PARTORI-RAI CON DOLORE - CHI DOMERÀ IL CAVALLO DI VIALE MAZZINI? LA PRESA DI POTERE DEL TG1 E’ L’ANTIPASTO DI CIO’ CHE SUCCEDERA’ UNA VOLTA CHE RIGOR MONTI LASCERA’ PALAZZO CHIGI - TRA I LITIGANTI PD-PDL, LEI GODE: SI VA VERSO LA PROROGA DEL CDA FINO ALLE AMMINISTRATIVE? - MAZZA-BUBU’: “SE MI DESTITUIRANNO OBBEDIRÒ” - BAUDO ACCUSA IL DIRETTORE DI RAI1 DI ESSERE UN FEDELISSIMO DEL BANANA: “NON ACCETTO LEZIONI DA UN VEDOVO DELLA DC”…

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1 - RIFORMA RAI NUOVO SCONTRO
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

E se dopo tutti questi duelli, sulla Rai si procedesse silenziosamente verso una proroga dell'attuale Consiglio di amministrazione, almeno fino alle elezioni amministrative, quindi all'inizio dell'estate? La prospettiva sembra reale perché le posizioni, sulla soluzione da offrire per il rinnovo dei vertici di viale Mazzini in scadenza a fine aprile con l'approvazione del bilancio 2011, sono ancora inconciliabili. Ieri se ne è avuta l'ennesima prova. Dice Angelino Alfano, leader pdl: «C'è una legge vigente. Noi siamo contro una scelta dei partiti che potrebbero fare una battaglia legislativa al solo fine di mettere le mani sulla Rai».

L'ennesimo no del partito berlusconiano a qualsiasi ipotesi di rivedere i criteri di nomina del Consiglio di amministrazione contenuti nella legge Gasparri e tanto avversati dal Pd. Gli ribatte Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: «Se il governo non interviene, Pdl e Lega si accomodino. Il Pd non parteciperà alle nomine. Sentirsi dire da Alfano che vogliamo mettere le mani sulla Rai è davvero scandaloso. Già da un anno abbiamo proposto una nuova governance e, visto che i mesi sono passati invano, siamo disponibili a un commissariamento per la transizione così come avvenuto per altre aziende pubbliche».

Anche la prospettiva di un commissariamento è tanto avversata dal Pdl (Maurizio Gasparri da giorni sostiene la assoluta incostituzionalità di un eventuale provvedimento di questo tipo) quanto accettata dal Pd, assecondata dal Terzo polo (la conferma è venuta da Pier Ferdinando Casini) e vista con favore dalla stessa Idv («Siamo d'accordo sull'idea di un amministratore esterno, che abbia forti poteri di gestione», dice Antonio Di Pietro).

In sostanza, la Gasparri non appare praticabile (perché il Pd ha promesso di non presentarsi in Vigilanza, quando verrà convocata, per indicare i nuovi consiglieri). Il commissariamento è una prospettiva impervia a causa della opposizione durissima del Pdl e della Lega che parla di eventuale «colpo di Stato» (Calderoli).

Unica via sarebbe un accordo bipartisan per chiedere al futuro Consiglio, nominato con la Gasparri, di attribuire al direttore generale delle deleghe simili a quelle di un amministratore delegato quasi plenipotenziario. Ma saranno d'accordo, i partiti, a consegnare la Rai nelle mani di un solo manager? E di chi, poi? Saperlo...

2 - MAZZA: OBBEDIRÃ’ SE MI DESTITUISCONO. BAUDO? VECCHIA DC
Paolo Conti per "il Corriere della Sera"

Mauro Mazza, direttore di Rai1. Il Consiglio di amministrazione ha votato un ordine del giorno del consigliere Rodolfo De Laurentiis molto critico sulla rete. Si dimetterà?
«Io sono un soldato dell'azienda e come un soldato obbedisco. Noto però che quell'ordine del giorno è stato interpretato in molti modi: una richiesta di mia destituzione, una contestazione al direttore generale Lorenza Lei, una critica preventiva alla nuova direzione Intrattenimento. La Rai è un po' come Bisanzio: si dibatte su problemi marginali mentre la città è assediata».

La Rai è una Bisanzio sotto assedio, Mazza?
«È sotto forti pressioni esterne e diverse. Manca serenità»

Rai1 ha chiuso il day time 2011 a -2% rispetto al 2010...
«Io rispondo che, con l'esplosione del digitale che ha corroso ascolti a tutti, è l'unica rete italiana a cavallo del 20% e che nei primi mesi del 2012 mostra una rassicurante stabilità. Ricordo che Canale5 è al 17,41. La forbice resta molto ampia».

Le imputano molti flop. Per esempio quello di Pino Insegno.
«Il vero flop è stato il programma sui 150 anni condotto da Baudo con Vespa. Baudo bersagliava Vespa con mille scherzetti maligni in diretta, il format non ha funzionato, abbiamo dovuto chiudere prima: e Baudo litigava arrivando a sputare durante una riunione contro uno stimatissimo dirigente Rai. Qualunque azienda lo avrebbe sanzionato. Invece si straccia le vesti».

Vuole regolare un conto perché Baudo l'ha accusata di essere un uomo del Pdl, un ex finiano?
«Con Fini non ci parliamo più da due anni per le sue scelte che non condivido: ma ciò riguarda la mia sfera personale. Nulla che possa influenzare le scelte che ho fatto a Rai1».

Lei parla di Fini. La politica in Rai resta una costante.
«Ripeto, qui parliamo di mie opinioni che non influenzano il lavoro. Ma non accetto lezioni da Baudo che a piazza del Gesù aveva quasi una stanza. Evidentemente resta un vedovo della Dc. La politica alla Rai? Dirigenti, conduttori, vallette... Credo che proprio Baudo ne possa sapere qualcosa. In quanto al resto, fossi in lui rinuncerei al lauto compenso che riceve senza lavorare per poi contestare la Rai. Propongo anche la creazione di un comitato per la difesa di Pippo Baudo da se stesso».

Mazza, la accusano di aver lasciato Sanremo in mano a Mazzi e Morandi rinunciando alla responsabilità editoriale e dando campo libero alle esternazioni di Celentano.
«La guida editoriale c'è sempre stata. Il contratto di Celentano, che prevedeva piena libertà nei monologhi nel rispetto del codice etico, è stato condiviso da me ma anche da tutte le strutture fino al direttore generale Lorenza Lei».

Quindi del contratto Celentano alla Rai sapevano tutti.
«Tutte le strutture coinvolte. Da me in su».

Intanto è stato attivato il Comitato Etico...
«Sono stato ascoltato come sono stati ascoltati anche altri. Pronto a prendermi la mia quota di responsabilità. Ma solo la mia quota, non quella altrui. Resta agli atti un Sanremo da ascolti record, il terzo della serie di ottimi risultati sotto la mia gestione, con un aumento dello share del 10% di tutti i programmi collegati».

Ora Sanremo passa alla Direzione Intrattenimento...
«Ma tutte le scelte editoriali saranno condivise con la rete. Non facciamo i "palinsestari", non siamo affittacamere».

Per farla breve, lei vuole restare alla guida di Rai1.
«Ripeto, obbedirò come un soldato. Ma è ovvio che mi piacerebbe proseguire in questa esperienza. Anche perché non capisco di cosa mi si possa accusare. La rete, insisto, gode di buona salute. Abbiamo proposto Eduardo de Filippo in prima serata e riportato Fiorello alla Rai, un programma come La vita in diretta va benissimo ed è diventato un punto di riferimento per la qualità dell'intrattenimento...».

Concludendo: ci vuole un commissario per la Rai?
«Non farò mai nomi né indicherò soluzioni. Bisogna però trasformare la Rai in un'azienda "normale"».

 

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