DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL…
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Con la riduzione "in doppia cifra" del cuneo fiscale, Renzie parlava di miliardi di euro, non di percentuali. Lo ha chiarito il premier stesso a metà della sua fluviale replica pomeridiana a Montecitorio, in attesa di ricevere la fiducia. Tira un sospiro di sollievo il neo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che dopo le parole di ieri al Senato non deve aver chiuso occhio al pensiero di dove trovare una cinquantina di miliardi, di questi tempi e con questa Europa. E' questo il punto più importante del Renzie-pensiero di giornata, appena meno generico di ieri nell'indicare ricette e coperture, ma sempre tentato dalle scorciatoie per il pubblico a casa.
"Le cose da fare ve le sintetizzo in tre tweet", ha detto il Rottam'attore a un certo punto. E l'unico effetto è stato rivitalizzare per un attimo la vicina Mogherini, anche oggi in lotta con una "cecagna" spaventosa (ma il merito è stato di un sms che l'ha fatta perfino sorridere, all'indirizzo di un ignoto parlamentare). Perché la sintesi è durata altri venti minuti buoni. Comunque voleva dire: riforme costituzionali, legge elettorale, riforma della pubblica amministrazione, del lavoro e della giustizia.
Come? E con che soldi? Ecco, anche oggi ci vuole pazienza.
Il sindaco fiorentino, accusato di esser stato in Senato un po' sbrigativo, troppo informale e anche vago, oggi pomeriggio si è prodotto in un lungo panegirico dell'Aula. Ha intrattenuto gli onorevoli deputati sul "senso di vertigine e di bellezza" del Parlamento, sul "profondo rispetto" che prova a entrarvi, sul perché si è "giustamente chiamati onorevoli, cioè persone da onorare".
Sforzandosi di non guardare Razzi e Scilipoti, ha ricordato Moro e Berlinguer. "Siete fortunati a sedervi in quest'Aula", ha aggiunto esibendo un profondo e sentito rispetto. E pazienza se sembrava un po' il Frankenstein junior di Mel Brooks che loda il Mostro uscito sbagliato.
Non sono mancati neppure i soliti richiami generazionali - caposaldo di ogni buona attività di marketing - con riferimenti identitari (le stragi di Capaci e Via d'Amelio) e l'impegno a "non cercare alibi se le cose non andranno bene".
E poi, il capolavoro dialettico per rispondere alle critiche di ieri: "Allora diremo che cosa, come e in che tempi faremo le riforme". Sono "sintetizzabili in tre brevissimi tweet", ha proseguito: "Il mondo va velocissimo, al doppio della velocità dell'Italia, e sul riconoscimento dei diritti civili e umani dobbiamo trovare degli accordi. L'Italia fatica più degli altri paesi europei a crescere ed è un problema che abbiamo da 15 anni, ma abbiamo un'occasione da non perdere che è il semestre europeo. Ma in Europa possiamo avere il ruolo che meritiamo se cambiamo profondamente la pubblica amministrazione, il fisco, il sistema della giustizia civile, amministrativa e penale, le regole del lavoro".
Splendido, ma come, in concreto? "Oggi dobbiamo ridare speranza, perché abbiamo lasciato per troppo tempo che il dibattito sull'Europa fosse solo su virgole e decimali". Giustissimo e quindi? "Dobbiamo fare le riforme che ho elencato per essere credibili con l'Europa". Tipo? "Dobbiamo ripartire dalla scuola. Quando ero bambino ed entravo al bar, in parrocchia, al circolo, la maestra elementare era vista come un punti di riferimento da tutti, era un valore prezioso per tutta la comunità , ma oggi non ha più lo stesso prestigio sociale".
E allora? "Dalla prossima settimana arriveranno in Aula le riforme... non deludiamo i cittadini". E quindi? "Vi chiedo la fiducia per dar il via alle riforme". Niente, di più ancora non è dato sapere. In compenso l'ultima citazione è di Chesterton ed è bellissima: "Il mondo non finirà per mancanza di meraviglie, ma di meraviglia". Nato per far sognare, il Rottam'attore.
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