1. A CHI PORTA VOTI IL PAPA ‘’ESODATO’’? I MEDIA E WEB COMPLETAMENTE ASSORBITI DALLA BOMBA PAPALINA SONO UNA BRUTTA NOTIZIA PER MONTI, IMPEGNATO A SFONDARE NELLO STRETTO RECINTO IN CUI LO INCASTRANO I SONDAGGI, A SUON DI ATTACCHI E COMPARSATE TV 2. PESSIMA NOTIZIA ANCHE PER SILVIO CHE DELL’EFFETTO BOMBA AVEVA FATTO USO SMISURATO 4. ANCHE CULATELLO, APPARENTEMENTE PIÙ AL SICURO, NON DEVE STAR TRANQUILLO. HA SCELTO, GIUSTAMENTE, LE PIAZZE PER RAVVIVARE QUEST’ULTIMA FASE DELLA CAMPAGNA. MA STAVOLTA, A SFIDARNE LA VISIBILITÀ POTREBBE ESSERE UN’ALTRA EMINENZA BIANCA: LA NEVE, CHE PROMETTE DI COLPIRE PROPRIO LA REGIONE PIÙ IN BILICO: LA LOMBARDIA

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Spin Doctor per Dagospia

Per cambiare l'inerzia di questa campagna brutta, fredda e televisiva ci vuole un evento straordinario. Lo abbiamo detto tutti, ed eccoci serviti. Giornali, tv, tweeter, facebook saranno completamente assorbiti dalla bomba papale. Gli italiani non parleranno d'altro. Chi ne esce più danneggiato, nella corsa elettorale? Certamente chi insegue, e ha bisogno di alzare toni e stare al centro dell'attenzione per risalire nei sondaggi.

Brutta notizia dunque per Monti, impegnato a sfondare il recinto troppo stretto in cui lo incastrano i sondaggi, a suon di attacchi e comparsate tv. E brutta notizia per il Pompetta, che dell'effetto Bomba aveva fatto uso smisurato nelle ultime settimane. Ma anche Culatello, apparentemente più al sicuro, non deve star tranquillo. Ha scelto, giustamente, le piazze per ravvivare quest'ultima fase della campagna. Ma questa volta, a sfidarne la visibilità potrebbe essere un'altra eminenza bianca: la neve, che promette di colpire proprio la regione più in bilico: la Lombardia.

Per il resto la parola chiave dei giorni scorsi è stata una: rissa. Il weekend di campagna - chi nei teatri, chi nelle piazze, chi in tv - ha finito per alzare un polverone, complicando gli equilibri e oscurando i messaggi, che ora sono difficili da capire per gli elettori. Montimer, dopo la mezza apertura della scorsa settimana, torna a bastonare Culatello sul budget europeo e il Banana sul voto di scambio (e qui pare emergere una divisione interna tra gli spin doctor americani del Prof., che lo spingono alla nettezza verso gli avversari, e quelli italiani, che lo incitano a pensare al dopo elezioni). Il Banana risponde piccato e contrattacca, e lo stesso fa Bersani. Insomma, un gran casino. Complicato dai messaggi contraddittori su voti disgiunti e alleanze future.

Ora, se ad azzuffarsi sono dei giovani leoni nella savana, questo è segno di forza. Ma se a farlo sono dei vecchi lupi di mare della politica, il senso è opposto. E non è solo politico, ma anche fisico: i leader, sovraesposti e finora scarsamente sorretti dai loro numeri due, sono stanchi. Anche fisicamente. E quando sono stanchi tendono a buttarla in caciara.

 

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