DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Claudio Marincola per Il Messaggero
L'onorevole Botero, ministro delle Partecipazioni statali invita il suo segretario Polline a recarsi a Roma per collaborare con lui. E la vita del segretario cambia: arrivano i soldi, la fidanzata ottiene il trasferimento, la sua casa viene ristrutturata a spese del Comune. E' un film. Il Portaborse di Nanni Moretti ma c'è già tutto, basta cambiare i nomi. Nella vita reale i nostri protagonisti si chiamano Francesco Battistoni e Pietro Lazzaroni.
Il primo è il capogruppo che ha resistito per 96 ore all'ultimatum della Polverini. La governatrice ne aveva concesse 48 ai vertici nazionali del Pdl, «o le sue dimissioni o le mie», aveva minacciato. Lui ha tenuto duro, è rimasto in sella il doppio del tempo. Ha ceduto solo quando a chiederglielo è stato Berlusconi, al Cav non poteva dire di no.
Tra le perle di Battistoni c'è il colpo di mano che il 24 luglio scorso tolse di mezzo Franco Fiorito. Fu sufficiente un foglio fatto girare e firmato dagli ex forzisti per mettere kappaò uno che pure si chiama Batman. Ma la vera perla è il rapporto di lavoro intrecciato con il suo portaborse Pietro Lazzaroni. I due, Battistoni e il suo segretario, facevano tutto da soli. Il primo organizzava gli eventi, il secondo gli presentava il conto. Tutto fatto in casa come gli strozzapreti di quelli parti. In modo così casalingo che persino uno come Fiorito, uno dunque che non stava certo a guardare il capello, aveva trovato qualcosa da ridire.
«Membro della segreteria politica dell'onorevole Battistoni», così si definisce nel suo curriculum Lazzaroni. Un impiegato di banca da 5 anni in aspettativa. L'associazione politico culturale «Ruggiero Marino Lazzaroni» intitolata a suo padre, ex sindaco amatissimo di Ronciglione, presenta fatture per 50 mila euro in due anni con la dicitura «promozione attività politica Pdl».
Che può essere tutto e il contrario di tutto. L'attenzione si è soffermata finora sul fatto che tre di queste fatture, secondo gli avvocati di Battistoni, potrebbero essere taroccate. Tralasciando il particolare non da poco che le altre due (per un totale di circa 8.000 euro) sono autentiche. Stesso dicasi per i 40 mila euro in buoni di benzina che Francone sostiene di avergli dato e l'ex capogruppo dice di non aver mai ritirato.
Il sito dell'associazione di Lazzaroni mette in bella evidenza il Pantheon degli ex Forza Italia, con in prima fila Antonio Tajani, la loro stella polare. Ci sono le foto del viaggio che la delegazione viterbese fece nel 2011 per andare a trovare il commissario Ue. Nell'occasione gli portarono anche i saluti del suo ex assistente Carlo De Romanis, l'Ulisse delle feste a tema.
Il quale, pur provenendo dal listino, era stato fatto vice-capogruppo, una promozione sul campo che dati i suoi 29 anni lasciò tutti di stucco. «Lo merita perché alle scorse europee è rimasto fuori pur avendo preso 24 mila voti», si disse. Dimenticando che il merito di tutte quelle preferenze, raccontano gli azzurri romani, era stato soprattutto del senatore Dell'Utri al quale lo zio commissario lo aveva raccomandato.
Nel sito di Lazzaroni si può trovare anche una delle ultime foto che mostrano un Mario Abbruzzese sorridente. Il potente presidente del Consiglio regionale laziale l'uomo che ha 18 segretari e nove consulenti è uno dei pochi, se non l'unico ciociaro con cui Battistoni va d'accordo. Ma prima ancora del legame con la componente forzista, per Abbruzzese viene l'attaccamento al territorio e naturalmente alla sua Cassino. Il presidente, un ex metalmeccanico, ha scalato tutti i gradini. Dopo aver sposato la moglie dell'allora presidente del Consorzio di bonifica Armando Del Greco, è iniziata per lui l'escalation.
I legami con il Consorzio negli anni sono rimasti molto forti, così come quelli con il Cosilam, il Consorzio per lo sviluppo del Lazio meridionale. Sia sul primo che sul secondo sono affluiti durante la sua gestione fiumi di euro. Contributi a pioggia che hanno forticato il rapporto con i maggiorenti locali.
Sindaci, poltrone, posti nei cda, finanziamenti ai giornali: tutto passa attraverso le porte comunicanti con la Pisana. Se si chiudono salta tutto. Da qui i conflitti, gli scontri e anche la richiesta che Polverini ha fatto al Pdl. Conosce bene i rapporti di forza e gli equilibri locali. E forse anche per questo dopo quella di Battistoni ha chiesto la testa di Mario Abbruzzese.
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