DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Paolo Mastrolilli per "La Stampa"
Il paradosso di Barack Obama è questo: l'ala liberal del Partito democratico, quella che nel 2008 determinò la sua vittoria nelle primarie contro Hillary Clinton, lo sta trasformando in una "anatra zoppa", come si dice negli Stati Uniti per indicare un presidente che perde il suo potere. La bocciatura di Larry Summers alla guida Federal Reserve è solo l'ultimo esempio di questa tendenza, che rischia di paralizzare la Casa Bianca.
Obama aveva già dato segni di debolezza quando non era riuscito a imporre Susan Rice come segretario di Stato, e quando non aveva fatto passare le sue iniziative per limitare la vendita delle armi, dopo la strage di Newtown. In questi casi però lo stop era venuto dai repubblicani, fatto scontato, e dai democratici degli stati più conservatori.
Il presidente poteva ancora accusare davanti agli elettori i suoi avversari di voler boicottare il governo. La situazione è cambiata con la Siria, dove al capo della Casa Bianca è venuta a mancare la sua base. Era ovvio aspettarsi che molti repubblicani avrebbero bocciato l'intervento, se non altro per azzopparlo, ma se i democratici fossero rimasti compatti con lui, sommandosi ai voti positivi del Gop sarebbero bastati a dargli la maggioranza. Invece la corrente più liberal del partito lo ha abbandonato.
Lo stesso schema si è ripetuto con la Fed. La sinistra democratica era risentita con Summers da quando era segretario al Tesoro di Clinton, perché aveva favorito la deregulation che secondo i critici aveva provocato la bolla responsabile della crisi del 2008.
Questa ostilità era aumentata quando Larry era diventato capo del National Economic Council, e per arginare l'emergenza finanziaria aveva sostenuto provvedimenti molto favorevoli alle banche, invece di ridurre le loro dimensioni e regolamentarle. Quando Summers è emerso come il favorito per la corsa alla Fed, la sinistra democratica si è ribellata, perché lo vedeva come una scelta pro-Wall Street.
La neosenatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, che aveva lavorato con Larry ad Harvard ma era stata bloccata da lui come capo del Consumer Financial Protection Bureau, ha condotto una fronda silenziosa, che aveva spinto un terzo dei 54 senatori democratici a scrivere ad Obama per sollecitare la nomina di Janet Yellen. Due giorni fa, poi, Jon Tester del Montana ha guidato un gruppo di tre senatori democratici del Banking Committee che hanno detto che avrebbero votato contro Summers. Poi è arrivata la sua rinuncia, che ha marcato soprattutto una sconfitta per Obama.
Ora il capo della Casa Bianca sta cercando il nuovo candidato. La vice presidente della Fed Yellen è la favorita dei liberal, che vogliono la prosecuzione degli stimoli all'economia fino a quando l'occupazione non ripartirà davvero. Le alternative già sondate da Obama potrebbero essere l'ex vice presidente della Fed Donald Kohn, l'ex ministro del Tesoro Timothy Geithner che però frena, l'ex governatore della Banca d'Israele Stanley Fischer, e il chief executive di Tiaa-Cref Roger Ferguson. Chiunque sceglierà , il presidente appare ormai azzoppato, e con questa debolezza dovrà affrontare i repubblicani sui tagli alla spesa e il riordino dei bilanci.
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