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1. DOPO UN ANNO DI GOVERNO, RENZI ER BULLO FAREBBE VOLENTIERI UN BEL RIMPASTONE, MA PURTROPPO PER LUI NON PUÒ, PERCHÈ ALFANO SCATENEREBBE LA GUERRA MONDIALE E NEL PD SCOPPIEREBBE IL CASINO. PERÒ SUI SUOI MINISTRI HA EGUALMENTE LE IDEE CHIARE. ECCOLE 2. BOCCIATI LA GIANNINI “PASTICCIONA” E LUPI E PINOTTI, DELUSIONE PER ORLANDO E LA MADIA 4. PROMOSSO A PIENI VOTI IL MINISTRO DA EXPO MARTINA E GRANDE APPREZZAMENTO PER GENTILONI E PADOAN. "DILIGENTE" LA SECCHIONA GUIDI

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Dagoreport

 

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Glielo farebbe volentieri il tagliando al suo governo. E dopo un anno, cambierebbe pure qualche pezzo. Però Matteo Renzi è sufficientemente realista da sapere che un’operazione rimpasto sarebbe pericolosissima, considerato il fatto che bisognerebbe tagliare le unghie a un Ncd già sufficientemente nervoso, che gioca in proprio sulla giustizia e minaccia di creare parecchi problemi sulla riforma delle banche popolari. Per non parlare del fronte che si aprirebbe dentro al Pd, con tutti gli antirenziani che si scatenerebbero come un sol uomo.

 

MARIANNA MADIA MARIA ELENA BOSCHI STEFANIA GIANNINI FEDERICA MOGHERINI IN SENATO FOTO LAPRESSE MARIANNA MADIA MARIA ELENA BOSCHI STEFANIA GIANNINI FEDERICA MOGHERINI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Dietro la lavagna dei cattivi, Pittibimbo metterebbe volentieri innanzitutto Maurizio Lupi. Al ministro delle Infrastrutture non perdona quel grande pasticcio che è stato lo “Sblocca Italia” e, più in generale, il fatto che sia distratto da progetti personali che divergono dall’attività di governo. Non è un mistero, infatti, che il ciellino Lupi sogni di fare il sindaco di Milano e di candidarsi nel 2016 contro Giuliano Pisapia.

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Bocciata sul campo anche Stefania Giannini. La ministra della Pubblica Istruzione è una specie di incubo per Renzie, che la considera una pericolosa pasticciona. Anche l’ultimo rinvio della riforma della scuola ha indispettito il premier, che l’ha deciso in prima persona quando ha visto che la Giannini aveva messo nella bozza di decreto una serie di misure non urgenti che lo avrebbero fatto andare a sbattere con il presidente Mattarella, che deve valutare i requisiti di necessità e urgenza.

 

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In disgrazia c’è anche Roberta Pinotti, ministro della Difesa che per qualche settimana si era anche illusa di poter aspirare al Quirinale. Alla Pinotti viene rimproverato di essersi messa contro praticamente tutto l’esercito, dai marinai ai carabinieri. Un bel record. E le lamentele arrivano fino al Colle, visto che il presidente della Repubblica è anche il capo delle forze armate.

 

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Ci sono poi due ministri che, in caso di rimpasto, salverebbero ancora la poltrona, ma che sono entrati nel cono d’ombra. Il primo è Andrea Orlando, accusato da Renzi di gestire male la riforma della giustizia. E la seconda è la (ex) protetta Marianna Madia, sulla quale pesa l’addebito di non riuscire a gestire e imbrigliare l’alta burocrazia ministeriale. A Palazzo Chigi inoltre non vedono chiaro sull’utilizzo di alcuni consulenti da parte della bionda ministra.

 

Ma per fortuna ci sono anche le note positive, sempre agli occhi di Renzie. Il bersaniano ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, è giudicato positivamente per come sta gestendo il capitolo Expo di Milano. E i ministri Padoan e Gentiloni sono visti come due pedine di sicuro affidamento, che non creano mai problemi ed eseguono con entusiasmo le direttive di Palazzo Chigi. Il ministro del Tesoro, in particolare, è ormai poco più che un conferenziere internazionale, ma a lui va benissimo così.

 

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Renzie è poi abbastanza soddisfatto anche di Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico. Il rapporto con lei non è di particolare vicinanza, ma viene ritenuta assai diligente. Inoltre si è opposta, appoggiata da Renzie, al tentativo di Massimo Calenda di diventare ministro del Commercio Estero.

 

ANDREA ORLANDO MATTEO RENZIANDREA ORLANDO MATTEO RENZI

In ogni caso, tutto quello che non va finisce affidato al trio Lotti-Delrio-Boschi, il vero “dream team” di Pittibimbo. Per esempio, Delrio si è visto affidare, tra gli altri, il dossier scuola, mentre Lotti si occupa di Eni, Enel e degli affari più pesanti e la Boschi ha una sorta di vigilanza sul funzionamento di alcuni ministeri.

 

E se Renzi sa comunque di non poter cambiare i suoi ministri, almeno in questa fase, tuttavia vorrebbe almeno mettere le mani su alcuni incarichi parlamentari del Pd. Nel mirino ci sono il capogruppo Speranza (bersaniano) e alcuni presidenti di commissione.