DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Chris Bonface per "Libero Quotidiano"
Zitto zitto il Pd ha trovato il suo uovo di Colombo per togliere le castagne dal fuoco al Consiglio superiore della magistratura premiando pure il procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati.
L’idea è venuta a Donatella Ferranti, presidente della commissione giustizia della Camera, che ha proposto una norma ponte per consentire a tutti quelli nelle condizioni di Bruti Liberati (scaduto nell’incarico a giugno e con massimo due anni ancora prima di andare in pensione) di avere prorogato l’incarico direttivo fino al 31 dicembre 2015 senza dovere seguire la consueta procedura di passaggio al Csm, che nel caso di Milano potrebbe avere qualche rischio, viste le recenti vicende del braccio di ferro fra il procuratore e alcuni suoi aggiunti fra cui Alfredo Robledo.
La Ferranti ha fatto inserire e votare dalla commissione un parere in cui si chiede al governo proprio quel salvagente per Bruti Liberati. Il testo inserito è questo: «Sempre in via transitoria e fino al 31 dicembre 2015 potrebbe essere utile prevedere una norma che preveda, per i dirigenti degli uffici giudiziari in servizio prossimi al collocamento a riposo, la prosecuzione nell’incarico direttivo e semidirettivo senza la necessità di attivare una apposito procedura di conferma.
CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO
Ciò al fine di evitare l’aggravio di lavoro del Consiglio superiore della magistratura che altrimenti dovrebbe provvedere quasi contestualmente per uno stesso posto alla procedura di conferma del dirigente in servizio prossimo alla pensione e alla tempestiva nomina del successore».
Un suggerimento che certo scioglie il caso Milano, ma rischia di stravolgere non poco la ratio delle varie riforme degli incarichi direttivi introdotte con le poche leggi che hanno cambiato in questi anni regole ataviche di amministrazione della giustizia. Attualmente infatti ogni incarico direttivo viene deciso dall’organo di autogoverno della magistratura - il Csm - e ha un periodo massimo di 4 anni.
Nel caso di Bruti Liberati la guida della procura di Milano è stata assegnata dal Csm nel giugno del 2010. I quattro anni sono scaduti, e proprio ai primi di luglio il procuratore del capoluogo lombardo ha annunciato in una lettera ai suoi pubblici ministeri che avrebbe chiesto la riconferma al Csm per altri quattro, secondo le procedure di legge. Sulla decisione pesa naturalmente l’istruttoria sulla lite con i procuratori aggiunti che ha occupato in questi mesi il Csm fra mille imbarazzi e difficoltà.
Non solo: Bruti Liberati compirà 70 anni il prossimo 10 ottobre e in teoria raggiungerebbe il termine massimo per la pensione due anni dopo. La Ferranti con la sua proposta- fatta propria dall’intera commissione- riuscirebbe a salvare capra e cavoli, perché il procuratore capo riuscirebbe a restare in servizio fino quasi alla soglia della pensione senza avere bisogno del sì del Csm.
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