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Andrea Tarquini per “la Repubblica”
Entra in campo l’America. E sceglie in Berlino l’interlocutore da “special relationship”, rapporto d’alleanza speciale. Il presidente Barack Obama ha avuto un lungo consulto telefonico con la cancelliera Angela Merkel sulla nuova “linea rossa” tra le due capitali. Contemporaneamente, il Segretario di Stato al Tesoro Jack Lew contattava l’Fmi e tutte le altri parti in causa, Atene compresa, ammonendo che “occorre che la Grecia adotti misure difficili e che tutti puntino a un compromesso pragmatico”.
PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY
Tra poche ore, Merkel riunirà alla Cancelleria i leader di tutti i partiti tedeschi, cioè anche Verdi e Linke all’opposizione. E all’Eliseo il presidente francese, François Hollande, terrà una riunione ristretta dell’esecutivo. Il futuro della Grecia ma anche dell’eurozona si deciderà nelle prossime ore e giorni. Ed è anche lo scontro finale tra falchi alla Schaeuble e colombe ‘ merkeliane’ qui a Berlino.
“I due leader, Obama e Merkel - hanno poi twittato i portavoce di Casa Bianca e Cancelleria hanno discusso la critica situazione, hanno convenuto di restare in contatto costante per seguirla da vicino.
E concordano nel ritenere determinante che venga fatto ogni sforzo per rendere possibile riaprire una via che consenta alla Grecia di riprendere il cammino delle riforme e della crescita economica all’interno dell’eurozona”. Le due principali potenze del mondo libero — Obama sfidando le tentazioni isolazioniste a casa, Merkel affrontando il crescente umore antigreco ed eurominimalista del suo elettorato — premono per evitare una Grexit.
E’ prima di tutto la Germania il bersaglio dell’intervento americano. Come l’amministrazione Obama ha colto, Angela Merkel sta giocando una partita rischiosissima contro i falchi tedeschi. Dai suoi rivali nell’ala conservatrice del partito alla Bundesbank, fino all’opinione pubblica. Finora, dicevano ieri i commenti di Welt am Sonntag , Spiegel online e Frankfurter Allgemeine , la cancelliera ha tentato a modo suo di non scaricare Tsipras.
Ma il fallimento dei negoziati, il referendum, il precipitare della situazione, “fanno apparire il disegno merkeliano d’Europa sempre più vicino al fallimento”. La linea di “Angie” è messa in dubbio da tutti, da Schaeuble che si dice “pessimista” su Atene al leader della Spd e vicecancelliere Sigmar Gabriel, secondo il quale “i greci non s’illudano di avere offerte migliori dopo il referendum di domenica prossima”.
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