LE PENSIONI SÌ, MA LE VACANZE NON SI TOCCANO - RIGOR MONTIS MANDA I LAVORATORI IN VACANZA FORZATA, E I PARLAMENTARI IN VACANZA DI PIACERE: MONTECITORIO, FRA PASQUA, 25 APRILE ED ELEZIONI AMMINISTRATIVE, CHIUDERÀ PER UNA VENTINA DI GIORNI - I PARTITI GODONO: SLITTA L’APPROVAZIONE DELLA RIFORMA DEL LAVORO E ANCHE LA DISCUSSIONE SULLA GIUSTIZIA E SULLE FREQUENZE TELEVISIVE - FINO ALLE ELEZIONI 2013 RESTANO 200 GIORNI DI LAVORO (CIAO CORE)...

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Filippo Conti per "Lettera43.it"

Le riforme premono, ma la casta se ne va in ferie. Con la successione di Pasqua, 25 aprile, Primo maggio ed elezioni amministrative (che si svolgeranno il 6 maggio, con i ballottaggi il 20), Montecitorio chiuderà i battenti per una ventina di giorni.
Alla faccia della sobrietà montiana e dell'efficienza del governo tecnico. I parlamentari possono rinunciare a tutto, tranne che alle feste comandate. Se poi la tornata elettorale amministrativa permette di stare a casa un altro po', ben venga.

SOSTA TATTICA PER I PARTITI. I giorni di sosta potrebbero far comodo a tutti. Anche dal punto di vista politico. Al Pdl per far slittare la discussione sulla giustizia e sulle frequenze televisive. Al Pd perché, in questo modo, i tempi di approvazione della riforma del lavoro si allungano a dismisura, tanto che il disegno di legge potrebbe addirittura vedere il traguardo (se mai lo vedrà) dopo la pausa estiva.

In barba a tutti quelli che avevano auspicato l'approvazione prima dell'estate come Angelino Alfano e il presidente del Senato, Renato Schifani. Insomma, chi con il governo di super Mario si aspettava un Parlamento più efficiente, si sbagliava di grosso.

TRA PASQUA, PASQUETTA E PONTI 20 GIORNI DI STOP. Ma facciamo un po' di conti. A Pasqua il Parlamento chiuderà i battenti da giovedì 5 e lunedì 9 aprile (giorno di Pasquetta). Non molto, a dire il vero, quasi il minimo sindacale. Poi però arriva il 25 aprile, che cade di mercoledì. E quella settimana l'Aula non lavorerà. Si riapre mercoledì 2 maggio, si lavora anche il 3, e poi ancora chiusura fino lunedì 14, giorno in cui si torna alla normalità. Insomma, circa 17 giorni di stop. Che potrebbero anche allungarsi a 20: la decisione spetta alla conferenza dei capigruppo che si riunirà in questi giorni per decidere il calendario.

ANCORA 200 GIORNI DI LAVORO. Ma sì, tanto c'è ancora un anno abbondante di legislatura...Non è proprio così. È vero che alle elezioni politiche, che si terranno tra maggio e giugno del 2013, manca ancora un anno, ma, tra amministrative, pausa estiva, ferie natalizie, sessione di bilancio e altro, alla fine i giorni di effettivo lavoro del Parlamento arrivano a malapena a 200.

AGENDA STRAPIENA. Davvero pochi se si guardano i provvedimenti da approvare. Ci sono le semplificazioni, la riforma del lavoro, le future misure per la crescita e lo sviluppo, la legge sulla giustizia e sulla corruzione, la legge elettorale. Poi ci sono le riforme istituzionali che, toccando la Costituzione, hanno bisogno di un doppio passaggio parlamentare, con un intervallo di tre mesi tra una lettura e l'altra.

INCOGNITA OSTRUZIONISMO. Insomma, agenda alla mano il governo Monti potrebbe non riuscire a realizzare tutto quello che si è prefissato. Anche perché, poi, dovrà fare i conti con l'opposizione di Idv e Lega che, se si trasformerà in ostruzionismo, avrà il potere di ritardare parecchio il cammino dei provvedimenti nelle commissioni e in Aula.

LA TENTAZIONE DEL GOVERNO. I tempi lunghi, però, oltre che ai partiti paradossalmente potrebbero anche giocare a favore del Professore. Il quale, se non dovesse riuscire a realizzare tutto il programma, potrebbe essere tentato di continuare l'opera, chiedendo agli italiani e ai partiti di rimanere in sella alla guida di un governo bipartisan, presentandosi alle elezioni come candidato premier di una larga coalizione.
Senza addentrarci troppo nella fantapolitica, possiamo tornare tranquillamente alla realtà, con Palazzo Madama e Montecitorio pronti a chiudere i battenti e a concedersi un bel po' di vacanza. A dimostrazione che la classe politica italiana, anche in tempi di crisi, perde il pelo ma non il vizio.

 

montecitoriomontecitorioPIER LUIGI BERSANI E MARIO MONTI PIERLUIGI BERSANI MASSIMO DALEMA GIANFRANCO FINI