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Francesco Maesano per “la Stampa”
Pochi minuti prima del voto di giovedì, quello che ha eletto alla Consulta e al Csm due giuristi indicati rispettivamente da Pd e M5S, Gianroberto Casaleggio era al telefono con i suoi che stazionavano in Transatlantico. «Non c’è un’idea buona o cattiva. Il punto è realizzarla e vedere come va a finire», ha risposto a chi gli chiedeva se non avesse qualche dubbio sulla strada intrapresa.
arrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrende
E la strada è appena imboccata. Paletti da piantare, pigiate sul freno, ripartenze, altre frenate. Già da ieri e per i giorni a venire i Cinque Stelle inizieranno un balletto di posizionamento per smentire chi parla di alleanze col Pd e rassicurare chi li accusa di fare solo tattica. Ma c’è un risultato politico quasi nascosto tra le righe delle dichiarazioni del giorno dopo e, nondimeno, ben presente nelle chiacchiere informali tra gli eletti: il M5S sente di essersi preso la patente di opposizione legittima.
GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO 2
Ne è passato di tempo da quando, nei primi giorni dall’entrata alle Camere, gli onorevoli cittadini avevano chiesto di potersi sedere in alto nell’emiciclo. Né a destra né a sinistra, semplicemente più su: a guardare, controllare, twittare, fotografare. Droni della politica. Ora c’è un’altra dottrina. E per seguirla i Cinque Stelle sono disposti a rinunciare a qualche totem. «L’ho detto anche agli altri in assemblea congiunta: basta con lo streaming.
GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO
Finisce solo per mediatizzare tutto», spiegava giovedì Danilo Toninelli dopo aver incassato l’elezione del primo membro del Csm indicato online dagli attivisti del Movimento. Tutto, pur di provare a imporre alla controparte il «metodo Zaccaria» su altri dossier: dal Quirinale, partita nella quale i Cinque Stelle vogliono assolutamente entrare, alla legge elettorale.
Per tornare al tavolo Toninelli chiede che il Pd «faccia un passo» verso il M5S, «migliorando un provvedimento poggiato su basi di incostituzionalità. E quando lo farà, noi ci siederemo a quel tavolo». Non la cita, ma la questione è quella della reintroduzione delle preferenze, vero risultato politico al quale lui e Luigi Di Maio ambiscono da tempo.
Se quella partita dovesse riaprirsi, i Cinque Stelle si presenteranno più uniti. Ieri, dopo mesi, Federico Pizzarotti sembrava perfettamente a suo agio nel Movimento. «Penso che ci sia stato un buon dialogo e una buona soluzione per quanto riguarda i temi della Consulta – spiegava il sindaco di Parma, da mesi nel mirino di Casaleggio per le sue esternazione giudicate eccessivamente aperturiste – quindi è servito rimanere fermi sulle proprie posizioni per ottenere un risultato che va a beneficio degli italiani».
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