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E.Bu e O.Ro per il “Corriere della Sera”
PIZZAROTTI PUBBLICA AVVISO DI GARANZIA
A Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, ci sono un centinaio di persone in piazza ad attenderlo. Lui, Federico Pizzarotti, si presenta al primo comizio dopo la sospensione. E parla. Alle sue spalle sventola la bandiera del Movimento. Si tratta di un’occasione particolare: il sindaco di Parma partecipa per sostenere il padre Claudio — in lizza come consigliere comunale per i pentastellati — che arriva in auto con lui e dopo un po’ di silenzio iniziale chiarisce:
«Le sue cose sono sue le mie sono mie». Pizzarotti commenta: «Io sospeso? Io non mi sento sospeso, non ci si può sospendere dai valori», prende applausi e quando se ne va gli urlano «Grande Pizza».
Il sindaco poi va in tv e punge, dicendosi pronto a partecipare «anche in diretta streaming» all’assemblea che alcuni parlamentari vogliono chiedere per discutere il suo caso. «Beppe Grillo ha avuto dei cattivi consiglieri», dice. E in serata fa scattare via social network la sua controffensiva.
Pubblica l’avviso di garanzia e annuncia che presenterà le sue controdeduzioni («La trasparenza che mi viene contestata non è citata espressamente in nessuno dei suddetti regolamenti»). E conclude: «Il mio passo in avanti l’ho fatto. Ora tocca a voi». La mossa di Pizzarotti non arriva inaspettata per i vertici Cinque Stelle: con tutta probabilità il primo cittadino presenterà la sua difesa entro lo scadere dei dieci giorni (da oggi per tre giorni è in Grecia per una visita istituzionale).
Il comitato d’appello M5S, da parte sua, si prenderà il tempo necessario per esaminare con calma un caso che si presenta spinoso. Per un esito definitivo probabilmente serviranno settimane. E in ogni caso Pizzarotti potrebbe scegliere di adire parallelamente le vie legali.
La polemica interna al M5S non si placa. Anzi. Gli ortodossi sono convinti che la «vicenda-Pizzarotti» sia studiata da tempo per indebolire i Cinque Stelle prima delle Amministrative, lamentano una «tempistica sospetta» per gli sviluppi della vicenda e puntano il dito contro un (ipotetico) asse tra il sindaco e i dem.
La pizzarottiana Elisa Bulgarelli su Facebook attacca e parla di una «mutazione genetica da movimento a partito, forse peggio: da movimento a partito padronale col partito che viene passato da padre a figlio». Faglie tra i parlamentari, insomma, che sembrano allargarsi sempre di più ed è possibile che, una volta definita la questione-Parma, si affrontino in estate le divergenze interne: non sono esclusi nuovi addii.
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