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Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
Mentre si avvicina la data del nuovo accordo con la Grecia, cresce la tensione nella maggioranza tedesca e in particolare nel partito di Angela Merkel. Il nuovo pacchetto da 86 miliardi dovrà essere benedetto anche dal Bundestag; dopo il no di 60 deputati cristianodemocratici al voto di un mese fa, quando il Parlamento tedesco aveva approvato il mandato a trattare e il prestito-ponte ad Atene, Volker Kauder ha mandato un avvertimento molto chiaro ai ribelli.
SCONTRO AL BUNDESTAG
L' influente capo della Cdu/Csu al Bundestag ha minacciato di buttarli fuori dalle commissioni, in particolare dalla Bilancio e dalla commissione per le Politiche europee, se si opporranno ancora.
Un avvertimento molto chiaro a una componente del partito molto vicina alle posizioni di Wolfgang Schaeuble, che si era opposta al nuovo piano greco dopo che il ministro delle Finanze tedesco aveva apertamente caldeggiato un' ipotesi di Grexit temporanea.
Quello di Kauder è un messaggio agli schaeubleiani, perché numerosi nella commissione Bilancio e tra i ribelli dell' ultimo voto. E alcuni, come Christian von Stetten, hanno già dichiarato che non si faranno intimidire dalla «minaccia» del loro capogruppo.
Intanto, il negoziato sulla Grecia procede. Nel weekend, ad Atene, il governo è rimasto riunito per discutere i dettagli del pacchetto di riforme sul quale c' è già l' accordo tra i creditori, ossia Fmi, Bce, Ue ed Esm e che dovrà far votare per incassare la prima tranche degli attesi 86 miliardi di euro.
La Commissione europea è fiduciosa su un' intesa entro il 20, quando Atene deve restituire 3,2 miliardi di euro alla Bce, ma Tsipras vorrebbe trovare la quadra già martedì per far approvare il pacchetto in Parlamento, ricevere l' ok dall' Eurogruppo verso la fine della settimana e incassare anche i via libera dai parlamenti nazionali, Bundestag compreso, prima del 20 agosto.
La Finlandia punta i piedi Se Kauder ha tentato ieri di serrare le file nel suo partito dopo giorni che il ministero di Wolfgans Schaeuble faceva trapelare indiscrezioni su presunti «dubbi» del governo sul negoziato, la Finlandia ha ribadito la sua intenzione di non partecipare al terzo salvataggio della Grecia, ritenendolo inutile per i destini del Paese. Fortunatamente, il no di Helsinki non comprometterebbe il via libera al terzo piano di aiuti per la Grecia.
Uno dei punti che preme in particolare alla Germania è il capitolo privatizzazioni. E proprio ieri Fraport, il gestore dello scalo di Francoforte, ha ricordato ad Atene il suo interesse e il suo accordo preliminare con il precedente governo greco Samaras per 14 aeroporti locali ellenici, alcuni dei quali situati nelle località turistiche più amate come Santorini, Mykonos o Creta.
L' arrivo di Tsipras, a fine gennaio di quest' anno, aveva significato i congelamento della cessione delle concessioni, ma l' amministratore delegato del gruppo, Stefan Schulte, ha provato a sbloccare l' impasse andando a trattare direttamente con il nuovo governo rosso-nero. Nei prossimi giorni si capirà se con successo.
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