PARIGI VAL BENE UN GOVERNO - DUE ANNI FA ANNE HIDALGO DISSE DI NO A UN MINISTERO NELL’ESECUTIVO HOLLANDE: LUI ORA È ALLA CANNA DEL GAS, LEI È DIVENTATA SINDACO DELLA CAPITALE

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Alberto Mattioli per "la Stampa"

La prima prima cittadina della storia di Parigi è la socialista Anne Hidalgo, quarto sindaco della capitale da quando, nel 1977, la carica fu ristabilita dopo più di un secolo di prefetti, perché il ricordo della Comune continuava a terrorizzare la Francia conservatrice. Hidalgo ha battuto al ballottaggio la candidata sarkozysta Nathalie Kosciusko-Morizet, per tutti NKM, che pure al primo turno era in testa: secondo i primi exit poll, 54,5 a 45,5%.

Hidalgo aspettava la serata di ieri da tredici anni, passati da «première adjointe», insomma vice, di Bertrand Delanoë, sindaco di grandi meriti e di simpatia non debordante (per NKM, Delanoë & Hidalgo erano «le suffisant et l'insuffisante», lo spocchioso e l'insufficiente). Lui la chiamava «ma petite Anne», lei è sempre stata fedele e leale. Con un momento drammatico fra il 5 e 6 ottobre 2002, la prima «Notte bianca» di Parigi, quando uno squilibrato mandò all'ospedale Delanoë con una coltellata. E la piccola Anna prese le redini della Mairie con una tranquilla efficienza che stupì solo chi non la conosceva ancora.

Ironia della sorte, la sindaca di Parigi è spagnola, nata in Andalusia nel ‘59: naturalizzata francese nel ‘73, ha conservato la doppia nazionalità. Il suo pedigree di gauche è ineccepibile, con un nonno condannato a morte dai franchisti che fuggì in Francia a dorso di mulo e l'infanzia nei quartieri operai di Lione dov'erano emigrati i genitori. Anne si è fatta da sé: studi di Diritto e Scienze sociali, poi ispettrice del lavoro, una delle prime donne a passare il concorso. «Ma non è uno "storytelling" non è marketing politico, è solo la mia storia», giura lei.

Socialista da sempre, per lei la grande occasione arriva alle municipali del 2001, quando la legge sulla parità appena approvata apre alle donne delle praterie nelle liste. Viene eletta a Parigi e subito nominata vicesindaco. Seguono quei famosi tredici anni da numero due, che Anne usa per impratichirsi della macchina amministrativa, sbarazzarsi con metodo dei rivali di partito e costruirsi una rete di appoggi. Nel suo Comitato di sostegno, presieduto dal matematico Cédric Villani, ci sono molti bei nomi, da Claudia Cardinale al cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld.

Ha capito per tempo che Parigi val bene il governo. Quando Hollande vinse le elezioni, le propose un ministero. Lei rifiutò: sapeva che l'Hôtel de Ville «pesa» di più. Appuntandole la Legion d'Onore, Hollande lo ricordò: «Lei avrebbe potuto entrare al governo, le è stato proposto, ma ha preferito Parigi». Nello stesso discorso, il Président evocò sorridendo le celebri «collere fredde» di madame Hidalgo, temutissime dai nemici e ancor di più dagli amici socialisti che la contrariano.

Questa donna tranquilla e sorridente è una grande ambiziosa: «Sono anni che, ogni mattina, truccandomi, penso come diventare sindaco di Parigi», confessò una volta, scherzando ma non troppo. Sul fronte privato, da segnalare due matrimoni e tre figli. Su quello pubblico, proclama di voler fare di Parigi «una città-mondo, una città innovatrice che crea lavoro, una città ecologica dove ci si può spostare a piedi e in bicicletta, una città potente e benevola con un servizio pubblico di qualità, una città sicura e armoniosa».

In realtà, ha vinto perché Parigi è già una metropoli amministrata assai bene, in ogni caso molto meglio di qualsiasi città italiana. Ennesima dimostrazione che per non farsi scavalcare dai populismi, frontisti o pentastellati che siano, c'è un sistema infallibile: governare bene.

 

 

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