GLI ULTIMI GIORNI DI POMPEI – TORNA BONDI, TUTTO E’ PERDONATO! 3 CROLLI IN 48 ORE - I RISCHI ERANO SEGNALATI DA GIORNI E IL MINISTRO FRANCESCHINI SCOPRE ‘IL DISSESTO IDROGEOLOGICO’ (MA VA?) – LA DIRETTRICE DEGLI SCAVI: ‘MANCA LA MANUTENZIONE’

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Ottavio Lucarelli per ‘La Repubblica'

«Nella notte Sorrentino vince l'Oscar e crolla un altro muro a Pompei. È una lezione: credere nella nostra bellezza e tutelarla con orgoglio». Dario Franceschini, ministro dei beni culturali, sintetizza il dramma di Pompei nelle 140 battute di un tweet, poi convoca una riunione per questa mattina a Roma con un primo punto all'ordine dei lavori: manutenzione ordinaria. Tre crolli in 48 ore sotto la pioggia violenta e il procuratore di Torre Annunziata, Sandro Pennasilico, apre un fascicolo per disastro colposo.

Sabato sono volate alcune pietre dalle botteghe già puntellate al di sotto del Tempio
di Venere, domenica è venuto giù il muretto di una tomba nella necropoli di Porta Nocera, la scorsa notte si è sbriciolato un muro di due metri realizzato ottant'anni fa per proteggere una bottega nella via di Nola dal costone di un'area non sottoposta a scavi.

«Il problema di Pompei? Non c'è manutenzione. In passato non si è investito sulla manutenzione» è l'appello di Grete Stefani, cagliaritana, direttore degli Scavi che percorre senza sosta la via dei crolli tra i muri in frantumi. Dei 105 milioni di fondi europei del Grande Progetto, finora sono stati spesi 500 mila euro per il restauro della domus del Criptoportico mentre nove milioni riguardano le opere avviate e altri 21 quelle appaltate.

Bisognerà spendere tutto entro la fine del 2015 e oggi il ministro Franceschini riunisce a Roma il sovrintendente di Pompei Massimo Osanna, che così finalmente si insedia, il facente funzioni Luigi Malnati, direttore generale delle antichità, e il generale Giovanni Nistri, direttore del "Grande Progetto" che sarà presto ascoltato in Procura.

«Più utile una riunione operativa anziché fare vetrina a Pompei» sostiene Franceschini rispondendo a chi lo invitava a controllare personalmente i danni. «Nel nostro paese - aggiunge - il problema si chiama dissesto idrogeologico e colpisce anche i beni monumentali. Sono ministro da qualche giorno e ho fissato una prima riunione perché al fianco del Grande Progetto occorre un'opera ordinaria. Oltre ad andare verso direzioni
ambiziose, bisogna occuparsi del giorno per giorno».

Dei 105 milioni di fondi europei, ben 85 riguardano il consolidamento delle opere rinviando il problema dei lavori quotidiani. «Ed è il vero problema - concorda la direttrice Stefani - perché a Pompei non si è mai investito per un piano di manutenzione. Si procede per somma urgenza o per piccoli interventi anche perché la squadra di operai si sta estinguendo».

La direttrice mostra il crollo al di sotto del Tempio di Venere, poi si dirige verso la via di Nola, tra turisti americani e cani randagi, aperta solo ai giornalisti. «Il rischio di un crollo del muro di contenimento della bottega - rivela - era stato segnalato dai custodi alcuni giorni fa. Stavamo appunto provvedendo alla messa in sicurezza di questa muratura di restauro realizzata prima della Seconda guerra mondiale proprio per evitarne il crollo, ma non abbiamo fatto in tempo. Il sopralluogo era previsto in mattinata. Quando i tecnici sono arrivati il muro si era già sbriciolato sotto il peso del terreno gonfiato dalle piogge».

 

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