaggio che inizia a pagina 15 del resoconto della Camera e dove la Boschi, tra le altre cose, dice che «mio padre (...) è stato nominato vicepresidente»).
Sebbene di certo motivata unicamente da pressanti ragioni di spazio e grafica, la scelta di intervenire su uno snodo tanto cruciale del discorso della ministra colpisce ugualmente per opportunità e senso della notizia, oltre ad aiutare senza meno a capire quale trattamento vada riservato alla "realtà dei fatti" (cioè la censura) e quale alla "demagogia" (cioè la prima pagina).
simona ercolani fabrizio rondolino
Tocco di classe numero due: il gombloddo. Basta difatti girare pagina per apprendere che, cda o non cda, la verità è che tutta la storia del salva-banche altro non è che una gigantesca cospirazione delle destre per oscurare i successi della Leopolda. L' originale tesi viene portata avanti da Fabrizio Rondolino, già spin doctor di D' Alema recentemente convertitosi al renzismo intransigente.
La tesi è la seguente: all' inizio la questione del salva-banche non aveva trovato grande spazio sui giornali, salvo deflagrare tirando in ballo la ministra proprio ad immediato ridosso della manifestazione renziana. Prova regina del complottone, il fatto che a portare avanti l' operazione (che l' autore non manca di identificare mediante i più amati luoghi comuni del genere, dalla sempreverde «macchina del fango» alla più esotica «character assassination») siano stati a vario titolo Roberto Saviano, Libero ed il Fatto quotidiano, non a caso tutti dichiarati avversari dello stimato premier.
Ora, che a Rondolino la Leopolda stia particolarmente a cuore (non bastasse Renzi, la moglie Simona Ercolani ne è stata la regista) ci sta pure. Ci sta meno, semmai, di indossare il cappello di stagnola e lanciarsi con piglio da truther dell' undici settembre a tentare di mascherare una banale questione di notiziario da grande cospirazione.
Dalla denuncia contro le manovre della Cia contro il popolo lavoratore alla denuncia del complottone dei giornali cattivi contro la ministra bella brava e buona. Anche la gloria del mondo che passa, a ben vedere, uno straccio di senso dell' umorismo ce l' ha.
maria elena boschi mozione di sfiducia alla camera
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