DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA…
Francesco Lo Dico per il Messaggero
Nel giorno in cui il tandem lombardo-veneto piazza l' allungo decisivo nella corsa alle Olimpiadi, Chiara Appendino assiste agli evviva leghisti con un misto di rabbia e di amarezza. L' esclusione di Torino dal tridente olimpico, è per il sindaco del Movimento una sconfitta bruciante che nonostante il recente sostegno incassato da Beppe Grillo indebolisce la sua posizione all' interno dei Cinque Stelle, complica i rapporti con Roma (divenuti gelidi dopo il ruvido tiramolla con il sottosegretario Giorgetti), e ne indebolisce la posizione all' interno del consiglio comunale, dove parte della sua maggioranza, da sempre divisa sull' opportunità delle Olimpiadi, incassa lo stop alla candidatura con un certo sollievo.
La sindaca, assicura chi la conosce bene, si sarebbe aspettata da Di Maio e dagli altri big grillini maggiore sostegno. E del resto, nessuno in casa del Movimento ieri sembrava pronto a stracciarsi le vesti per lo smacco subito. Sì, il leader dei Cinque Stelle ha voluto avvertire ieri Milano e Cortina che l' esecutivo non sgancerà un euro. Ma la verità è che un certo risentimento, ai piani alti pentastellati, è maturato negli ultimi giorni anche verso il sindaco di Torino.
«Dispiace umanamente per Chiara fanno sapere tiepidi dalla war room pentastellata ma del resto, la sindaca sapeva benissimo che il governo avrebbe stanziato i fondi solo in caso di triplice candidatura. Il patto di governo era chiaro e abbastanza ragionevole. Ma Chiara si è ostinata a dire o Torino o niente. Purtroppo il muro contro muro non ha pagato». Il problema è però che Appendino è di tutt' altro avviso.
Sperava che il recente endorsement lanciato nei confronti di Torino da Danilo Toninelli («È la scelta migliore», aveva detto il titolare del Mit) fosse il preludio di una svolta. Ma in realtà si è accorta presto che il sostegno incassato dal ministro pentastellato era figlio di un semplice punto di vista personale. Il sindaco confidava che alla fine l' avrebbe spuntata, convinta com' era - e come resta - la candidatura di Torino avrebbe avuto la meglio, alla luce dei costi e dei benefici, Ma alla fine, annotano alcuni esponenti pentastellati «ha prevalso il solito terrore che il Movimento nutre verso i giochi. Quando si tentenna così tanto, è chiaro che poi finisce male». Certo, la sensazione di uno scippo politico ai danni della Mole c' è, ed è anche abbastanza forte.
Ma nessuno se la sente di mettere sotto accusa la voracità del tandem Fontana-Zaia, né di scomodare la solita gazzarra contro la grandeur milanese già montata ai tempi del Salone del Libro. Semmai c' è anche la sensazione di essersi fatti del male da soli, a causa della stessa irresolutezza che ha già messo sulla graticola i pentastellati in Val di Susa, a causa delle incertezze che hanno già mandato su tutte le furie gli attivisti No Tav. Frattanto le speranze di recuperare la terza punta del tridente olimpico si riducono al lumicino.
«Potremmo accettare una candidatura condivisa solo se il Coni riuscisse a dimostrare che è la scelta più efficiente e sostenibile», insistono dallo staff del sindaco. Ma la pratica, per il resto del Movimento sembra ormai archiviata. Tant' è che il senatore bellunese del M5s, Fabrizio D' Incà, guarda già oltre: «I mondiali di Cortina del 2021 saranno il trampolino alle Olimpiadi Mi auguro che in poche settimane tutte le polemiche fino ad oggi sorte sull' evento possano dissolversi».
2. APPENDINO
Da www.ansa.it
"Per quanto mi riguarda non è finita. Se esiste Milano-Cortina, cosa che non c'è perché non esiste un dossier, esiste anche Torino. E io credo che per correttezza e trasparenza nei confronti dei cittadini bisognerebbe mettere a confronto e ai voti le due candidature".
La sindaca di Torino torna così sulla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026 nel corso della trasmissione Radio anch'io, su Rai Radio 1.
APPENDINO DI MAIOluca zaiazaia cortina 2026
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI –…
DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON…
FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO…
DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME…